archeonews:il cubo misterioso

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Cleopatra
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Cleopatra »

mikke ha scritto:quella sommersa è a Ischia Ponte a Cartaromana è una sola e isolata,

E' roba mia ed è questo l'ho gettato nel 75 perchè non riuscivo a farlo :muro :muro :muro
vedrai che gratta gratta vengono fuori i colori. :smt044 :smt044 :smt044

sei un genio ora si che tutto è chiaro :smt038 :idea: :smt038 :idea:
nel frattempo ho saputo che quelli moderni servivano a tenere i cilindroni di gomma a protezione della bancina da urti
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Kraken
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Kraken »

La struttura portante di un argano,ma non mi spiego perchè è li sotto :smt017 :smt017 :smt017 :smt017 :smt017
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sandro006
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da sandro006 »

sandro006 ha scritto:contropesi o basamenti per antiche gru
quote="sandro006"]contropesi o basamenti per antiche gru[/quote]
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bebo
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da bebo »

un corpo morto? (quello immerso) per filare una cima (a prua o poppa) durante la sosta di una nave in porto? :smt102 :smt017
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Manuela »

Lo sai, Cleopatra, che mi pare di aver visto qualcosa di simile, in acqua bassa, nei fondali tra Capo Malfatano e Capo Spartivento? Nel sud della Sardegna.
Tanti anni fa, era inverno, e stavo provando la mia nuova muta stagna. Ricordo di essermi soffermata qualche secondo davanti a questo cubo, e di averlo anche toccato, perchè era talmente perfetto che sembrava impossibile fosse naturale. Ma era coperto di secrezioni e avevo i guanti da 5. Poi ho visto passare 2 calamari enormi e mi sono ehmmmm... diciamo così..... distratta!!
Forse si tratta della stessa cosa e forse (ma questo devi dirmelo tu) in tempi antichi attraccavano le navi o le lance, in quella zona, visto che è un enorme porto naturale protetto dai venti.
:smt039
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Stefanino
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Stefanino »

per me a ragione kraken pero per i sottomarini ce ne sono in diga a sottomarina di chioggia essendo fuori acqua si sono mantenuti meglio
1 cosa so, che nessuna cosa so
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Kraken
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Kraken »

La nostra Cleopatra,sa bene quanto fossero bravi nell'eseguire lavori subacquei i Romani,forse meglio di noi attuali,non avendo le tecnologie moderne ma dalle nostre zone c'è da considerare il bradisismo che,spesso nel tempo,ha cambiato la forma geografica del nostro territorio,non solo Pozzuoli ma per ciò che ho visto sott'acqua da Meregellina a Cuma Ischia e Procida comprese.ritengo quel manufatto sia un opera costruita fuori dall'acqua e poi inabbissatosi,anche per il consumo della base,c'era qualcosa che poggiava e girava su questo cubo,per molti anni,il cubo è integro senza strofinii o consumi se non quelli del mare,mentre la base è consumata sulla circonferenza.Potrebbe esserci un cantiere navale,sepolto da qualche parte ,nei paraggi oppure sotto le abitazioni di Ischia ponte. :smt039 :smt039 :smt039 :smt039
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Cleopatra »

quante news interessanti..... andiamo per ordine
@Manuela: sarebbe fichissimo avere un confronto di qualche genere, se nel tuo girovagare subaereo con la barca nuova e subacqueo (magari per provare uno snorkel nuovo...) ci ricapiti puoi provare a vedere se lo ritrovi (una foto sarebbe il massimo....) e vedere a che profondità è ecc ecc
@Stefanino: non ho capito bene ne hai visti fuori dall'acqua a Chioggia??? ne parli al plurale quindi sono più di uno?? chiedo la cortesia anche a te... se capita... una foto sarebbe gradita
@Kraken: sicuramente era fuori dall'acqua in origine ma adesso a vista tutto intorno c'è ben poco... ma ho fiducia che prima o poi con l'aiuto di un intero social forum lo capiremo!!!!!
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Kraken »

