Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

La passione che ci accomuna.
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

RAID DELLE TRE REGIONI
Venite tutti a bordo del mio gommino attrezzato per il campeggio nautico a largo raggio per raggiungere insieme Cabo de Gata toccando tre regioni: Valencia, Murcia e Andalucia.
Una indimenticabile, fantastica avventura immersi in una natura meravigliosa tra sorprendenti scoperte e piccanti momenti di navigazione con mari fin troppo impegnativi per uno smontabile.
Percorreremo insieme 216 miglia con 10 tappe nel corso di 14gg.

N.B. - Per meglio immedesimarsi nel seguente diario di viaggio suggerisco di leggere integralmente i testi accompagnati dalle foto. Grazie.
_____________________________________________________________

Preambolo

Se qualcuno mi chiedesse le motivazioni che mi hanno spinto, coi miei 66 anni, a rituffarmi in una nuova straordinaria avventura da Cabo Roig alla Isleta del Moro di Cabo de Gata (Almeria) col mio smontabile di 3,25m motorizzato 10hp, ammetto di non poter fornire alcuna risposta tranne forse quella, per sua natura irrazionale, della grande passione per il mare e la navigazione in gommone che mi accompagna fin dalla tenera età.
Al contrario molte sarebbero state le motivazioni per rinunciarvi dopo aver rischiato per ben 3 volte di capovolgermi con mare tempestoso nel corso del precedente raid dello scorso 2014:
le-nostre-avventure-f67/vi-racconto-la- ... 12729.html
le-nostre-avventure-f67/vi-racconto-la- ... 12731.html
Alla luce di quella mia prima esperienza ho voluto migliorare l'aspetto della sicurezza introducendo due nuovi elementi: fissare un pallone sul cofano del fuoribordo e predisporre un'àncora galleggiante.
le-nostre-avventure-f67/preparazione-nu ... 13257.html
In caso di disarcionamento e ribaltamento a seguito di mare mosso con l'àncora in acqua il battello si disporrà stabilmente con la prora contro le onde mentre il pallone manterrà fuori dall'acqua il motore scongiurandone l'allagamento. Inoltre il battello resterà fortemente inclinato da un lato e sarà quindi più facile riaddrizzarlo agendo su di una cima all'uopo predisposta.
1.PALLONE.simulazione ribaltamento..jpg
Simulazione riaddrizzamento gommone capovolto.

_____________________________________________________________

Un'avventura meravigliosa

Ebbene posso dire che grandissima è stata la soddisfazione personale nel portare felicemente a termine l'impresa fino a raggiungere la Isleta del Moro nella testata di Cabo de Gata dopo un percorso complessivo a/r di oltre 216 miglia con 10 tappe nel corso di 14gg.
Ancora una volta una straordinaria e coinvolgente avventura che mi ha portato a conoscere luoghi di spettacolare bellezza. Deliziosi paesini incastrati tra montagne prospicenti un mare profondo e trasparente. Spiagge incontaminate inserite in una natura selvaggia nella quale mi sono immerso purificandomi lo spirito oltre alle numerose immersioni in apnea effettuate in quei fondali vertiginosi.
Nondimeno ho potuto giovarmi di contatti con persone squisite accomunati dalla stessa passione per il mare e la natura e affascinate dalla mia avventurosa esperienza di campeggiatore nautico.
Lo Zodiac fastroller 3,25 si è confermato il mezzo ideale per praticare il vero campeggio nautico con una libertà di movimento a 360º per atterrare a piacimento nelle spiagge più nascoste e trainarlo sulla battigia grazie alle 4 ruotine di cui è dotato, visitare le grotte tra le pareti a picco ecc.

Ma c'è il rovescio della medaglia che condisce con molto pepe questo genere di avventure con uno smontabile: la navigazione con mare formato. Non sempre è sufficiente assicurarsi delle buone condizioni meteo per navigare e può capitare di trovarsi coinvolti in intense folate di venti locali imprevedibili.
In queste zone si alternano due venti dominanti: il levante da Est/N-Est e all'opposto il libeccio da S/S-Ovest. Il primo proveniente dal largo gonfia il mare con spettacolari onde alte frangenti, il secondo viene da terra e genera onde corte frangenti ravvicinate e secche.

Di seguito descriverò il racconto del raid con un paio di episodi che ho vissuto lungo il percorso in navigazione davvero difficoltosi.
_____________________________________________________________
0.CopertinaTitolata.jpg
Un percorso a/r di 216 miglia durato 14gg con pernottamenti a terra corrispondenti a 10 tappe.
00.CartinaAndata (FILEminimizer).jpg
Cartina col percorso di andata.
____________________________________________________________
____________________________________________________________

Diario di bordo RAID DELLE TRE REGIONI: Valencia, Murcia, Andalusia.

PRIMA TAPPA CALA REONA (andata28luglio)

Ore 8,30 del 28 luglio 2015 - Partenza da Cabo Roig
Eccomi pronto a partire dalla spiaggia di Cabo Roig col mio Zodiac organizzato per il campeggio nautico a lungo raggio.
2.PartenzaCaboRoig28.7.2015 (FILEminimizer).jpg
3.CaricoProra (FILEminimizer).jpg
Organizzazione del carico e accessori a prora.

A prora estrema una borsa contiene il sacco a pelo ed un minimo di vestiario. Una seconda borsa contiene alcuni viveri oltre agli accessori per l'igiene personale.
Poi c'è la tenda Quechua unitamente al materasso gonfiabile.
Seguono un salvagente ed infine un borsone con all'interno il serbatoio benza, l'àncora con catena e tutte le dotazioni di legge e documenti. La riserva d'acqua è costituita da due bottiglioni di 2,5l. ciascuno.
Tale carico bilancia perfettamente i pesi di pilota e motore a poppavia rendendo la navigazione ottimamente bilanciata in tutte le andature. Inoltre esso è ben fissato aderente il pagliolo per fare in modo che, anche in caso di ribaltamento del battello, rimanga all'asciutto fuori dall'acqua incastrato tra i due tubolari.
4.CaricoPoppa (FILEminimizer).jpg
Organizzazione degli accessori a poppa.

A poppa la postazione di guida sulla panchetta è resa confortevole da un salvagente della giusta morbidezza per salvaguardare le chiappe.
Sullo scalmo del remo di sinistra è fissata una cima rossa sdoppiata e annodata ad intervalli di 50cm. Essa assolve a 3 funzioni: 1) ormeggio ai gavitelli/boe per i pernottamenti in acqua, 2) scaletta per la risalita a bordo, 3) punto di forza per riaddrizzare il battello in caso di ribaltamento.
Nello scalmo opposto è a portata di mano l'ombrello dell'àncora galleggiante che entra in azione in caso di disarcionamento/ribaltamento.
Infine c'è il pallone giallo fissato sul cofano del fuoribordo per scongiurare il suo allagamento in caso di rovesciamento.
All'inizio il suo aspetto antiestetico lo giustificavo per la funzione prioritaria di sicurezza ma ora ci sto facendo l'occhio e... vuoi vedere che alla fine finirà per apparirmi bello e simpatico?
____________________________________________________________

Finalmente si parte.

Grande è l'entusiasmo alla partenza consapevole dell'obbiettivo ambizioso che mi sono posto.
Il mare è calmo e non appena do un minimo di potenza il gommone si posiziona stabilmente in assetto planante dopo una lieve cabrata già alla velocità di circa 8 nodi. A 1/3 di gas raggiungo la mia andatura di crociera di circa 12 nodi che mi consente un'autonomia di circa 56/58 miglia con un pieno di 12l.

Doppiato Cabo Roig la costa si mantiene bassa con una lunga spiaggia fino al porticciolo di S. Pedro del Pinatar che segna il confine tra la regione di Valencia e quella di Murcia.
5.LaManga (FILEminimizer).jpg
La Manga del Mar Menor è una lingua di terra superurbanizzata. Ad est il mare aperto, a ovest un grande bacino di mare chiuso.

