Infatti. Anche troppo con un vecchio Note 4 di qualche anno.Ninosan ha scritto:le foto fatte - immagino- con il telefonino
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Re: una foto al giorno
Franz-One
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Re: una foto al giorno
Dalle colline imbiancate del Collio Sloveno è possibile vedere i riflessi del sole sul mare in lontananza....

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- VincenzoL
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Re: una foto al giorno
Zona Carmine alla fine dell'800 si vede la Chiesa dell'Immacolata e il convento dei cappuccini e quasi null'altro
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Re: una foto al giorno


Marina di Camerota
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Re: una foto al giorno

SCIE LUMINOSE NELLA NOTTE SALERNITANA, IL CORSO NEL 1964.
L'anno della mia nascita heheheh
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Re: una foto al giorno
Ma questa,non mi sembra una foto. Non tanto per i colori, ma in quanto, non riesco a localizzarla...
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Re: una foto al giorno
L' Aurora Boreale in Islanda

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Re: una foto al giorno

SALERNO 1947 PALAZZO SANTORO E PALAZZO DELLE POSTE...
...VISTI DALLA CHIESA DI S. PIETRO
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Re: una foto al giorno
Michele
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Re: una foto al giorno
"L'ANTICA REGGIA DI GUAIFERIO (PALAZZO SAN MASSIMO) -SA" un patrimonio storico da salvare e tutelare!!!!
Fu fondato da Guaiferio come dimora dei principi longobardi, a meno di un secolo di distanza dal complesso di San Pietro a Corte e vi fu annessa la chiesa dedicata a San Massimo Confessore.
La chiesa, fondata probabilmente intorno all’865, era una cappella longobarda inserita all’interno dell’edificio signorile.
Il palazzo ha un suo fascino perché conserva ancora una parte medioevale della sua struttura, proprio la chiesa, che, anche se rimaneggiata, mostra ancora l’intero colonnato con sei colonne di spoglio disposte tre per lato.
La struttura architettonica del palazzo costituisce uno dei primi esempi altomedievali, documentati e datati, nel quale si intrecciano alcuni elementi riconducibili alla cultura classica e a quella paleocristiana e carolingia. Mentre i fusti delle alte colonne sono tutti diversi ed in marmo di diversa qualità, i capitelli sono tutti uguali, di ordine corinzio, indicando la provenienza da un unico edificio romano. Come spesso è accaduto con i palazzi del centro storico di Salerno, anche il San Massimo è stato protagonista di cambiamenti nel corso degli anni. Ci sono stati periodi economici molto floridi, così come momenti di degrado. In particolare c’è stato un cambio di proprietà frazionata, quando la città stava per cadere nelle mani dei normanni. Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno, donò la propria parte alla Badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni.
Le trasformazioni più recenti risalgono al sedicesimo secolo, quando l’edificio è stato venduto a privati. Oggi l’ingresso è decorato da un portale con ampie volute schiacciate e stilizzate di cultura tardo settecentesca, che segnano un intervento di delimitazione dell’ala dell’edificio. Questa parte, stando ad alcuni atti notarili, corrisponde ai piani nobili e di rappresentanza, ai quali si accedeva attraverso una scala interna, la stessa ancora visibile oggi. Per capire effettivamente la struttura, è indispensabile tener conto del dislivello del suolo, in quanto si parla spesso di scale per passare da un ambiente ad un altro. L’ingresso era collocato sul lato di mezzogiorno, l’attuale via Trotula de Ruggiero e c’era un giardino con palmeto recintato che immetteva negli spazi coperti, dove si trovavano le strutture di servizio, dai depositi, alle cucine, ai bagni.
Questa parte dovrebbe corrispondere, ovviamente con profonde modifiche, all’insieme di costruzioni che delimitano l’edificio sul lato nord. Attraverso queste stanze, scendendo alcuni scalini, si accedeva allo spiazzo sul vicolo pubblico, ancora oggi presente, sul quale si apriva l’ingresso alla cappella di San Massimo e Sant’Eufemio. Nella descrizione si parla di sei colonne, le stesse che vediamo ancora oggi, di una sepoltura al centro, coperta da una lapide, e dall’altare, dal cui spazio sono stati ricavati, negli ultimi decenni, i bagni e le docce.
Il piano nobile, in parte compromesso dal plesso per le aule scolastiche e da lavori di adeguamento, presenta ancora sostanziali tracce del valore di una volta. Di grande bellezza e ricchezza storica sono i balconi di mezzogiorno, dai quali è possibile vedere le costiere Cilentana e Amalfitana. Proprio questi balconi hanno travi di sostegno decorate con mascheroni tardomanieristi a forma di protomi animali. Le sale interne, invece, di discrete dimensioni, hanno il soffitto composto da travi lignee con camera d’aria e cielo coperto da carte dipinte con paesaggi marini.