Cleopatra ha scritto:quante news interessanti..... andiamo per ordine
@Manuela: sarebbe fichissimo avere un confronto di qualche genere, se nel tuo girovagare subaereo con la barca nuova e subacqueo (magari per provare uno snorkel nuovo...) ci ricapiti puoi provare a vedere se lo ritrovi (una foto sarebbe il massimo....) e vedere a che profondità è ecc ecc
@Stefanino: non ho capito bene ne hai visti fuori dall'acqua a Chioggia??? ne parli al plurale quindi sono più di uno?? chiedo la cortesia anche a te... se capita... una foto sarebbe gradita
@Kraken: sicuramente era fuori dall'acqua in origine ma adesso a vista tutto intorno c'è ben poco... ma ho fiducia che prima o poi con l'aiuto di un intero social forum lo capiremo!!!!!
Una cosa non l'ho ancora capita,è un indovinello alla Open o è una ricerca per avere delle probabili soluzioni al quesito?????? :smt017 :smt017 :smt017 :smt017 :smt017
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Re: archeonews:il cubo misterioso

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@Kraken: sicuramente era fuori dall'acqua in origine ma adesso a vista tutto intorno c'è ben poco... ma ho fiducia che prima o poi con l'aiuto di un intero social forum lo capiremo!!!!! Se era fuori dall'acqua potrebbe essere un manufatto più antico sia degli Spagnoli che dei Romani,potrebbe essere Ellenico,di una piccola colonia.Immagina un manufatto in una zona abbastanza isolata per l'epoca,,nessuna costruzione in mattonatura,solo un borghetto con un cantiere dove alare le navi per le riparazioni,tutto in legno e paglia solo l'argano manuale per tirare in secco le navi,solo i Fenici ed i Greci avevano l'abitudine di modificare lo stato dei luoghi a loro vantaggio,scolpendo nel tufo o nella roccia per i loro bisogni.Immagina l'attuale Castello Aragonese non come un isolotto ma tutto emerso,con spiaggia attigua per il varo ed alo delle navi,considera che la processione annuale che si svolge in quel luogo potrebbe avere origino più antiche e pagane.Bisognerebbe cercare altre tesimonianze. :smt039 :smt039 :smt039 :smt039
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Cleopatra »

niente indovinelli alla Open, navigo nel buio alla ricerca di una soluzione plausibile....
può essere tutto e fatto in qualsiasi periodo: unica cosa certa è che qualcuno un giorno ha tagliato la roccia per fare questo cubo
e almeno che non fosse pazzo doveva servirgli a qualcosa.
altra certezza: il fatto che sia sommerso indica che dovrebbe essere datato almeno dal XII secolo in avanti.
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Re: archeonews:il cubo misterioso

Messaggio da Manuela »

@Cleopatra: sto pianificando col mio compagno Alberto un'immersione in quella zona, ma molto più a largo. Se c'è il tempo, ci ancoriamo li e cerco il cubo che ho visto tanti anni fa. Se lo trovo, gli faccio una foto e la posto in questo argomento. Quando vidi il cubo ero proprio con Alberto e ieri gli ho chiesto se si ricordava di questa cosa. Mi ha detto di si e che sa esattamente dove si trova.

Ecco cosa ho trovato per te da un articolo di un quotidiano sardo:
L'UNIONE SARDA - Cultura e istruzione : Archeologia, quando la storia riemerge dal fondo del mare
07.02.2008
Anfore,ancore e cannoni recuperati durante gli scavi subacquei in Sardegna