Da qui si sviluppa la Manga del Mar menor che ricorda la nostra laguna veneta. Una lingua di terra superurbanizzata di oltre 11 miglia divide il mare esterno da un bacino interno collegato da un canale al mare aperto.
6.IslaGrosa (FILEminimizer).jpg
La Isla Grosa dal lato ovest con l'unica spiaggia ove ha sede la casa del guardiano.

Ad appena un miglio di fronte alla Manga spicca la Isla Grosa alta 95m. Un parco naturale con divieto di sbarco nell'unica spiaggetta ad ovest ove risiede la casa del guardiano (la foto in controluce la rende appena visibile).
7.CaboPalos (FILEminimizer).jpg
Il faro di Cabo de Palos visto dalla spiaggia a nord. Al largo si nota appena il gruppo delle isole Hormigas parco marino protetto.

Approdo a Cabo de Palos ove in banchina rifaccio il pieno con appena 3,6l. Relax con balneazione nella bella spiaggia a nord con vista dell'imponente faro che segna la punta più avanzata.
Al largo c'è il gruppo delle isole Hormigas parco marino protetto e meta preferita dai numerosi centri dyving presenti nel porto. Alle 14 pranzo al ristorante Miramar.
8.CalaReona1 (FILEminimizer).jpg
Cala Reona vista dal mare.
Nel tardo pomeriggio riparto verso sud alla ricerca di una spiaggetta ove effettuare il mio primo pernottamento. Dopo 1 miglio mi ispira Cala Reona dove atterro percorrendo il corridoio delimitato dalle boe gialle che fa capo ad un centro noleggio di tavole serf e cayak.
9.CalaReona2 (FILEminimizer).jpg
Tenda montata sul gommone pronta per il pernottamento a bordo.

Verso sera monto la tenda ma preferisco ormeggiarmi all'ultima boa del corridoio per trascorrere la notte sull'acqua perché questa spiaggia è frequentata da giovani un po' rumorosi nelle ore di riposo.
9bis.InternoTenda.jpg
Davvero comodo il riposo notturno su di un materasso 190x120.

Su di un materasso di 190x120cm mi faccio delle dormite favolose e al mattino mi sento in perfetta forma con un rinnovato entusiasmo per riprendere la mia straordinaria avventura di navigatore solitario.

L'adozione di 4 ruotine fissate a poppa, su bracci ribaltabili durante la navigazione, costituiscono un punto di forza di questo battello per praticare il campeggio nautico a tutto campo.
Dopo averle abbassate giungo a terra col motore in spinta finché esse toccano il fondo senza alcun rischio di sbattere col piede o l'elica che si trovano 50cm dietro di loro in acque più profonde. Dopodiché spengo il motore e scendo a terra tirando dal maniglione di prora fino ad arrivare al culmine della battigia.
Questa operazione è agevolata sia dal peso complessivo del gommo ridotto al minimo e sia dall'appoggio a terra delle 4 ruotine che si affossano poco anche sulla sabbia asciutta.
Infine, dal momento che le ruotine sollevano la poppa rispetto alla prora più bassa, è facile trovare una posizione nella quale la pendenza contraria della battigia manterrà il gommo perfettamente orizzontale pronto ad accogliere la tenda che monterò sugli apici dei tubolari.
In questo modo ho realizzato un gommone cabinato e semovente sia a terra che in acqua alla boa o all'àncora qualora non fosse possibile stazionare sulla spiaggia.

(continua...)
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Openboat
Socio Fondatore
Messaggi: 18716
Iscritto il: 09 gen 2009, 21:47
Imbarcazione posseduta: Gobbi e tutte quelle degli amici
Dove Navighiamo: Adriatico:tutto
Località: Rimini-Ravenna

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Openboat »

Oooohhh! Finalmente...ci voleva Giacomo per fare un bel reportage!!! :smt038 :smt038 :smt038
God is my copilot
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

Openboat ha scritto:Oooohhh! Finalmente...ci voleva Giacomo per fare un bel reportage!!! :smt038 :smt038 :smt038
Grazie Giuseppe... mi sto organizzando per proseguire con l'inserimento del proseguo del diario. :smt023 :smt023
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

SECONDA TAPPA CALA LEÑO (andata29luglio - mare quasi calmo/poco mosso)

L'indomani mattina, dopo colazione, riprendo la navigazione verso sud godendomi una costa che da Cabo de Palos prosegue con montagne ripide che si tuffano in un profondo mare blu alternando punte e golfi pieni di insenature e graziose spiaggette irraggiungibili da terra.
Il mio obiettivo è di fare la seconda tappa nei pressi di Mazarrón oltre Cabo Tiñoso.
10.PuntaAcho (FILEminimizer).jpg
Punta Acho lungo la costa verso Cartagena.

La tecnica di puntare dritto sulle punte più avanzate visibili tagliando i golfi è molto redditizia per coprire lunghe distanze in breve tempo.
-------------------------------------------------
BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!
Mentre scivolo veloce sull'acqua, la mente si svuota fino a respingere i pensieri più reconditi. Allungo una mano fuori bordo per accarezzare l'acqua di quel mare che mi rapisce il cuore mentre vedo scorrere come un film il profilo della costa.
Adesso gli occhi zummano la punta più avanzata di una montagna lontana che mette un piede nel mare trasformandosi in un meraviglioso fondale marino pullulante di vita.
Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso... ora sono felice.
Grazie fratello Monte! Grazie fratello Mare!

-------------------------------------------------
11.Cartagena (FILEminimizer).jpg
Golfo di Cartagena.

Superato il paesino di Portman, che in epoca passata è stata base di minatori impegnati nelle varie miniere presenti nella zona, ormai mi avvicino al golfo di Cartagena antico porto romano ben riparato da tutti i venti.
12.jpg
Cabo Tiñoso in avvicinamento.

Presto giungo in vista di Cabo Tiñoso sul quale faccio rotta. Si tratta di una spettacolare montagna che si protende in mare aperto per quasi 4 miglia al largo rispetto alla linea costiera. La sua testata è larga oltre 3 miglia e la carta nautica riporta una batimetrica di 75/80m di profondità adiacenti le sue pareti verticali.
Doppiata la punta sono incuriosito da una pinna che vedo muoversi a pelo d'acqua. Penso subito ad un sub apneista e mi mantengo a debita distanza. Stranamente però non noto alcun pallone segna-sub nei dintorni e così la curiosità aumenta avvicinandomi a lento moto. Sorpresa! si trattava di una grande tartaruga marina che nuotava in superficie. Giunto a pochi metri da essa spengo il motore per non spaventarla e... che emozione! la tartaruga solleva la testa e mi lancia uno sguardo che resterà per sempre impresso nella mia memoria.
Subito raggiungo il cellulare per fotografarla. Il tempo di accenderlo, selezionare la funzione foto e... dov'è finita la mia tartaruga? Scomparsa! Indosso la maschera e giù la testa sott'acqua... niente, solo blu profondo. Peccato, quando mai mi si ripresenterà un'occasione simile?
Nel circondario de capo sotto il faro risiede una grande comunità di gabbiani che si tuffano nel vuoto per cacciare nelle pescose acque del capo.
13.jpg
Punta dell'arco sulla testata di Cabo Tiñoso.

Poco più avanti raggiungo la punta dell'Arco ambita meta dei sub con autorespiratore per la presenza di bellissime grotte e grosse cernie che si lasciano avvicinare e fotografare.
14.jpg
Tre sub si apprestano ad immergersi in quelle acque limpidissime.

Nell'insenatura successiva saluto un gruppo di tre sub che si accinge ad immergersi. Tra loro c'è anche un italiano di Brescia. Ciao amici, buona immersione.
15.IngressoCalaCerrada1 (FILEminimizer).jpg
16.IngressoCalaCerrada2 (FILEminimizer).jpg
17.CalaCerrada3 (FILEminimizer).jpg
Cala Cerrada.

In un luogo tanto meraviglioso e spettacolare come questo immerso in quelle acque color inchiostro, non poteva mancare un angolo di paradiso di rara bellezza: la Cala Cerrada (cala chiusa) meta esclusiva di molti diportisti. Dalla parete si apre l'ingresso in una grande insenatura con acque basse cristalline. Sullo sfondo c'è una bellissima spiaggia ove approdare e fare campeggio. Deciso! è qui che farò tappa al ritorno da Cabo de Gata.

