Re: Ricordi delle gite di pesca in Spagna
Inviato: 14 mar 2012, 10:29
TERZO GIORNO – I delicati colpetti alla porta dell’appartamento, da parte di Duilio, ci fecero credere in un primo momento ad un sisma, erano le 9 del mattino e ci sembrava di essere andati a letto da allora.
Scendemmo in spiaggia per la solita operazione, che, dato il pescato, si protrasse per più di un’ora nonostante le undici persone presenti.
Il pescato pesato pulito era di 72 chili.
Finimmo di riempire i due congelatori della volta scorsa e lo sistemammo anche nei due congelatori rimasti.
Il processo di congelamento è un’operazione piuttosto delicata e va seguita costantemente.
Infatti, i primi pesci a congelare sono le confezioni adagiate in fondo e quelle a contatto delle pareti laterali, bisognerà provvedere a girare spesso le confezioni del pescato affinché tutte si congelino altrimenti quelle che rimangono nel centro avrebbero un processo lungo con il rischio di deteriorarsi.
Quindi non è che con questi pesci i congelatori fossero riempiti, per riempirli completamente sarebbero occorsi almeno altrettanti pesci.
Finita la sistemazione dei congelatori, andiamo a fare shopping ad Ampuria.
La comitiva è talmente numerosa che i negozi di Swatch e Lacoste, essendo a fine stagione, sono abbastanza sforniti per gli articoli che richiediamo, per cui, decidiamo di migrare alla ricerca di negozi più riforniti.
Guidati da Paolo andiamo quindi a Figueras.
Figueras è il paese di Salvator Dalì, a pochi chilometri da Rosas, una piccola cittadina ricca di vita e negozi, con un traffico caotico da ricordare quello delle nostre città.
Proprio qui la comitiva dà una bella botta alle pesetas rimaste.
Finito lo shopping, Paolo ci porta a mangiare a Perelada, un paese vicino a Figueras, al ristorante EL JOUVELL dove la specialità della casa, anziché il pesce, è la carne alla griglia.
Quaglie, polli, conigli, agnello, vitello, stupendamente cucinate sono il piatto unico del locale.
La carne accompagnata da un vino tinto (rosso) locale è molto gradita dalla compagnia e tutto viene spolverato in un battibaleno.
Mentre finiamo fuori sta ricominciando a piovere copiosamente, e si alza il solito ventaccio che proviene dai Pirenei.
Rientriamo per il riposino pomeridiano che si protrarrà oltre le otto di sera, finche la pioggia non concede una tregua.
Una parte della compagnia va a pescare al canalino, mentre un furgone si reca al solito porto.
Nonostante la serata inclemente i pesci non si fanno attendere, per lo più si tratta di saraghi sui 400 grammi, ma anche qualche spigola non fa mancare di farsi viva.
Nota extra diario – per chi legge, la quantità del pescato sembra essere a livelli di pescheria industriale, ed i singoli pesci non rappresentino altro che noiosa routine per arrivare a quel quantitativo complessivo.
Vi assicuro che non è così, ogni singolo pesce rappresenta una vittoria fatta di astuzie per invogliarlo a mangiare, e poi una lotta per portarlo al guadino e successivamente mostrarlo agli amici con orgoglio.
Facciamo una considerazione, mettiamo che la taglia media del pescato sia sui 600 grammi, 60 chili sono dunque 100 pesci.
Essendo undici pescatori, vengono pescati in una notte circa 9 pesci a testa.
Se consideriamo inoltre che una nottata di pesca dura circa 8 ore, in media viene salpato un pesce ogni ora.
Inoltre c’è sempre chi ne prende 12 e chi in una notte ne prende 3.
Questo per far capire ai lettori che ogni preda rappresenta un successo ed il quantitativo finale non deve trarre in inganno.
Il mattatore della serata, tra la sorpresa di tutti è Floriano, che sulla scogliera esterna del canalino fa man bassa di saraghi, mentre il pesce più grosso è una spigola catturata da Bruno nel porto di Rosas che farà segnare alla bilancia kg. 2,200.
Sfruttando la calma di vento e la cessata pioggia, rimaniamo a pescare fino all’alba e torniamo al residence che è ormai pieno giorno.