A volte riemergono dalla sabbia, dal fango, tra i ciuffi della posidonia oceanica. Facendosi scoprire dopo una vita trascorsa lontana da occhi indiscreti. Il collo di un’anfora, il legno di una nave, il ceppo di un’ancora. Una fetta di storia che rispunta in superficie per raccontarsi, per narrare gesta e imprese, la vita di uomini e naviganti, di popoli rivieraschi che hanno abitato l’Isola. Fenici, punici, romani. Non c’è più la draga a scavare in quei siti antichi, a rubare il mistero. Troppo audaci i suoi denti di metallo, troppo violenti nel liberare i reperti dal substrato. Accadeva spesso, allora, quando l’archeologia subacquea era disciplina degli albori. Accadde a Spargi, quando Gianni Roghi e Nino Lamboglia si tuffavano davanti alle scogliere dell’isolotto, nell’Arcipelago di La Maddalena, per scattare immagini da sogno e raccontare, con un clic, quella montagna di anfore di epoca romana finite sott’acqua con la nave che le trasportava. La storia si ripeté negli anni Quaranta davanti a Cagliari, quando un’altra benna, della draga “Nazario Sauro”, cominciò a scavare dentro il porto per aumentarne la profondità. Terrecotte e ceramiche tornarono in superficie. Insieme a protomi e maschere e anfore. Altri tempi. L’archeologia subacquea si è fatta moderna. E ben più sofisticate, meno cruente sono le tecniche di scavo. A raccontarle, sui due piani ricchi di storia nel Museo archeologico di Cagliari, è la mostra temporanea allestita dalla Soprintendenza per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano. Un percorso che si snoda attraverso una combinazione di immagini, testi, filmati e reperti, capace di raccontare ciò che pochi fortunati, subacquei e archeologici, possono ve- A dere quando si indossa una maschera e l’uomo terrestre diventa essere acquatico. L’acqua è torbida, sotto il mare di Nora. La telecamera spia il lavoro dei sommozzatori infilati nel limo, tra le foglie della posidonia. Le mani scavano delicatamente ma decise, e acchiappano manici di terracotta e pance di anfore del settimo e ottavo secolo, laggiù a trenta metri di profondità non lontano dallo scoglio del Coltellazzo, davanti alla città che fu dei Fenici e poi dei Punici e ancora dei Romani. «Le indagini subacquee», spiega l’archeologo della Soprintendenza Ignazio Sanna, curatore della mostra insieme alla dottoressa Donatella Salvi, «sono state condotte in questi ultimi due anni ma di fatto rappresentano la continuità con gli studi avviati nel 1996». Ricerche che hanno permesso di individuare numerose aree di interesse sia pertinenti a relitti che a resti di strutture portuali ormai sommerse. E sempre nei fondali di Nora (alcune testimionianze sono esposte nella mostra) i sub hanno raccolto anfore puniche, pietre d’ormeggio e ancore, indispensabili strumenti di bordo per la sosta delle navi. Una mostra, insomma, da seguire con attenzione. Scoprire poco per volta, soffermandosi davanti ai bellissimi pannelli capaci di descrivere il lavoro dei ricercatori. I siti sommersi e l’attività di scavo. Ma anche gli ambienti subacquei con i loro abitanti: l’elegante flabellina che danza sui delicati rami di un briozoo o la bocca famelica di una grossa murena che spunta da un anfratto, fotografata dai sub a Cala Cipolla durante una delle tante, interminabili prospezioni. Tra le scogliere scoscese che sprofondano nel blu, dentro baie assolate e ridossate dai venti. ………
ECCO QUELLO CHE POTREBBE INTERESSARTI!!!!!!........... Accadde un giorno di imbattersi in massi squadrati, manufatti umani e non solo pietre. C’era un approdo, nella cala di Malfatano. Forse proprio quel porto Ercole che gli studiosi cercarono per anni e forse ancora cercano. «Ipotesi da confermare, di certo nella baia, attorno a quei blocchi, molte navi trovarono riparo. Qui abbiano trovato testimonianze di epoca imperiale, di epoca repubblicana, anfore greco- italiche e reperti ben più recenti », spiega Ignazio Sanna. Come fuori dal fiordo, dove il fondale, a trenta, trentacinque metri di