Doppiata la fine della testata punto dritto su Mazarrón ove farò tappa per il pranzo. È un bel paesino a ridosso di un'insenatura e protetto da un'isoletta.
18.Mazzaron (FILEminimizer).jpg
Ormeggio ad una boa a Mazarrón per pausa pranzo.

Dopo il pieno di benzina è ormai mia consuetudine ormeggiare in una delle boe gialle che delimitano i corridoi e le aree dedicate ai centri scuola di winserf e kayak presenti in tutti i porti e in molte spiagge raggiungibili da terra.
È singolare come questo gommo stenti ad essere inquadrato nel panorama dei mezzi naviganti in Spagna. Non può definirsi un gommone essendo inferiore ai 4m (secondo i parametri locali). Si potrebbe definirlo un tender ma poi non si trova la barca madre dalla quale è stato varato. Non è una barca perché mancano i connotati minimi di base. Ma allora cos'è? Forse un Kaiak... ma cosa ci fa quel motore attaccato?
Fatto sta che ovunque vado lo parcheggio in spiaggia tra i pedalò e le canoe oppure lo ormeggio ad una boa senza alcuna obiezione da parte dei locali. Nei porti entro senza che nessuno si smuova e lo ormeggio in seconda andana col benestare degli armatori i quali, all'occorrenza, mi rifanno l'ormeggio a fianco di un'altra barca.
19.jpg
Al ristorante una cameriera mi invita a visionare il menù e sedermi a tavola.

In un ristorante sul lungomare vengo coccolato da questa giovane cameriera per convincermi a sedermi a tavola. Come fare a dirle di no? È troppo bella ma... forse un po' troppo giovane per me.

Nel pomeriggio riprendo la navigazione verso sud per organizzare il mio secondo pernottamento.
Ora la costa si presenta sempre rocciosa ma piuttosto bassa e numerose sono le insenature ove potrei atterrare.
Dopo 3-4 miglia mi fermo in una baia denominata Cala Leño.
21.jpg
22.jpg
Tenda montata pronta per trascorrere la notte. Sullo sfondo si intravede il promontorio di Cabo Cope.

Ci sono altri campeggiatori nella baia che stazionano qui coi loro camper e tende grazie ad una strada sterrata che la rende accessibile.
In un posto così isolato e selvaggio mi piace fare qualche bella immersione fuori dalla baia. L'acqua è calda e cristallina. Il fondale è ricoperto da grandi prati di posidonie misti a sabbia. Raggiungo i 7-8m per ammirare alcuni branchi di salpe e occhiate.
Verso sera, dopo aver fatto uno spuntino, monto la tenda pronto per trascorrere la notte.
Ormai ho acquisito un ritmo in perfetta armonia con la natura: a letto col sopraggiungere della notte e sveglia poco dopo l'alba. In questo modo navigo sempre di buon mattino quando il mare è più calmo perché non risente ancora dei venti termici che si attivano dalla tarda mattinata.

Ora posso gustarmi tutto il sapore afrodisiaco di quest'avventura di navigazione a tappe susseguenti lungo la costa che non comporta alcuna necessità di tornare alla base di partenza come avviene per le escursioni giornaliere.
Sono miei compagni di viaggio il gommone, il mare, il cielo, la costa e i monti che mi avvolgono tutt'intorno.
È una sensazione di libertà bellissima!!... È un sogno meraviglioso!!
____________________________________________________________

TERZA TAPPA CALARREONA (andata30luglio)
Di buon'ora smonto la tenda e dopo colazione riparto puntando su Cabo Cope la cui sagoma appare già in lontananza.
23.CaboCope1 (FILEminimizer).jpg
Prime propaggini di Cabo Cope nord.
Con venti deboli la superficie del mare appare un po' deformata ma lo Zodiac naviga ancora bene alla velocità minima della planata finché giungo a ridosso del Capo.
24.CaboCope2 (FILEminimizer).jpg
Cabo Cope.
Sono sempre spettacolari le pareti rocciose che sprofondano a picco nel mare. Mi piacerebbe fermarmi per esplorare il fondale, ma è impossibile ancorarsi su di un fondale di quasi 80m.
In tutte le punte montuose avanzate sul mare è raro vedere la superficie liscia. Più spesso - come nel mio caso - si incrociano correnti d'aria provenienti dalla sommità del monte che si scontrano con quelle dominanti provenienti dal mare. Le onde così generate rimbalzano contro la parete rocciosa accavallandosi con quelle in arrivo. Il risultato è quello di un mare turbolento che rende la navigazione difficoltosa.
Meglio allontanarsi dalla parete e planare alla minima velocità possibile.
25.CaboCope3 (FILEminimizer).jpg
Punta sud di Cabo Cope.

Giunto alla fine del Capo faccio rotta su Aguilas che vedo già apparire in diagonale lungo la costa.
Data l'abbondante riserva di carburante della quale ancora dispongo, decido di rimandare al mio ritorno da Cabo de Gata la visita alla città e così mi dirigo poco oltre fino a raggiungere la grande spiaggia di Calarreona con l'intento di pranzare e fare base per trascorrere la notte.
Imboccato un corridoio d'atterraggio al limite nord della spiaggia mi ormeggio sull'ultima boa verso terra.
Ora mi abbandono ad una rinfrescante balneazione in accoglienti acque limpide e calde in compagnia di altri bagnanti.
Dopo poco vengo richiamato da un giovane con maglietta della Croce Rossa che mi invita a raggiungerlo sulla spiaggia.
Come più o meno mi aspettavo egli mi informa di trovarmi in una zona protetta con divieto di accesso e stazionamento per qualsiasi imbarcazione. Allora gli ho chiesto se potessi tirare a secco il gommo nell'angolo estremo della spiaggia per riposarmi un paio di ore. Egli acconsente con riserva di verifica coi suoi colleghi perché una situazione simile non gli era mai capitata.
Ruotine giù ed eccomi parcheggiato sulla battigia. Poi raggiungo la loro base e faccio conoscenza con altri giovani crocerossini i quali restano increduli e affascinati dal racconto della mia navigazione e dal proposito di raggiungere Cabo de Gata. Finalmente il loro atteggiamento, apparentemente ostile, si trasforma in curiosità e ammirazione ed in gruppo vengono ad esplorare quel gommino stranamente attrezzato per praticare il campeggio nautico praticamente sconosciuto in Spagna.
Ora siamo diventati amici e così... avanti con una foto di gruppo davanti al mio Zodiac e al loro gommone di salvataggio (la sto ancora aspettando via e-mail per inserirla) e persino l'autorizzazione a pernottare con tanto di comunicazione alla Guardia Civil della targa del natante.
29.Calarreona1 (FILEminimizer).jpg
Terza tappa a Calarreona.
30.Calarreona2 (FILEminimizer).jpg
È notevole lo spazio libero tra la panchetta e la poppa grazie al motore che resta verticale.

C'è tanto spazio a poppa grazie al motore che resta in verticale. Posso sedermi sulla panchetta che mi agevola l'ingresso nella tenda. Nelle spiagge ove staziono il piede e l'elica, incastrati tra i coni di poppa e aderenti alla sabbia, non sono pericolosi per i bagnanti - tra cui molti bimbi - che camminano sulla battigia sfiorando il gommone.

(continua...)
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
gio72
Moderatore
Messaggi: 7500
Iscritto il: 22 mar 2010, 23:41
Imbarcazione posseduta: Sea Ray Seville 4-3 Gi volvo penta Dp
Dove Navighiamo: Golfo Trieste, Istria, Laguna di Grado e dintorni.
Località: Cormons (Go) e/o Dobrovo (Slo)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da gio72 »

Ciao Giacomo. ..sei un mito...con i tuoi 66 anni sei da stimolo per tutti noi. ..giovincelli. .COMPLIMENTI!

