il problema delle manutenzioni è quanto di più pesante per noi diportisti ed amanti del mare.
Ne abbiamo parlato spesso ma, spero di non risultare ripetitivo, ogni volta che ne discutiamo, impariamo sempre qualcosa di nuovo.
Il problema enorme che abbiamo, infatti, è che tra noi armatori e le nostre barche si insinua una figura che, seppur indispensabile, spesso ci consiglia ed agisce in maniera non proprio cristallina.
E vengo al dunque.
Gli anni passati le ho provate tutte, a volte invernavo la barca e la lasciavo i mesi freddi all'asciutto, altre volte l'ho usata abbastanza e mi limitavo ad una sosta di 3-4 mesi in piazzale, un'altra volta l'ho invernata e poi ricoverata in un capannone chiuso.
Però, ad essere sincero, non sono mai stato convinto di agire correttamente, e, sentendo le varie esperienze degli amici del forum, ora sono sempre meno sicuro sul da farsi.
Quest'anno ho deciso di fare diversamente, lasciando la barca in acqua e cercando di usarla il più possibile, facendo girare i motori almeno una volta ogni 15 giorni, così godendo, soprattutto delle belle giornate che anche l'inverno sa regalarci.
Però mi sorgono alcuni dubbi, e non potrebbe essere altrimenti, ma l'impegno economico che entra in gioco tra le varie possibilità è notevole.
Il primo punto:
1) ad aprile di quest'anno ho fatto un tagliano pesantissimo e completo ai due d6 della mia barca (oli, cinghie, giranti, ecc. ecc.) ed ho fatto circa 40 ore di navigazione, potrei, secondo voi, saltare il tagliando del prossimo anno?
2) ho un'antivegetativa autolevigante che, poichè l'acqua dove ormeggio è quasi dolce, è ancora in buono stato, niente denti di cane, solo un pò di "verdura" che se ne va dopo un'uscita. Potrei "provare" a tenerla per il prox anno?
3) poichè ho comunque già pagato un alaggio ed un varo, potrei limitarmi, prima della prossima stagione estiva, ad alare la barca, controllare velocemente zinchi ed olio dei piedi (per verificare non ci sia presenza di acqua) e rivararla?

