tant'e' che :
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Profilo professionale
Il comandante di nave ha il grado più alto nella scala gerarchica della cosiddetta Gente di Mare (elenchi che disciplinano l’attività professionale del personale marittimo, conservati presso le Capitanerie di porto) e ha la responsabilità giuridica di tutte le operazioni che vengono effettuate a bordo dell’imbarcazione.
La direzione delle manovre e della navigazione consiste nell’organizzare l’attività della nave, accertando, prima della partenza, che sia idonea al viaggio da intraprendere, bene armata ed equipaggiata, anche per quanto riguarda i carichi nella stiva. Ricordiamo che l’espressione armare un’imbarcazione indica il complesso delle operazioni da compiere per dotare una nave della sua attrezzatura (con particolare riferimento alle vele), di uomini e materiali che la mettano in condizione di navigare.
Tra i suoi compiti rientra quello di gestire e sovrintendere alle operazioni nautiche, dirigendo personalmente la manovra della nave all’entrata e all’uscita dai porti, dai canali e dai fiumi e in ogni altra circostanza in cui la navigazione presenti particolari difficoltà.
Prima della partenza deve verificare che il comandante del porto, o l’autorità consolare, abbia restituito le carte di bordo consegnate all’arrivo, apponendo il visto sui documenti dell’equipaggio o sulla licenza.
Il comandante è anche il rappresentante legale della nave, nonché del proprietario della nave, detto comunemente armatore. Può esercitare quindi le funzioni di ufficiale di stato civile[1].
Formazione
Il percorso formativo per diventare comandante navale è chiaramente definito dalla legge[2] e inizia con il conseguimento del diploma dell’Istituto Nautico. La riforma dell’istruzione[3], a opera del Ministro Gelmini, prevede la possibilità di iscriversi a un Istituto Tecnico - Settore tecnologico - Indirizzo Trasporti e logistica. Il percorso scolastico si articola in due bienni e un quinto anno finale, che termina con l’esame di Stato.
Maggiori informazioni sulla riforma della scuola secondaria di secondo grado sono reperibili sul sito curato da MIUR e Agenzia Scuola.
Per contattare direttamente le scuole della propria zona e ottenere informazioni più dettagliate sulle eventuali sperimentazioni avviate.
Il percorso scolastico può poi proseguire a livello universitario con il conseguimento di una laurea di primo livello (triennale), afferente alla classe L28 - Scienze e tecnologie della navigazione.
Per quanto riguarda la formazione universitaria, l’offerta formativa è piuttosto varia e le denominazioni dei corsi di laurea sono attribuite direttamente dalle università, per cui risulta difficile elencare tutti i corsi attivati dalle varie facoltà. È consigliabile, quindi, rivolgersi direttamente alle segreterie delle università per ottenere informazioni specifiche o visitare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Per navigare occorre essere iscritti nelle matricole della Gente di Mare che, come già detto, sono gli elenchi che disciplinano l’attività professionale del personale marittimo, previsti e definiti dal Codice della Navigazione.
Per imbarcarsi bisogna poi richiedere alla Capitaneria di porto il rilascio del Libretto di Navigazione, che riporta in modo dettagliato il titolo professionale e le successive modifiche e deve contenere la registrazione dei corsi di addestramento base, completi ognuno del timbro che ne attesti l'autenticità. Ha anche la funzione di passaporto quando il marittimo deve recarsi all'estero per imbarcare, o tornare in Italia, dopo il periodo di imbarco. A conclusione dell’attività lavorativa è l'unico documento ufficiale che consentirà di godere della pensione.
In base ai requisiti che si possiedono e alla durata dell’esperienza di navigazione si può salire la scala gerarchica e conseguire vari titoli, quali:
allievo ufficiale di coperta: ha il compito di coadiuvare gli ufficiali di navigazione nelle loro mansioni a bordo di navi aventi stazza lorda pari o superiore a 500 GT[4]. Occorre aver compiuto 18 anni ed essere iscritti nelle matricole della gente di mare di prima categoria.
ufficiale di navigazione: assume la responsabilità di una guardia in navigazione a bordo di navi, senza limiti riguardo le caratteristiche e la destinazione della nave. Occorre possedere la qualifica di Allievo ufficiale di coperta e aver effettuato 12 mesi di navigazione;
primo ufficiale di coperta (su navi di stazza pari o superiore a 3000 GT): occorre possedere il certificato di abilitazione di Ufficiale di navigazione e aver effettuato 24 mesi di navigazione in qualità di ufficiale responsabile di una guardia in navigazione a bordo di navi di stazza pari o superiore a 3000 GT a livello operativo risultanti dal libretto di navigazione.