Inviato dal mio ALCATEL ONE TOUCH 993D utilizzando Tapatalk
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

QUARTA TAPPA PIEDRA DEL SOMBRERICO (andata31luglio-1agosto)

La mattina del 31 luglio sveglia e colazione di buon'ora per raggiungere e visitare la città di Garrucha ove rifarò il pieno e mi ristorerò per poi effettuare la mia quarta tappa in una spiaggia nei dintorni.
Il mare si mantiene calmo e dopo poche miglia supero Punta Parda che segna il confine tra la regione di Murcia e quella della Andalucia.
Il cielo è 9/10 coperto e all'improvviso assisto ad un fenomeno che già conoscevo ma che stupisce sempre per la sua spettacolarità essendo in grado di ipnotizzare gli occhi e la mente: un'apertura tra le nuvole ove il sole crea un fascio di luce che raggiunge la superficie del mare.

-------------------------------------------------
BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!
31.Squarcio tra le nuvole (FILEminimizer).jpg
All'improvviso mi lascio rapire da uno squarcio tra le nuvole che lascia passare un fascio di luce intenso e misterioso.
Sembra l'occhio del Creatore che ammira la sua opera restando egli stesso meravigliato da tanta bellezza e perfezione.
Spontaneamente mi pongo un interrogativo inquietante: riuscirà l'uomo a custodire e proteggere questo immenso tesoro che la natura ha perfezionato dopo milioni di anni di paziente lavoro?
Grazie Padre Creatore!

-------------------------------------------------

Ora proseguo la navigazione adiacente una costa bassa che alterna tratti rocciosi a belle spiagge frequentate da numerosi bagnanti.
Dopo circa 15 miglia ecco apparire la cittadina di Garrucha nel cui porto approdo e mi ormeggio nella banchina ove ha sede il distributore di carburante.
Nel lungo braccio del molo guardiano che potregge il mare aperto si notano montagne di gesso pronte per essere imbarcate sulle navi con grandi gru mentre è frenetico il via vai di camion che movimentano quel materiale che costituisce una importante risorsa economica della zona.

È lo stesso addetto alla pompa di benzina che mi fornisce le giuste informazioni per fare tappa in una bella spiaggia verso sud dopo la torre del Pirulico. Egli mi autorizza altresì ad ormeggiarmi alla fine della banchina per visitare il paese e pranzare.
Ormai è consuetudine di molte persone che ammirano incuriosite il gommone, di chiedermi a cosa serve quel grosso pallone giallo fissato sul motore.
Pronta la risposta: "in caso di mare mosso lo riempio di elio per sollevarmi in aria e navigare tra le nuvole (!?!?)". Siccome lo dico restando serio, l'interlocutore sgrana gli occhi e lo vedo fare sforzi sovrumani per non scoppiare in una sana risata liberatoria. Sono io stesso ad allentare la tensione dando il via libera a gustose risate congiunte.

La visita alla città rivela la sua vocazione turistica con una corposa zona residenziale adiacente ad una bella spiaggia che si protende verso nord per circa 3 miglia.
Pranzo a base di pesce in un ristorante sul mare e breve relax prima di riprendere la navigazione verso sud.
32.TorrePirulico (FILEminimizer).jpg
Torre del Pirulico.

Come indicato dal benzinaio dopo 6 miglia avvisto la Torre del Pirulico oltre la quale si alternano numerose spiaggette incastonate tra le rocce.
33.PiedraSombrerico1 (FILEminimizer).jpg
Spiaggia Piedra del Sombrerico.


Mi convinco a fare base alla Piedra del Sombrerico così chiamata perché c'è una roccia che sporge dall'acqua a forma di sombrero.
34.PiedraSombrerico2 (FILEminimizer)xxx.jpg
Essa è ben riparata dai venti da N/E.

Questa spiaggia è anche conosciuta per il profilo della montagna che la racchiude a nord che riprende la forma della testa di un cane.
35.PiedraSombrerico3 (FILEminimizer).jpg
Vista verso sud della spiaggia.

Verso sud si scorge lontana la Punta de los Muertos sul lato della quale c'è Carboneras meta della mia prossima tappa.
36.PiedraSombrerico4 (FILEminimizer).jpg
Sulla sommità della spiaggia c'è un chiringuito ove posso ristorarmi.

La presenza di un ristorante poco distante mi convince a stabilirmi qui per un paio di giorni contando di fare qualche bella immersione ai due lati della spiaggia.
Per la verità tali immersioni si riveleranno piuttosto scarse per via del fondale poco profondo e con una sospensione che ha intorbidito l'acqua.
37.PiedraSombrerico5 (FILEminimizer).jpg
Si chiama José Luis il padre di questa simpatica famigliola.

In compenso faccio conoscenza con una simpatica famigliola spagnola il cui padre José Luis svolge l'attività di impresario musicale. Mi piace vederli affascinati dalla mia singolare avventura e alla fine ci scambiamo i contatti prima di salutarci.

Dopo la prima notte mi viene voglia di assistere al sorgere del sole approfittando del cielo sgombro da nubi.
-------------------------------------------------
BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!
38.PiedraSombrerico6 (FILEminimizer).jpg
Il sole basso del mattino si riflette sulla superficie del mare donandole la brillantezza di un diamante.
Dopo centinaia di migliaia di anni ancora una volta questa stella meravigliosa brillerà alta nel cielo irradiando la superficie del pianeta innescando i processi di fotosintesi del regno vegetale che produrranno l'ossigeno vitale per le catene alimentari del regno animale sopra e sotto la superficie del mare.
Un miracolo di bellezza e perfezione di cui l'uomo, distratto dal proprio egoismo e dalle sterili rivalità, sembra non esserne ancora pienamente consapevole giungendo ad alterarne i delicati equilibri.

Grazie fratello Sole!
-------------------------------------------------

(continua...)
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

QUINTA TAPPA CARBONERAS (andata2-3agosto)

Dalle informazioni raccolte il solito levante che dal pomeriggio di ieri aveva ripreso a soffiare di buona lena, doveva continuare anche oggi stabilizzandosi ad una velocità di 20-25km/ora.
Ero consapevole che non erano quelle le condizioni migliori per raggiungere Carboneras e tuttavia, dopo 2gg. di permanenza in quella spiaggia, era maturata la voglia di ripartire verso quell'obiettivo già visibile alla partenza e distante solo 7-8 miglia oltretutto giovandomi del vento in poppa.

Non appena mi affaccio in mare aperto fuori dall'ansa, un vento robusto continuo e onde corpose - sia pure con pochi frangenti - mi fanno capire di dover affrontare una navigazione sofferente da condurre con la massima attenzione.
Decido così di organizzare a bordo lo stato di allerta - che avevo già previsto come eventualità - nel seguente modo:
-- indosso il giubbino di salvataggio serrando le cinghie del girocollo e quelle in vita dopo essere passate sotto il cavallo,
-- libero la cima dell'àncora galleggiante e la raccolgo in caduta sotto la postazione di guida mentre trattengo con la mano destra il suo ombrello assieme al maniglione sul tubolare,
-- libero in caduta sul pagliolo la cima rossa fissata allo scalmo del tubolare opposto affinché essa sia immediatamente disponibile per riaddrizzare il battello eventualmente ribaltato,
-- indosso il collare col cellulare acceso nella sua custodia stagna,
-- blocco il piede del motore affinché esso non si ribalti in posizione tilt rendendo meno efficace il sostentamento dello stesso fuori dall'acqua da parte del pallone in caso di ribaltamento.

Le tecniche di conduzione di uno smontabile sul mosso nei settori di poppa/giardinetto annovera diverse scuole di pensiero talvolta contrastanti tra loro.
Quella da me adottata - congeniale al mio stile di guida - è la seguente: senza mai perdere la planata mi lascio raggiungere da poppa da un'onda restando in diagonale al giardinetto sul suo pendìo discendente, dosando motore e sterzo, senza mai farmi raggiungere dalla sua cresta frangente finché la sua energia si esaurisce e così di seguito con le altre onde che continueranno a raggiungermi da poppa. Alternando continuamente i due giardinetti, con tempi opportunamente diversi per ognuno, posso così realizzare qualsiasi rotta nei 180º relativi all'avanzamento.