E facciamo bene perché l’ultimo giorno sarà terribile.
QUARTO GIORNO – Ci svegliamo quasi all’ora di pranzo sotto un diluvio di acqua e con il vento che pur cambiando direzione è rinforzato.
Non possiamo andare a pulire i pesci in spiaggia e ce li dividiamo perché ognuno li pulisca nel proprio appartamento usando il lavandino e la cucina.
Questa volta omettiamo di pesarli, ma saranno non più di 40 chili, perché ognuno li confeziona e li mette nel proprio congelatore.
Nell’aria c’è un certo nervosismo dovuto all’inclemenza del tempo che ci ha accompagnato per tutta la durata del nostro soggiorno.
Per il pranzo, vista l’ora tarda, Paolo si consiglia di restare a Rosas e andiamo al ristorante LA CALA a rimpinzarci di specialità catalane fatte di paella e zarzuella, accompagnandole con un vino bianco frizzante.
Andiamo a riposare sotto un’acquazzone micidiale.
Verso le 20, accompagnati da una fitta pioggerella andiamo tutti a pescare nel porto.
Fortunatamente le catture ci fanno dimenticare tutto.
I record di peso vengono superati prima da Bruno che guadina un sarago di oltre un chilo e mezzo, ma Lottino ne prende un altro più grosso, quasi due chili, incredibile, ma Malucchi sbaraglia il campo con uno spigolone di quasi 4 chili che sarà il pesce più grosso della spedizione.
Verso le 22 purtroppo la pioggia ed il vento ci fanno sloggiare.
La pizzeria del porto sarà il luogo nel quale si concluderanno le ostilità, e il pescato dell’ultimo giorno sfiorerà i quindici chili.
Dopo la pizza, tutti a nanna.
QUINTO GIORNO – Alle sette precise, Vallero, Duilio e Bruno si occupano di sistemare e dividere il pescato, mentre gli altri caricano i furgoni per il viaggio di ritorno.
Per caricare il grosso contenitore termico e quello più piccolo intervengono i più forzuti.
Alle 8,30 sistemato tutto alla perfezione partiamo alla volta di Montecatini.
Diamo addio alla Spagna sotto l’ennesima bufera di acqua e vento e l’avventura finisce qui.
Tra i furgoni si scambiano battute di spirito, ma piano piano la malinconia del ritorno e la rassegnazione per l’inclemenza del tempo sta prendendo tutti.
Arriviamo finalmente alla meta e davanti la casa di Bruno scarichiamo i furgoni.
Le mogli sono già in attesa per riprenderci in custodia e nessuno si ferma per un aperitivo che Franca, la moglie di Bruno ha preparato per tutta la compagnia.
Ognuno riprende la strada di casa, con ancora nel cuore la spensieratezza dei giorni trascorsi insieme, ricordi che nessuno potrà mai cancellare.
Intanto, lentamente, ricomincia a piovere……
Scendemmo in spiaggia per la solita operazione, che, dato il pescato, si protrasse per più di un’ora nonostante le undici persone presenti.
Il pescato pesato pulito era di 72 chili.
Finimmo di riempire i due congelatori della volta scorsa e lo sistemammo anche nei due congelatori rimasti.
Il processo di congelamento è un’operazione piuttosto delicata e va seguita costantemente.
Infatti, i primi pesci a congelare sono le confezioni adagiate in fondo e quelle a contatto delle pareti laterali, bisognerà provvedere a girare spesso le confezioni del pescato affinché tutte si congelino altrimenti quelle che rimangono nel centro avrebbero un processo lungo con il rischio di deteriorarsi.
Quindi non è che con questi pesci i congelatori fossero riempiti, per riempirli completamente sarebbero occorsi almeno altrettanti pesci.
Finita la sistemazione dei congelatori, andiamo a fare shopping ad Ampuria.
La comitiva è talmente numerosa che i negozi di Swatch e Lacoste, essendo a fine stagione, sono abbastanza sforniti per gli articoli che richiediamo, per cui, decidiamo di migrare alla ricerca di negozi più riforniti.
Guidati da Paolo andiamo quindi a Figueras.
Figueras è il paese di Salvator Dalì, a pochi chilometri da Rosas, una piccola cittadina ricca di vita e negozi, con un traffico caotico da ricordare quello delle nostre città.