profondità, custodisce un vero tappeto di ceppi in piombo, le parti di antiche ancore romane che hanno resistito ai secoli quando il legno è stato aggredito, divorato dalle terenidi. Anni e anni di indagini, sono raccolte in questa bella e importante mostra di archeologia subacquea. Forse la prima, in Sardegna, capace di raccontare l’Isola, i suoi fondali, le cosiddette emergenze archeologiche venute a galla in questi anni. Come quella meravigliosa campagna d’indagine degli anni Novanta capace di restituire reperti davvero preziosi. Anfore a siluro e anforette di epoca punica che i sommozzatori dell’Ot-sub e gli archeologi Paolo Bernardini ed Emanuela Solinas strapparono al limo infilandosi letteralmente nel fango che per duemila e passa anni aveva custodito un patrimonio immenso. «E un po’ ciò che è accaduto a Santa Giusta, dove in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’Università abbiamo avviato un importante lavoro d’indagine», spiega Sanna. «Abbiamo individuato all’interno della laguna due zone di scavo e recuperato, in una delle aree sottoposta a indagine, bellissime anfore fenice e puniche. Ma anche, come è avvenuto anche a Marceddì, contesti di età neolitica ». Oltre alle anfore di tipo a siluro Santa Giusta sta regalando davvero un patrimonio inestimabile, capace di svelare altri misteri della storia antica. «Nelle anfore abbiano trovato molti materiali organici come resti di osa d’animali, ovini e bovini, che presentano tracce di macellazione». Carni conservate e molto probabilmente destinate al commercio. «Un fatto davvero interessante », dice Ignazio Sanna, «è la presenza di una grande quantità di semi d’uva, mandorle, olive, ciliegie, pinoli e altri non ancora identificati dagli esperti. Il loro stato di conservazione è così eccezionale che il botanico si tenterà anche di utilizzarli. Studi che la Soprintendenza sta svolgendo in stretta collaborazione con l’Università di Cagliari e in particolare con la docente di archeologia fenicio-punica Carla Delvais e il botanico Gianluigi Bacchetta. «Sempre a Santa Giusta - dice ancora Sanna - abbiamo individuato resti lignei, anche questi in ottimo stato di conservazione, in gran parte lavorati con incastri. Nel cantiere di scavo abbiamo adottato particolari accorgimenti come una sorta di ring metallico di 18 metri per 12 all’interno del quale hanno operato i sommozzatori. Tra l’altro, dopo la prima fase di scavo, una struttura simile ha permesso di ricoprire il cantiere e proteggere il sito». Non poteva mancare, in questa esposizione temporanea allestita alla Cittadella dei musei, una sezione riservata al porto di Cagliari e alle recentissime indagini subacquee guidate proprio dall’archeologo Ignazio Sanna. «Interventi finanziati dall’Autorità portuale», ricorda Sanna, «e che hanno regalato un valore aggiunto all’approdo cagliaritano». Il cantiere è stato aperto davanti al molo Sabaudo e la presenza dei manufatti ha costretto i progettisti a rivedere il piano di prolungamento della banchina. Ma dal sito stanno emergendo e sono emersi materiali (anfore e vasellame vario) che indica la presenza di un relitto tardo repubblicano del primo secolo avanti Cristo. Una montagna di anfore, alcune rare e comunque mai rinvenute nei siti sommersi in Sardegna, come le anfore panciute di fabbricazione pugliese, custodite nella nave oneraria insieme ad altre vinarie o olearie (provenienti da fabbriche brindisine). «L’ipotesi accreditata è che la nave, proveniente dalle coste adriatiche, durante il suo viaggio verso la Spagna abbia caricato a bordo altre anfore cariche di prodotti. Una di queste era di produzione sarda», precisa l’archeologo della Soprintendenza. Nella mostra archeologica anche riferimenti alle scoperte subacquee di Arbus e Pistis (con i cannoni di un relitto forse seicentesco) e del relitto di Mal di Ventre col suo carico di mille lingotti in piombo. E ancora dei materiali di Gonnesa e di Cala Piombo.
ANDREA PIRAS


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