Eccomi dunque in navigazione verso la nuova meta con vento e onde che incalzano il mio Zodiac al giardinetto. Ciononostante la navigazione procede ancora abbastanza bene navigando in planata più o meno alla stessa velocità delle onde di circa 9-10 nodi.
Bene così per le prime 2-3 miglia finché sulle mie spalle avverto aumentare la pressione del vento.
Le conseguenze sono immediate: aumento progressivo dell'altezza delle onde ed incremento delle loro creste che adesso rotolano fragorosamente in avanti schiumando.
Questa malsana progressione inizia a preoccuparmi e preferisco allargarmi un po' verso il mare aperto per ottenere maggiori spazi di manovra in caso di emergenza impressionato com'ero dai fine corsa delle onde sulla costa rocciosa che esplodevano sollevando paurose fontane d'acqua schiumata.
Ma ora la situazione cominciava a farsi difficile soprattutto per l'esagerata altezza di quelle onde le cui dimensioni, necessariamente stimate a occhio, preferisco non menzionare per non espormi a comprensibili perplessità da parte dei lettori.
In cinquant'anni di navigazione in Mediterraneo credo di non aver mai visto un mare formato fatto in quel modo neppure nei tempestosi mari greci. L'energia prodotta dalla pressione del vento - direi non eccessiva entro i 30-35km/ora - si espletava nell'incremento dell'altezza delle onde e nella loro velocità di avanzamento ad almeno 12/13 nodi (ho letto che possono raggiungere i 15). La parete discendente - solitamente molto ripida - era invece di poco più inclinata di quella risalente e le creste frangenti delle loro sommità si diluivano in striscioni sbiancati obliqui lungo la stessa parete. Infine il loro fronte era irregolare e imprevedibile perché si incrociavano con altre onde provenienti ai loro lati.

Com'è possibile tutto ciò? Osservando la carta nautica ho rilevato che in quel tratto di mare ci sono linee batimetriche molto profonde: ad appena 2,5mgl dalla costa ci sono 778m di profondità ed un miglio oltre ce ne sono 1132.
Sappiamo che per legge fisica tutti i bacini d'acqua, esposti all'azione del vento, ingenerano un moto ondoso le cui altezze cavo-cresta sono in relazione diretta con la loro profondità.
Dunque, nella fattispecie, è proprio questa particolarità a determinare la formazione di onde che, quando soffia il levante da N-Est, assumono i connotati che ho descritto del tutto simili a quelli delle onde oceaniche.
D'altra parte anche i pescatori di Carboneras, che consulterò successivamente, mi confermeranno come questo mare sia tra i più pericolosi dell'intera costa mediterranea spagnola.
Nel castello/museo della città sono documentati numerosi naufragi succedutisi fin dall'epoca romana che hanno cosparso quei fondali di una enormità di relitti divenuti patrimonio dalla Soprintendenza spagnola e testimoniati dal recupero di immensi tesori e anfore bellissime esposte nel museo. La grande spiaggia lungo la costa ad est della città è tanto bella quanto macabra nell'evocare col suo nome lo spiaggiamento dei numerosi cadaveri vittime di quei naufragi: si chiama Playa de los muertos (Spiaggia dei morti).

Se avessi avuto in anticipo quelle informazioni è probabile che avrei interrotto il raid alla precedente spiaggia del Sombrerico per poi fare dietro-front alla base.
E invece eccomi qua a lottare con un mare impressionante che sarebbe stato interessante filmare con una di quelle telecamere da fissare sulla fronte.
Nelle coste spagnole, quando c'è mare formato, tutti i diportisti se ne stanno rintanati nei porti inclusi i pescherecci (?). Tutti... meno uno!
Ma ora devo mantenere la massima concentrazione per assecondare il moto ondoso del mare consapevole di non poter commettere errori pena il ribaltamento del mezzo.
Sterzo e gas devono essere sempre opportunamente dosati e mi accorgo di riuscire a farlo istintivamente perché non c'è tempo per elaborare strategie complesse. Per un momento avevo immaginato di mettermi alla cappa filando in mare l'àncora galleggiante da prora ma mi sono reso conto che in quella situazione sarei scarrocciato verso terra finendo contro gli scogli.
In sintesi mantenevo il motore sempre in spinta minima per mantenere la direzionalità del battello serfando in diagonale nelle pareti discendenti di quelle montagne d'acqua. Alcune volte la velocità eccessiva, che era sempre la minima possibile, finiva per farmi puntare la prora sul pendìo risalente dell'onda successiva frenando l'andatura e sollevando un ventaglio d'acqua in corrispondenza del parabordo di prora. In un paio di occasioni la prora è finita sott'acqua tracimando a bordo 30-50l d'acqua progressivamente evacuati dall'ombrinale di poppa sempre aperto.
Massima e continua l'attenzione davanti a me per non infilarmi dentro alcune aree schiumate presenti anche lungo le pareti discendenti o peggio superare un frangente.
Devo dire che il pallone sul motore ha ostacolato un po' il colpo d'occhio a poppa per evitare di essere investito da pericolose creste spumeggianti.
In ogni caso, quando avvertivo il sollevamento della poppa, ero pronto a dare un colpo di motore per scappare via in diagonale nel pendìo discendente. In questa situazione, grazie alla stessa forma circolare dei tubolari, il battello in planata scivola/slitta in avanti e di lato riuscendo così a sottrarsi da qualsiasi situazione pericolosa di "presa" del mare sul gommone che potesse farlo sbandare o intraversare a preludio di un ribaltamento.

Qualcuno ha scritto che la fortuna aiuta gli audaci e così in qualche modo riesco finalmente ad avvicinarmi al centro abitato di Carboneras anche grazie ad una buona andatura planante che mantengo fino all'imboccatura del porto.
Giunto all'interno ottengo il permesso da un armatore di ormeggiarmi a fianco della sua barca.
Ora è il momento di distendermi sul pagliolo supino per riprendermi. Ho la respirazione affannosa e noto anche un lieve tremore in tutto il corpo. Mi occorre una mezzoretta di riposo per smaltire così il tremendo stress psico-fisico subìto (scusate ma... non ho più vent'anni!).

-------------------------------------------------
BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!

"""Caro fratello Mare, anche se oggi mi hai fatto vedere i sorci verdi, non te ne voglio... anzi ti sono riconoscente per avermi fatto arrivare a destinazione sano e salvo nonostante tutto.
Forse ho peccato di presunzione nell'avere sottovalutato la tua immensa potenza. Credimi, l'ho fatto in perfetta buona fede con l'umiltà di sempre senza mai mancarti di rispetto.
Ti ringrazio perché ancora una volta mi hai arricchito di una nuova esperienza per conoscerti e capirti meglio destinata ad accrescere ancor più lo smisurato amore che nutro per te e che mi accompagnerà per tutta la vita""".

Grazie fratello Mare!
-------------------------------------------------
43.Carboneras5 (FILEminimizer).jpg
Strada del centro storico di Carbonera.

La cittadina di Carboneras è davvero deliziosa con le sue stradine strette del centro storico. La risorsa economica principale è costituita dalla pesca con una particolare vocazione per quella al pesce spada.
39.Carboneras1 (FILEminimizer).jpg
40.Carboneras2 (FILEminimizer).jpg
Castello di San Andres.

Nella piazzetta centrale c'è il castello di San Andres ove si susseguono mostre di artisti locali.
41.Carboneras3 (FILEminimizer).jpg
42.Carboneras4 (FILEminimizer).jpg
Sala delle anfore.

Nel piano interrato in uno schermo viene proiettata la storia dei numerosi naufragi succedutisi nella zona fin dai tempi dei romani.
Si possono altresì ammirare numerose anfore e i tesori recuperati dai relitti.
46.Carboneras7 (FILEminimizer).jpg
47.Carboneras8 (FILEminimizer).jpg
Musica sul lungomare.

La sera è festa con l'orchestrina sul lungomare.

Mi passo qui un paio di giorni in pieno relax anche per attendere la fine del levante che continua a soffiare finché, come mi aveva predetto un anziano pescatore locale, alle 8 di sera del 3 agosto quel vento improvvisamente si esaurisce.