Oggi il palazzo purtroppo versa in uno stato di degrado ma resiste ancora con le sue mura possenti alle intemperie del tempo. Basterebbe un buon restauro (come quello recentemente fatto ad altra dimora storica di Salerno quale Palazzo Fruscione, o prima ancora la bellissima Villa Carrara). Resto basita nel pensare che ancora si facciano delle "differenze" tra una dimora ed un'altra, forse sarà l'aspetto economico a rallentare l'inizio dei lavori? Non credo... altrimenti non so da dove si prendano ogni anno i soldi per sponsorizzare le bellissime luci d'artista... qui si parla di vera ARTE, e non di luci artificiali.
Anche noi abbiamo una storia visto che siamo stati fondati il 900 AC circa.
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Fu fondato da Guaiferio come dimora dei principi longobardi, a meno di un secolo di distanza dal complesso di San Pietro a Corte e vi fu annessa la chiesa dedicata a San Massimo Confessore.
La chiesa, fondata probabilmente intorno all’865, era una cappella longobarda inserita all’interno dell’edificio signorile.
Il palazzo ha un suo fascino perché conserva ancora una parte medioevale della sua struttura, proprio la chiesa, che, anche se rimaneggiata, mostra ancora l’intero colonnato con sei colonne di spoglio disposte tre per lato.
La struttura architettonica del palazzo costituisce uno dei primi esempi altomedievali, documentati e datati, nel quale si intrecciano alcuni elementi riconducibili alla cultura classica e a quella paleocristiana e carolingia. Mentre i fusti delle alte colonne sono tutti diversi ed in marmo di diversa qualità, i capitelli sono tutti uguali, di ordine corinzio, indicando la provenienza da un unico edificio romano. Come spesso è accaduto con i palazzi del centro storico di Salerno, anche il San Massimo è stato protagonista di cambiamenti nel corso degli anni. Ci sono stati periodi economici molto floridi, così come momenti di degrado. In particolare c’è stato un cambio di proprietà frazionata, quando la città stava per cadere nelle mani dei normanni. Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno, donò la propria parte alla Badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni.
Le trasformazioni più recenti risalgono al sedicesimo secolo, quando l’edificio è stato venduto a privati. Oggi l’ingresso è decorato da un portale con ampie volute schiacciate e stilizzate di cultura tardo settecentesca, che segnano un intervento di delimitazione dell’ala dell’edificio. Questa parte, stando ad alcuni atti notarili, corrisponde ai piani nobili e di rappresentanza, ai quali si accedeva attraverso una scala interna, la stessa ancora visibile oggi. Per capire effettivamente la struttura, è indispensabile tener conto del dislivello del suolo, in quanto si parla spesso di scale per passare da un ambiente ad un altro. L’ingresso era collocato sul lato di mezzogiorno, l’attuale via Trotula de Ruggiero e c’era un giardino con palmeto recintato che immetteva negli spazi coperti, dove si trovavano le strutture di servizio, dai depositi, alle cucine, ai bagni.
Questa parte dovrebbe corrispondere, ovviamente con profonde modifiche, all’insieme di costruzioni che delimitano l’edificio sul lato nord. Attraverso queste stanze, scendendo alcuni scalini, si accedeva allo spiazzo sul vicolo pubblico, ancora oggi presente, sul quale si apriva l’ingresso alla cappella di San Massimo e Sant’Eufemio. Nella descrizione si parla di sei colonne, le stesse che vediamo ancora oggi, di una sepoltura al centro, coperta da una lapide, e dall’altare, dal cui spazio sono stati ricavati, negli ultimi decenni, i bagni e le docce.
Il piano nobile, in parte compromesso dal plesso per le aule scolastiche e da lavori di adeguamento, presenta ancora sostanziali tracce del valore di una volta. Di grande bellezza e ricchezza storica sono i balconi di mezzogiorno, dai quali è possibile vedere le costiere Cilentana e Amalfitana. Proprio questi balconi hanno travi di sostegno decorate con mascheroni tardomanieristi a forma di protomi animali. Le sale interne, invece, di discrete dimensioni, hanno il soffitto composto da travi lignee con camera d’aria e cielo coperto da carte dipinte con paesaggi marini.
Oggi il palazzo purtroppo versa in uno stato di degrado ma resiste ancora con le sue mura possenti alle intemperie del tempo. Basterebbe un buon restauro (come quello recentemente fatto ad altra dimora storica di Salerno quale Palazzo Fruscione, o prima ancora la bellissima Villa Carrara). Resto basita nel pensare che ancora si facciano delle "differenze" tra una dimora ed un'altra, forse sarà l'aspetto economico a rallentare l'inizio dei lavori? Non credo... altrimenti non so da dove si prendano ogni anno i soldi per sponsorizzare le bellissime luci d'artista... qui si parla di vera ARTE, e non di luci artificiali.

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Re: una foto al giorno
A.C. o D.C. (e non parlo di corrente elettricaVincenzoL ha scritto:Anche noi abbiamo una storia visto che siamo stati fondati il 900 AC circa.

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A.C. Storia certa heheheh
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