Chi è marinaio e chi si è comperato la barca
Inviato: 29 giu 2012, 17:08
Lungi da me l’idea di elevarmi al di sopra della media, spesso mi trovo a notare fra gli utenti dei marina diffusi atteggiamenti poco consoni all’ambiente, poco rispettosi del prossimo e palesemente lontani da quell’aura di raffinatezza e signorilità ( badate non ricchezza ) che fino a 25 o 30 anni fa erano tipicamente distintivi di quel mondo.
Insomma è sempre più evidente la differenza fra il vero marinaio diportista, più o meno esperto che sia, ed il cafone che ha la barca solo perché economicamente può permettersela.
Alcuni degli atteggiamenti che collocano immediatamente nell’una o nell’altra categoria sono questi:
Arrivare sul pontile schiamazzando alle due e mezza di un pomeriggio estivo, in pieno orario di pennichella post-prandiale
, aprire la barca, mettere in moto i motori e “ mentre si scaldano” caricare borse e vettovaglie per partire quindici o venti minuti dopo fra le maledizioni dei vicini…..
Un “marinaio vero”, lo riconosci quando partendo di buon mattino, pur avendo la barca ormeggiata a “distanza parabordi” dalla tua, ti accorgi che se ne è andato solo alle nove facendo colazione in pozzetto. Si, perché è arrivato piano piano, ha caricato la barca in silenzio e al momento giusto ha mollato gli ormeggi di poppa tirandosi fuori a mano fino alle briccole di prua (o alla verticale del corpo morto) e solo allora ha messo in moto, ingranando subito la marcia avanti e “scivolando via” senza lasciarti il fumo dei diesel in pozzetto e con il minimo rumore possibile.
La stessa tecnica di partenza appena descritta è consigliabile quando fortuitamente l’orario di partenza di un marinaio vero si sovrappone all’orario del pranzo dei vicini. Sarà subito chiaro di che “ pasta ” siete se avrete l’attenzione di non appestare il loro pranzo con i fumi di scarico del vostro motore appena messo in moto. ( vale doppio se avete un vecchio Volvo Penta serie 41 o 31 come i miei
)
Vi farete sicuramente riconoscere anche se, comunque, in qualsiasi situazione, avvicinerete i vicini con un “ metto in moto e me ne vado subito, portate pazienza per il fumo e la puzza”.
Altro punto debole della partenza sono le vostre cime lasciate sul pontile, buttate li alla bell’e meglio sono pericolose perchè ci si può inciampare e poi son brutte da vedere. Se non riuscite proprio a metterle in ordine voi ( abbisciarle se volete usare il termine nautico ), potrete chiedere ad un vicino ( anche ai ragazzini ) la cortesia di riordinarle per voi, e se sarete i primi a riordinare le cime dei vicini quando partono e a porgerle loro quando tornano all’ormeggio, state tranquilli che in poco tempo innescherete una “gara” di cortesia fra gli ospiti del pontile per cui non dovrete più chiedere nulla, sarà normale che tutti si adoperino in questa collaborazione.
Altri segni premonitori della “categoria” di appartenenza dell’armatore di una barca sono questi:
In corrispondenza del suo posto barca, il pontile è perennemente ingombro di oggetti fra i più disparati, seggiola pieghevole, tavolinetto in plastica, motore del tender, griglia elettrica, bottiglie vuote, sacchetto della spazzatura ecc. ecc.
Lo specchio acqueo intorno alla sua barca sembra il bacino di San Marco a Venezia, perché accompagna i più piccoli ( quando non vanno da soli ) a fare i “giretti” con il tender e l’onda di risulta non manca mai.
Se il “nostro” è un velista, eviterà di cazzare e fermare accuratamente scotte e drizze per non toglierci il piacere di quel “din din din din din din” che dura tutta la notte se solo tira un poco di vento e che se per i primi quindici minuti fa tanto “marina”, quando dura tutta la notte rompe veramente i “bozzelli”.
Passiamo ora ad un paio di situazioni “in mare”.
Tipicamente siete stesi in coperta a prendere il sole, la vostra barca è alla fonda, a due miglia dalla costa con nessun’altro intorno ( va bene anche la baietta isolata ).
Caso n°1: arriva da lontano una barca a motore in planata, quando vi raggiunge compie un giro di 360° intorno alla vostra barca, a poca distanza, e mantenendo la planata se ne va………
Caso n°2: arriva da lontano una barca, quando vi raggiunge si ferma a 20 o 30mt da voi, il “ fenomeno “ cala l’ancora, accende lo stereo a tutto volume quindi gli occupanti si tuffano a fare il bagno urlando e schiamazzando……
Sono tutte situazioni che ho vissuto anche più volte, e ogni volta ho cercato di spiegarmi se sono io troppo “delicato”, oppure se l’essere umano ha davvero bisogno di non sentirsi solo per combattere le paure ataviche che giacciono nel suo subconscio. Di certo ho pensato che a condurre quelle barche non poteva essere un vero marinaio.
Certo, il rispetto nei confronti del prossimo si vede ( farei meglio a dire NON si vede) tutti i giorni in tutte le occasioni ma questo è un forum nautico ed è giusto limitare le osservazioni ai momenti “nautici”.
Insomma, che il signore ci protegga dai cafoni che hanno avuto la bella idea di comperarsi la barca e da quelli che si sentono marinai diportisti solo perché hanno letto un buon libro e superato l’esame per il conseguimento della patente nautica.