(continua...)
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Openboat
Socio Fondatore
Messaggi: 18716
Iscritto il: 09 gen 2009, 21:47
Imbarcazione posseduta: Gobbi e tutte quelle degli amici
Dove Navighiamo: Adriatico:tutto
Località: Rimini-Ravenna

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Openboat »

Foto bellissime Giacomo ! :smt038
God is my copilot
Avatar utente
gio72
Moderatore
Messaggi: 7500
Iscritto il: 22 mar 2010, 23:41
Imbarcazione posseduta: Sea Ray Seville 4-3 Gi volvo penta Dp
Dove Navighiamo: Golfo Trieste, Istria, Laguna di Grado e dintorni.
Località: Cormons (Go) e/o Dobrovo (Slo)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da gio72 »

Complimenti Giacomo ...questo Viaggio e come un quadro d’autore .....e la sua giusta Cornice é P. N....bye.

Inviato dal mio ALCATEL ONE TOUCH 993D utilizzando Tapatalk
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

SESTA TAPPA ISLETA DEL MORO (andata4-5agosto)

La mattina del 4 agosto riprendo la navigazione verso sud col proposito di raggiungere il punto finale più lontano del mio raid: la Isleta del Moro.
48.PlayaLosMuertos (FILEminimizer).jpg
49,Punta de los muertos. (FILEminimizer).jpg
Playa de los Muertos e Punta de los Muertos.

Poco dopo mi fermo per fotografare la bellissima Playas de los Muertos tristemente famosa per i numerosi spiaggiamenti di cadaveri conseguenti agli innumerevoli naufragi avvenuti nella pericolosa zona di mare antistante Carboneras fin dai secoli passati.
50.Punta de la media Naranja (FILEminimizer).jpg
Punta de la Media Naranja.

La punta della Media Naranja delimita la parte terminale sud del promontorio avanzato sul mare.

Da qui praticamente tutta la costa fino al faro di Cabo de Gata prosegue con montagne alte che precipitano in un mare profondo. Sarebbe interessante soffermarsi a fare delle belle immersioni in quelle acque trasparenti sia pure con i limiti imposti da parecchi tratti vietati alla pesca e persino alla balneazione. A questo si aggiunge il mio scarso allenamento per affrontare in apnea fondali impegnativi e così giungo a rinunciare rimandando alla stessa meta Isleta del Moro quel po' di attività sub che un sessantaseienne può praticare.
51.Isleta1 (FILEminimizer).jpg
La Isleta del Moro raggiunta dal largo.

Dopo aver sorvolato i paesini sulla costa Agua Amargua e Las Negras eccomi giunto finalmente a la Isleta del Moro sulla testata di Cabo de Gata capolinea finale più lontano del mio raid.
Se avete in mente un posto stupendo ove trascorrere una vacanza al mare memorabile lontani dalle tumultuose città, la Isleta del Moro possiede tutte le comodità e i servizi per rappresentare il posto ideale.
52.Isleta2 (FILEminimizer).jpg
Eccomi appena approdato sulla spiaggia a sud della penisola...
53.Isleta3 (FILEminimizer).jpg
...tenda montata e vista dell'area prospicente la spiaggia con il moletto di attracco per le imbarcazioni.
54.Isleta4 (FILEminimizer).jpg
Propaggini di scogliere a sud-est con bellissimi fondali per fare immersioni.

In questo fondale ho fatto bellissime immersioni in compagnia di una rigogliosa vita marina.
Unica nota dolente (nel più autentico senso della parola) è stato il contatto con una medusa urticante nel polso di una mano.
55.Isleta5 (FILEminimizer).jpg
Il centro abitato della penisola con le spiagge a nord e a sud.

In una delle due spiagge, una rivolta a nord e l'altra rivolta a sud, le balneazioni si possono effettuare in qualsiasi condizioni del mare.
56.Isleta6 (FILEminimizer).jpg
Calar della sera nel centro urbano prospicente il mare.
57.Isleta7 (FILEminimizer).jpg
Scivolo varo/alaggio dalla rampa per le imbarcazioni carrellate in strada.

Dalla vicina Almeria (40km) giungono molti diportisti con le loro barche carrellate che vengono varate in questo scivolo.
Mi sono più volte divertito ad ammirare le difficoltose accensioni di motori 2t anni '60/'70 neppure rimessati dopo la scorsa stagione: carburatori intasati, candele bruciate ecc.
Quando finalmente il motore si avvia partono urla di tripudio in una nuvola di fumo.
58.Isleta8 (FILEminimizer).jpg
Tutto pronto per i due pernottamenti che effettuerò col mio inseparabile accappatoio rosso.

Ho trascorso due giorni di pura gioia e divertimento e la notte... ecco la suite del mio albergo personale a 5 stelle direttamente sul mare.

L'accappatoio rosso (caro ricordo della mamma che me l'ha confezionato quando era ancora in vita una trentina di anni fa), costituisce il mio insaparabile distintivo.

(Fine percorso di andata).
(continua...).
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Ser Magellano
Appassionato
Messaggi: 3328
Iscritto il: 12 set 2009, 14:43
Imbarcazione posseduta: caciatorpediniere
Dove Navighiamo: oceano atlantico

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Ser Magellano »

Il miglior post.
dico solo cio che penso
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

000.CartinaRitorno (FILEminimizer).jpg
Cartina col percorso di ritorno.
____________________________________________________________

SETTIMA TAPPA CARBONERAS (ritorno6agosto)

Dopo aver effettuato il giro di boa, è ora di riprendere la via del ritorno stimolato da condizioni meteo-marine ancora favorevoli.
Devo approfittarne perché le previsioni meteo indicano il risveglio del levante dopo qualche giorno che soffierà in direzione contraria rispetto alla mia andatura. Per le stesse ragioni navigherò a tempo pieno, con la sola pausa pranzo, per coprire lunghe distanze.
La navigazione fino a Carboneras si svolge in modo tranquillo e dopo aver rifatto il pieno e pranzato, trascorro la notte all'ormeggio in porto.
____________________________________________________________

OTTAVA TAPPA VILLARICOS (ritorno7agosto)

Il mattino dopo eccomi nuovamente in navigazione verso nord e stento a riconoscere quello stesso tratto di mare, ora quasi calmo, che all'andata sembrava la porta dell'Inferno.
Giunto a Garrucha mi fermo per la pausa pranzo e recepisco le indicazioni del benzinaio, che già conoscevo, di campeggiare in una spiaggetta più a nord a ridosso del porticciolo di Villaricos.
Questa tappa è da dimenticare perché sono capitato nella serata nella quale, nel campeggio attiguo, si svolgeva il Festival della musica elettronica che ha richiamato 20.000 giovani da tutta l'Europa.
Il risultato è stato quello di trascorrere la nottata in uno pseudo dormi-veglia con interminabili colpi di batteria e altri suoni indefinibili di potenza e timbrica del tutto simili a quelli prodotti dai tuoni di un temporale estivo con tanto di fulmini e saette.
____________________________________________________________

NONA TAPPA CALA CERRADA (Cabo Tiñoso) - (ritorno8-9agosto)

Gli studiosi che esplorano la natura umana avrebbero di che stupirsi analizzando un caso come il mio perché, all'indomani di quella nottata infernale, porterò a termine la tappa più lunga dell'intero raid con ben 36mgl percorse e con un mare neppure tanto calmo, quasi che quei "temporali artificiali", anziché debilitarmi, mi abbiano dato una carica di energia supplementare. (??)

Oggi devo fare i conti con un levantino che mi accompagnerà per quasi tutto il percorso fino alla favolosa Cala Cerrada, che avevo già adocchiato all'andata, e che merita una sosta di 2gg per la sua spettacolare bellezza.
Fin dalla partenza quel vento da n/est colpirà il mio Zodiac al mascone di dritta ma mediamente con debole intensità, circa 10-15km/ora, tanto da non ingenerare onde frangenti ma limitate a circa 40-60cm. di altezza.
Per uno smontabile tradizionale un mare come questo è già critico per procedere in planata
per lungo tempo a causa dell'inevitabile stress procurato dai continui impatti e spiattellamenti sulle onde.
Avendo posseduto per 10 anni lo stesso modello fastroller con lo stesso pagliolo ad alta pressione ma con la chiglia pneumatica a salsicciotto, ho la possibilità di confrontare l'attuale carena denominata Acti-V con quella precedente giungendo alla conclusione di quanto la differenza sia davvero notevole. Questo battello naviga sui mari discretamente formati non solo con una dolcezza negli impatti raffrontabile agli smontabili con longherone rigido, ma addirittura con qualche chance in più.
Non essendo un tecnico, mi limito a fare alcuni ragionamenti. Il primo è che la chiglia ad alta pressione sagomata e alta 4-23cm, non può schiacciarsi e lavora egregiamente come tagliamare. Il telo di carena, moderatamente teso ai lati della chiglia, si flette progressivamente negli impatti assorbendo buona parte dell'energia cinetica. Il risultato è che vengono pressoché eliminate le pacche secche tipiche degli smontabili in planata sul mosso che stressano l'equipaggio spesso costretto a ripiegare con una andatura a dislocamento.

