resinare l'opera viva è semplicemente deleterio
in caso di restauri si può usare il system che è comunque una resina.
normalmente il problema non è l'opera viva in se stessa (al limite cambi una tavola od un foglio di compensato) ma tutto ciò che gira intorno in particolare sull'opera morta (è arcinoto che l'acqua salata impedisce al legno di marcire così come è arcinoto che l'acqua dolce, pioggia, asciugata al sole e nuovamente bagnata, altra pioggia, e poi riascugata, sole, è il sistema migliore per degradare il legno).
nelle barche in compensato, poi, l'attenzione deve essere totale perchè il fasciame è costituito da fogli (più o meno grandi) avvitati sulle costole le quali sono sempre in compensato ma messo "trasversalmente" e quindi le paker si avvitano nella costola attraverso gli strati; se a suo tempo la barca è stata fatta con compensato omologato (6 ore nell'acqua bollente) ancora, ancora ti puoi salvare, ma se la costruzione è in compensato marino e le viti lasche (che ovviamente non si possono vedere) iniziano a superare il 5 % diventa sempre più facile che in caso di mare grosso la barca si "sfaldi" improvvisamente.
navigare con una barca in legno è fantastico, la differenza di come "stà" in mare rispetto ad una pari barca in vtr è avvertita anche da un profano ma se ti vuoi divertire devi rispettare almento un paio di condizioni:
1) persona pratica a stipendio che quando tu scendi questa sale e fà qualche lavoretto
2) cantiere navale fornito di maestro d'ascia e di legno "stagionato" in grado di attivarsi immediatamente ad ogni tua chiamata
avere una grossa disponibilità finanziaria non è sufficiente se mancano le due precedenti condizioni, ma è indispensabile.