Michele.
Insomma è sempre più evidente la differenza fra il vero marinaio diportista, più o meno esperto che sia, ed il cafone che ha la barca solo perché economicamente può permettersela.
Alcuni degli atteggiamenti che collocano immediatamente nell’una o nell’altra categoria sono questi:
Arrivare sul pontile schiamazzando alle due e mezza di un pomeriggio estivo, in pieno orario di pennichella post-prandiale


Un “marinaio vero”, lo riconosci quando partendo di buon mattino, pur avendo la barca ormeggiata a “distanza parabordi” dalla tua, ti accorgi che se ne è andato solo alle nove facendo colazione in pozzetto. Si, perché è arrivato piano piano, ha caricato la barca in silenzio e al momento giusto ha mollato gli ormeggi di poppa tirandosi fuori a mano fino alle briccole di prua (o alla verticale del corpo morto) e solo allora ha messo in moto, ingranando subito la marcia avanti e “scivolando via” senza lasciarti il fumo dei diesel in pozzetto e con il minimo rumore possibile.

La stessa tecnica di partenza appena descritta è consigliabile quando fortuitamente l’orario di partenza di un marinaio vero si sovrappone all’orario del pranzo dei vicini. Sarà subito chiaro di che “ pasta ” siete se avrete l’attenzione di non appestare il loro pranzo con i fumi di scarico del vostro motore appena messo in moto. ( vale doppio se avete un vecchio Volvo Penta serie 41 o 31 come i miei

Vi farete sicuramente riconoscere anche se, comunque, in qualsiasi situazione, avvicinerete i vicini con un “ metto in moto e me ne vado subito, portate pazienza per il fumo e la puzza”.
Altro punto debole della partenza sono le vostre cime lasciate sul pontile, buttate li alla bell’e meglio sono pericolose perchè ci si può inciampare e poi son brutte da vedere. Se non riuscite proprio a metterle in ordine voi ( abbisciarle se volete usare il termine nautico ), potrete chiedere ad un vicino ( anche ai ragazzini ) la cortesia di riordinarle per voi, e se sarete i primi a riordinare le cime dei vicini quando partono e a porgerle loro quando tornano all’ormeggio, state tranquilli che in poco tempo innescherete una “gara” di cortesia fra gli ospiti del pontile per cui non dovrete più chiedere nulla, sarà normale che tutti si adoperino in questa collaborazione.

Altri segni premonitori della “categoria” di appartenenza dell’armatore di una barca sono questi:
In corrispondenza del suo posto barca, il pontile è perennemente ingombro di oggetti fra i più disparati, seggiola pieghevole, tavolinetto in plastica, motore del tender, griglia elettrica, bottiglie vuote, sacchetto della spazzatura ecc. ecc.
Lo specchio acqueo intorno alla sua barca sembra il bacino di San Marco a Venezia, perché accompagna i più piccoli ( quando non vanno da soli ) a fare i “giretti” con il tender e l’onda di risulta non manca mai.

Se il “nostro” è un velista, eviterà di cazzare e fermare accuratamente scotte e drizze per non toglierci il piacere di quel “din din din din din din” che dura tutta la notte se solo tira un poco di vento e che se per i primi quindici minuti fa tanto “marina”, quando dura tutta la notte rompe veramente i “bozzelli”.

Passiamo ora ad un paio di situazioni “in mare”.
Tipicamente siete stesi in coperta a prendere il sole, la vostra barca è alla fonda, a due miglia dalla costa con nessun’altro intorno ( va bene anche la baietta isolata ).
Caso n°1: arriva da lontano una barca a motore in planata, quando vi raggiunge compie un giro di 360° intorno alla vostra barca, a poca distanza, e mantenendo la planata se ne va………


Caso n°2: arriva da lontano una barca, quando vi raggiunge si ferma a 20 o 30mt da voi, il “ fenomeno “ cala l’ancora, accende lo stereo a tutto volume quindi gli occupanti si tuffano a fare il bagno urlando e schiamazzando……


Sono tutte situazioni che ho vissuto anche più volte, e ogni volta ho cercato di spiegarmi se sono io troppo “delicato”, oppure se l’essere umano ha davvero bisogno di non sentirsi solo per combattere le paure ataviche che giacciono nel suo subconscio. Di certo ho pensato che a condurre quelle barche non poteva essere un vero marinaio.
Certo, il rispetto nei confronti del prossimo si vede ( farei meglio a dire NON si vede) tutti i giorni in tutte le occasioni ma questo è un forum nautico ed è giusto limitare le osservazioni ai momenti “nautici”.
Insomma, che il signore ci protegga dai cafoni che hanno avuto la bella idea di comperarsi la barca e da quelli che si sentono marinai diportisti solo perché hanno letto un buon libro e superato l’esame per il conseguimento della patente nautica.


Michele.