Dopo poco tempo giungo alle porte di Aguilas ove decido di entrare in porto per rifare il pieno di carburante.

E cosa vedo a fianco della pompa di benzina?
59.AguilasGommo1 (FILEminimizer).jpg
60.AguilasGommo2 (FILEminimizer).jpg
61.AguilasGommo3 (FILEminimizer).jpg
Rib di 42 piedi.

Ragazzi!... ma cos'è quella cosa mostruosa? mi viene spontaneo pensare che il mio gommino non potrebbe aspirare neppure a diventare il suo tender. La scritta quarantadue immagino sia riferita alla lunghezza in piedi e quindi siamo sui 12,8m. Crepi l'avarizia! ma che gommone prestigioso!!

Mantengo la planata anche quando doppio il turbolento Cabo Cope oltre il quale punto direttamente al porto di Mazzaròn per concedermi un bel pranzo.
20.Mazzaron2 (FILEminimizer).jpg
Sosta pranzo a Mazzarón.

Dopo essermi ristorato affronto l'ultimo tratto di mare per raggiungere l'incantevole baia della Cala Cerrada sulla testata di Cabo Tiñoso ove vivrò 2gg di autentica felicità e gioia interiore.
62.jpg
Raggiunta la testata di Cabo Tiñoso.
71.CalaCerrada8 (FILEminimizer).jpg
68.CalaCerrada6 (FILEminimizer).jpg
Spettacolare!!

Entrato nella baia raggiungo la spiaggia sullo sfondo.
63.CalaCerrada1 (FILEminimizer).jpg
64.CalaCerrada2 (FILEminimizer).jpg
65.CalaCerrada3 (FILEminimizer).jpg
66.CalaCerrada4 (FILEminimizer).jpg
Pronto il montaggio della tenda adiacente ad un mare cristallino.
C'è anche una simpatica grotta a terra che durante il giorno mi consente di ripararmi dal sole a picco perché non dispongo dell'ombrellone.
67.CalaCerrada5 (FILEminimizer).jpg
Il colpo d'occhio nell'entroterra rivela un monte selvaggio.

Oltre la spiaggia il monte, di una natura selvaggia avvincente, è ancora percorribile nei sentieri che raggiungono le strade dell'entroterra. La sera vengo raggiunto da giovani escursionisti dopo circa 40min. di percorso a piedi.
69.CalaAbierta (FILEminimizer).jpg
Cala Abierta.

Oltre la spiaggia si rende visibile la successiva Cala Abierta.

-------------------------------------------------
BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!
70.CalaCerrada7.jpg
Sul far della sera vivo un momento di grande intensità emotiva.
Dopo aver giocato tutto il giorno col vento e col sole che ormai scende dietro alle montagne ora il mare si chéta pronto ad ammantarsi della notte che incombe.
Ora sono solo con la mia coscienza a contemplare le immensità del cielo, del mare e dei monti tutt'intorno lontano dai centri abitati. Sento la mia vita come sospesa ed in estasi ammiro le meraviglie del Creato.
Anche i gabbiani che all'inizio stridevano nervosi per avere io profanato il loro territorio, ora mi accolgono come loro ospite e mi si avvicinano incuriositi docili e mansueti.
Mi ritrovo così immerso in quell'Eden incontaminato che mi avvolge e coinvolge emotivamente riempiendomi di una gioia interiore incommensurabile finché, quasi inconsapevolmente, mi inginocchio estasiato pronunciando due parole che vibrano nell'aria spezzando il silenzio: "Grazie Signore...!!"

-------------------------------------------------

L'indomani mattina faccio appello alle mie modeste risorse di subacqueo arrugginito per fare qualche immersione in apnea in quelle acque meravigliose dopo aver indossato le pinne lunghe che riesco ancora a manovrare grazie alla loro accentuata inclinazione di pala.
Sono ormai lontani i tempi della mia gioventù quando coltivavo le migliori tecniche apneistiche fino a raggiungere i 5'25" fermo sul fondo della piscina e i -34,5m in assetto costante con pinne corte nelle acque di Linosa (le pinne lunghe non erano ancora state inventate).

All'interno della baia le profondità sono ancora accessibili in un bel fondale che alterna massi e prati di posidonie sorvolati da branchi di pesci di piccola taglia.
Nella zona verso l'ingresso col mare aperto la profondità aumenta fino ad oltre 15-20m con una visibilità sconfinata.
Mi lascio vincere dalla curiosità di sbirciare oltre l'ingresso in mare aperto e nuoto aderente la parete che sprofonda quasi in verticale a ben 75m di profondità (letti nella carta nautica).
Trovo il coraggio di immergermi a circa 8-10m incuriosito dall'esplorare quell'abisso da una posizione più ravvicinata. Da quella quota osservo a circa 40m. un ripiano che si estende verso il largo con enormi lastroni di roccia chiara. Oltre quella quota il fondo resta ancora invisibile e si disperde inscurendosi in un cupo grigio-blu che incute apprensione. Qualche branco di castagnole intorno a me rappresenta l'unica forma visibile di vita marina.
Poco più avanti, in una immersione successiva lungo un crostone di roccia sui 35m, ammiro una serie di spettacolari guglie appuntite di roccia che si protendono verso l'alto che mi viene spontaneo associare a quelle del duomo di Milano.

-------------------------------------------------
BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!

La superficie del mare rappresenta l'ingresso in un nuovo mondo affascinante e misterioso: è il pianeta Mare.
Ci si muove in una nuova dimensione ove regna il silenzio più assoluto e si diventa astronauti in uno spazio senza gravità in compagnia di una rigogliosa vita di piante e animali che vivono in un perfetto equilibrio che solo la natura poteva creare dopo milioni di anni di inarrestabile evoluzione.
È meraviglioso muoversi in quell'elemento dove noi stessi abbiamo avuto origine in una passata era geologica. Dopo essere sceso a –10m nel profondo blu mi viene voglia di risalire a braccia aperte per abbracciare quella immane massa d’acqua che contiene tutto il passato e tutto il futuro del pianeta Mare.
"Grazie fratello Mare!"

-------------------------------------------------
72.CalaCerrada9 (FILEminimizer).jpg
Brifing dei sub prima dell'immersione.

Brifing del Dive master per la formazione dei gruppi prima di immergersi in quei fondali paradisiachi.
Sono essi a segnalarmi un punto in mezzo alla baia dov'è stata riposta dalla Guardia Civil una targa commemorativa del sanguinoso attentato a Madrid nel marzo 2004.
Dopo qualche immersione... che emozione! eccola comparire su di una lastra di cemento a circa 12m di profondità.
Senza lenti non riesco a leggerla ma mi piace pulire con uno straccetto la sua superficie invasa dalle concrezioni marine.

La giornata prosegue con numerosi sbarchi e partenze sulla spiaggia da parte di famigliole e gruppi di diportisti provenienti dal vicino centro abitato di Azohia nel ridosso a sud del Capo.