È anche prevista l’abilitazione di primo ufficiale di coperta (su navi di stazza pari o superiore a 3000 GT) che ovviamente prevede il possesso del certificato di abilitazione di Primo ufficiale di coperta su navi di stazza compresa tra 500 e 3000 GT;
comandante su navi di stazza pari o superiore a 3000 GT: assume il comando di navi aventi una stazza pari o superiore a 3000 GT. Occorre aver conseguito il certificato di abilitazione di Primo ufficiale di coperta su navi di stazza pari o superiore a 3000 GT e aver effettuato 12 mesi di navigazione in questa funzione, risultanti dal libretto di navigazione;
comandante su navi di stazza compresa tra 500 e 3000 GT: occorre essere in possesso del certificato di abilitazione di Primo ufficiale di coperta su navi di stazza compresa tra 500 e 3000 GT e aver effettuato 24 mesi di navigazione in questa funzione, risultanti dal libretto di navigazione.
Sono previsti certificati per ufficiali e comandanti su navi che compiono viaggi costieri.
Per informazioni specifiche sulle varie abilitazioni previste dalla legge, vi consigliamo di consultare il testo di legge citato che ha completamente rinnovato i titoli previsti dal Codice della Navigazione del 1942.
Accesso alla professione
La qualifica di comandante di nave rappresenta la figura massima a cui può aspirare chi affronta la carriera professionale nella Marina Civile.
Il comandante lavora come dipendente, con contratto a tempo indeterminato oppure determinato dal periodo di imbarco. Esiste un contratto specifico che pone questa figura al massimo livello della cosiddetta scala parametrica. Il comandante ha infatti alle sue dirette dipendenze tutte le figure professionali che compongono l’equipaggio di una nave. La retribuzione è legata al tipo di inquadramento contrattuale lavorativo e al periodo di imbarco.
Una volta acquisiti i titoli necessari, il modo più rapido per accedere alla professione è quello di contattare direttamente le Compagnie navali, presentando le qualifiche possedute e i documenti obbligatori per lo svolgimento delle varie mansioni.
[1] Codice della navigazione, approvato con Regio Decreto 30 marzo 1942, n. 327 (aggiornato alla Legge 26 febbraio 2010, n. 25, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27/02/2010 - Supplemento Ordinario n. 39). Titolo VII "Degli atti di stato civile in corso di navigazione marittima". Art. 203: "Durante la navigazione il comandante della navigazione marittima esercita le funzioni di ufficiale dello stato civile, secondo l’ordinamento dello stato civile". Questa disposizione si applica anche quando la nave si trova all’ancora, in un porto, e non sia possibile promuovere l’intervento della competente autorità della Repubblica o quella consolare. Il comandante della nave è tenuto a svolgere funzioni di ufficiale di stato civile secondo le relative norme, in caso di nascite, morti, matrimoni in imminente pericolo di vita, testamenti e scomparizioni in mare (artt. 204 e sgg.).
[2] Decreto Ministeriale del 30 novembre 2007 “Qualifiche e abilitazioni per il settore di coperta e di macchina per gli iscritti alla gente di mare” e Decreto Ministeriale del 17 dicembre 2007 "Programmi di esame per il conseguimento delle abilitazioni per il settore di coperta e di macchina per gli iscritti alla gente di mare", pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.13 del 16/01/2008 - Supplemento Ordinario n. 12.
[3] La riforma è stata attuata a partire dall’anno scolastico 2010/2011.
[4] La stazza è l’unità di misura del volume di un’imbarcazione. Stazza lorda: comprende tutti i volumi interni della nave, compresi gli spazi della sala macchine, dei serbatoi di carburante, le zone riservate all'equipaggio. Si misura partendo dalla superficie esterna delle paratie. Una tonnellata di stazza (valore differente dalla tonnellata) equivale a 2,83 metri cubi.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
Cosi' e' !
