Invictus ha scritto:
magari ne farò una sola ma ritengo sia una cosa da provare

se cominci .... non finisci più... imparando ad organizzare le piccole cose, i tempi, e acquisisci velocità di azione nell'atterrarci come se fosse un porto... solo che è naturale...
Ne ricordo tante e ne racconto una. Tornavo da Minorca e m'ero sparato 180 NM dalla mattina presto. Giunto a Stintino nel primo pomeriggio ho buttato l'ancora per fare un bagnetto. Acqua meravigliosa ma era fine agosto e l'affollamento disturbava la magia di quei luoghi. Avevo dato uno sguardo intorno con occhio clinico ed indagatore, memorizzando il "mio" posto per la notte. Dopo essermi ripreso dalla stanchezza rientrai al porto di Stintino per due ragioni. La prima, dissetare i due bestioncini da 300HP, la seconda sbarcare per ricordarmi come fosse fatta la terraferma.
A Stintino si può fare con una certa flessibilità, gettando l'ancora nel riparo del porto di fronte alla spiaggetta e sbarcando con il tenderino.
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Appoggiati i piedi a terra... ho barcollato... mi sentivo un bambino ai suoi primi passi. Le gambe si sono abituate a fatica a questa strana sensazione di duro sotto ai piedi. Un pò di spesa, frutta, poche cose, poi il ristorante che avevo già prenotato appena sbarcato ....mi aspettava... sul lungo mare... con lo sfondo dell'acqua e, al centro del quadro, la mia bimba a risposo, con la luce di fonda accesa.
A pancia piena di buon pesce e ottimo vermentino, barcollai, ma questa volta non per il mal di mare, verso il mio tenderino sulla spiaggia. Come un segugio da riporto mi aspettava, per trasportarmi dalla bimba che non era ancora paga della navigazione. E neanche Io!
Motore 1, motore 2, e poi via sui pulsanti....luci di via, strumentazione, radar, eco, ais, autopilota, raymarine con display in modalità notte, mentre i motori russavano delicatamente accompagnando il rito. Ero asciutto e caldo, la serata baciata dalla secca brezza del maestrale... un'aria condizionata naturale impagabile ed ineguagliabile.
Salpo mentre la gente sul lungo mare si chiedeva dove stessi andando... - lo so io - mi risposi.
Marcia avanti e velocità da traina... l'acqua era uno specchio illuminato dalle stelle tagliato dalla lunga scia bianca della luna.... non volevo accelerare per non rompere la magia del rumore dell'acqua che sembrava sciogliersi sul mascone, con un massaggio.
Il radar e l'eco dicevano tutto quello che ce'era da sapere... il resto era solo acqua sciolta sotto una coperta di stelle... L'autopilota conduceva alla mia meta, addocchiata nel pomeriggio, la cala Grande dell'isola Piana.
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Dopo venti minuti arrivai in rada. Sbirciai per istinto in acqua... dove il turchese aveva lasciato posto ad un nero puntato dal bianco delle stelle... mi guardo intorno e vedo solo il profilo della costa avvolgermi come un recinto naturale e rassicurante. L'ancoraggio fu rapido e veloce .... molto più di qualsiasi ormeggio in porto.
Il caffè per la mattina era pronto dal pomeriggio, dentro la meravigliosa moka elettrica, una delle dotazioni di bordo che si è rivelata assolutamente essenziale.
Nonostante la grande stanchezza, ho faticato a prendere sonno...la magia del silenzio, avvolto dal leggerissimo soffio del fresco maestrale allontanava Morfeo... poi crollai...
La mattina la mia sveglia fu l'alba, che entrava in cabina con il suo riflesso sull'orizzonte del mare. Allungai la mano per dare il via alla moka... che mi risvegliò al primo borbottio. Il caffè, splendidamente bollente, mise in moto tutto il corpo. Uscii, per godermi la seconda parte del fantastico film della natura: quello dell'alba solitaria in rada. L'acqua ha un colore nuovo, diverso, ed i toni sono tutti pastello. Il cielo era così terso che il sole già scaldava la pelle. Decisi che dovevo ringraziare la natura di quella incredibile piscina... scesi lentamente in acqua...le bracciate sull'acqua erano l'unico suono a rompere il silenzio di quella magia.
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Una volta asciutto ricominciai la mia check list di partenza... Stintino, a poche miglia, era già storia.. la mia prua era per la Corsica mentre smangiucchiavo del pane!!!...
Il porto?... era a poche miglia, ma per me erano milioni....
Ora, caro Giovanni, dimmi come faresti a tornare in porto!!!

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