(continua...).
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Jabar
Appassionato
Messaggi: 402
Iscritto il: 12 mar 2013, 14:36
Imbarcazione posseduta: Zodiac n-Zo con fuoribordo Suzuki 300hp
Dove Navighiamo: Costa Blanca (Spagna)
Località: Spagna (Costa Blanca)

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Jabar »

DECIMA TAPPA CALA DEL PORTUS (ritorno10agosto)

Nel corso della seconda notte avverto robuste folate di vento che scuotono la tenda lasciandomi immaginare l'avvio di una nuova perturbazione da nord-est.
Pure in questa occasione non ho opzioni valide per rimandare la partenza anche perché non dispongo di riserve alimentari adeguate.
Osservando la carta nautica avevo notato che il tratto di costa fino a Cabo de Palos si sviluppa con un allineamento di 90º. Questo significa che il levante, che si orienta da N-Est entro il 1º quadrante, dovrebbe consentire una navigazione protetta dalla stessa costa a patto di mantenersi ridossati ad essa. Confortato da questo ragionamento la mattina del 10 agosto smonto la tenda e riprendo la navigazione verso nord consapevole tuttavia di dover affrontare spiacevoli sorprese.
Il primo tratto che costeggia il capo di circa 3mgl mi consente di planare con un mare ancora buono seppure increspato.
Man mano che mi avvicino al capo però le cose si complicano ed il mare inizia a montare fino ad impedirmi di proseguire in planata.
Ecco che mi ritrovo in mezzo ad un bel minestrone di vento teso che fa presa sulle creste delle onde polverizzandole.
La situazione è quella tipica delle perturbazioni che investono i grandi promontori avanzati sul mare aperto con le loro alte pareti: venti a raffiche possenti di direzione variabile, mare incrociato ribollente che rimbalza sulla parete e si scontra con le altre onde in arrivo con frangenti ripidi e secchi.
Nonostante tutto vado avanti in dislocamento perché voglio vedere oltre la punta com'è orientato il vento e poi decidere se fare dietro-front oppure procedere fino al posto più vicino ridossato.
Adesso le raffiche di vento sono violente e vengo ripetutamente colpito da autentici schiaffi d'acqua che mi investono in orizzontale dopo gli impatti della prora contro le onde frangenti. In questa situazione infernale una triste sorte tocca al mio berretto, che pure era ben incastrato in testa: in un lampo lo vedo volare via in linea retta restando sospeso sull'acqua per un lungo tratto ma non ho alcuna voglia di andarmelo a recuperare.
Ho difficoltà a governare il battello perché la prora derapa ripetutamente a destra e a sinistra. Sembra impossibile che tutto quel peso a prora estrema (almeno 45-50kg) non riesca a bloccarla sull'acqua oltretutto con l'azione aggiunta della chiglia che lavora immersa per mantenere la rotta.
Preferisco allargarmi un po' dalla parete per allontanarmi da quelle paurose turbolenze finché finalmente mi affaccio oltre il capo per scoprire che il levante, come avevo immaginato, ha una direzione stabile obliqua proveniente da terra.
Ma la costa è lontana almeno tre miglia e dunque le onde che si formano da riva sono già piuttosto alte con frangenti ripidi.
Decido di proseguire diretto alla baia del Portus necessariamente riparata e così dovrò coccarmi una buona mezz'ora di mare frangente al mascone in dislocamento con un un'incredibile quantità di secchiate d'acqua che mi investono continuamente sospinte dal vento teso dopo ogni impatto con le onde.
"Caro amico Evinrude ti prego di restarmi fedele come sempre senza mai mollare altrimenti finiamo contro quella scogliera trasformandoci entrambi in spumeggianti coriandoli". Questo è stato il mio pensiero dominante durante tutta la navigazione.

Finalmente, man mano che mi avvicino alla costa, le onde si riducono in altezza e posso tirare un sospiro di sollievo quando tocco terra con un mare quasi piatto.
73.Portus1 (FILEminimizer).jpg
Arrivo nella spiaggia di El Portus.

La tranquillità che si respira in questa bella baia protetta dal levante è davvero stridente rispetto al mare mosso che si forma al largo.
Ancora una volta mi stendo supino sulla spiaggia col fiato grosso e spasmi di tremolìo che percorrono tutto il corpo.
74.Portus2 (FILEminimizer).jpg
75.Portus3 (FILEminimizer).jpg
Sistemazione alla fine della spiaggia.

Il parcheggio alla fine della spiaggia mi trova ancora una volta a fianco di una bella grotta naturale.
Sopra c'è l'ultima casa di questo bel paesino.
76.jpg
Pranzo a base di paella.

Oggi sono stato bravo! mi merito un bel piatto di paella di marisco.
77.Portus5 (FILEminimizer).jpg
Sullo sfondo si nota Cabo Tiñoso.

Ormai scende la sera. Sullo sfondo si nota Cabo Tiñoso.
____________________________________________________________

RITORNO ALLA BASE... SANO E SALVO!! (ritorno11agosto)

Il mattino dopo il mare si presenta buono e posso così riprendere il cammino verso casa.
78.CabodePalos1 (FILEminimizer).jpg
Navigazione di buon mattino verso nord poco prima del golfo di Cartagena.

Di buon mattino riprendo la navigazione verso nord con un buon mare che mi accompagnerà fino a casa.
Le luci dell'alba col sole che incendia il cielo di mille colori è sempre affascinante.
Mi trovo poco prima del golfo di Cartagena con di fronte la Isla de Escombreras.
79.CabodePalos2 (FILEminimizer).jpg
Sosta a Cabo de Palos.

A Cabo de Palos mi ormeggio al lato del grosso gommone della Cruz Roja per fare colazione.
80.IslaGrosa (FILEminimizer).jpg
Isla Grosa lato sud.

Di nuovo la Isla Grosa questa volta vista dal versante sud.

81.ARRIVO (FILEminimizer).jpg
EVVIVA!! Ritorno alla base di Cabo Roig.

EVVIVA!! Missione compiuta!!
Eccomi tornato alla base di Cabo Roig dopo 14gg di avventura straordinaria e indimenticabile.

Ringrazio tutti gli amici del forum che hanno avuto la pazienza di leggere questo mio lungo diario di bordo..
____________________________________________________________

Conclusioni.
Portare felicemente a termine un raid di 216mgl (oltre a quello dell'anno passato di Cabo de Ñao di 152mgl) dimostra come sia possibile cimentarsi in queste esperienze con mezzi modestissimi e a costi irrisori (circa 45l di carburante a/r).
La scelta di un gommone ultraleggero non voglia sembrare un inutile eccesso: quando si rulla il battello fino al culmine della battigia - talvolta con forti pendenze e con sabbia cedevole - si benedicono quei 10-15kg. mancanti di pagliolo e chiglia che in questo gommone sono sostituiti da leggerissimi elementi gonfiati ad alta pressione.
Naturalmente c'è il rovescio della medaglia di trovarsi a navigare a cavallo di un palloncino spesso con mari impegnativi.
Ed è proprio questa la sfida che porta a confrontarsi con le forze ostili della natura. Tenere sempre d'occhio il meteo per capire l'evoluzione delle condizioni del mare ed assecondarle in relazione alla rotta intrapresa.

Ritornato alla routine della vita di casa, a mente fredda, ripenso a questa conturbante esperienza guardandomi allo specchio che riflette l'espressione tranquilla di un pensionato coi capelli sbiancati.
Ma sono stato davvero io a navigare fino ad Almeria con uno smontabile? Allora devo essere proprio un pazzo!!

FINE
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
A bordo del JABAR sono felice.
Avatar utente
Openboat
Socio Fondatore
Messaggi: 18716
Iscritto il: 09 gen 2009, 21:47
Imbarcazione posseduta: Gobbi e tutte quelle degli amici
Dove Navighiamo: Adriatico:tutto
Località: Rimini-Ravenna

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da Openboat »

Bellissima esperienza Giacomo!! Lascio ancora aperto il post per qualche altro commento poi bloccheremo il topic,infine lo pubblicheremo nei "tutorial" :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038
God is my copilot
Avatar utente
coma66
Appassionato
Messaggi: 9354
Iscritto il: 23 feb 2009, 22:12
Imbarcazione posseduta: Gommone Soremar+ Mercury 125
Dove Navighiamo: adriatico
Località: morrovalle

Re: Diario di bordo per un'avventura di 216mgl con un gommino

Messaggio da coma66 »

Non ho parole......... :inchino :inchino :inchino :inchino :inchino
Homosapiensnonurinatinventum
Rispondi