Proprio qui la comitiva dà una bella botta alle pesetas rimaste.
Finito lo shopping, Paolo ci porta a mangiare a Perelada, un paese vicino a Figueras, al ristorante EL JOUVELL dove la specialità della casa, anziché il pesce, è la carne alla griglia.
Quaglie, polli, conigli, agnello, vitello, stupendamente cucinate sono il piatto unico del locale.
La carne accompagnata da un vino tinto (rosso) locale è molto gradita dalla compagnia e tutto viene spolverato in un battibaleno.
Mentre finiamo fuori sta ricominciando a piovere copiosamente, e si alza il solito ventaccio che proviene dai Pirenei.
Rientriamo per il riposino pomeridiano che si protrarrà oltre le otto di sera, finche la pioggia non concede una tregua.
Una parte della compagnia va a pescare al canalino, mentre un furgone si reca al solito porto.
Nonostante la serata inclemente i pesci non si fanno attendere, per lo più si tratta di saraghi sui 400 grammi, ma anche qualche spigola non fa mancare di farsi viva.
Nota extra diario – per chi legge, la quantità del pescato sembra essere a livelli di pescheria industriale, ed i singoli pesci non rappresentino altro che noiosa routine per arrivare a quel quantitativo complessivo.
Vi assicuro che non è così, ogni singolo pesce rappresenta una vittoria fatta di astuzie per invogliarlo a mangiare, e poi una lotta per portarlo al guadino e successivamente mostrarlo agli amici con orgoglio.
Facciamo una considerazione, mettiamo che la taglia media del pescato sia sui 600 grammi, 60 chili sono dunque 100 pesci.
Essendo undici pescatori, vengono pescati in una notte circa 9 pesci a testa.
Se consideriamo inoltre che una nottata di pesca dura circa 8 ore, in media viene salpato un pesce ogni ora.
Inoltre c’è sempre chi ne prende 12 e chi in una notte ne prende 3.
Questo per far capire ai lettori che ogni preda rappresenta un successo ed il quantitativo finale non deve trarre in inganno.
Il mattatore della serata, tra la sorpresa di tutti è Floriano, che sulla scogliera esterna del canalino fa man bassa di saraghi, mentre il pesce più grosso è una spigola catturata da Bruno nel porto di Rosas che farà segnare alla bilancia kg. 2,200.
Sfruttando la calma di vento e la cessata pioggia, rimaniamo a pescare fino all’alba e torniamo al residence che è ormai pieno giorno.
E facciamo bene perché l’ultimo giorno sarà terribile.
QUARTO GIORNO – Ci svegliamo quasi all’ora di pranzo sotto un diluvio di acqua e con il vento che pur cambiando direzione è rinforzato.
Non possiamo andare a pulire i pesci in spiaggia e ce li dividiamo perché ognuno li pulisca nel proprio appartamento usando il lavandino e la cucina.
Questa volta omettiamo di pesarli, ma saranno non più di 40 chili, perché ognuno li confeziona e li mette nel proprio congelatore.
Nell’aria c’è un certo nervosismo dovuto all’inclemenza del tempo che ci ha accompagnato per tutta la durata del nostro soggiorno.
Per il pranzo, vista l’ora tarda, Paolo si consiglia di restare a Rosas e andiamo al ristorante LA CALA a rimpinzarci di specialità catalane fatte di paella e zarzuella, accompagnandole con un vino bianco frizzante.
Andiamo a riposare sotto un’acquazzone micidiale.
Verso le 20, accompagnati da una fitta pioggerella andiamo tutti a pescare nel porto.
Fortunatamente le catture ci fanno dimenticare tutto.
I record di peso vengono superati prima da Bruno che guadina un sarago di oltre un chilo e mezzo, ma Lottino ne prende un altro più grosso, quasi due chili, incredibile, ma Malucchi sbaraglia il campo con uno spigolone di quasi 4 chili che sarà il pesce più grosso della spedizione.
Verso le 22 purtroppo la pioggia ed il vento ci fanno sloggiare.
La pizzeria del porto sarà il luogo nel quale si concluderanno le ostilità, e il pescato dell’ultimo giorno sfiorerà i quindici chili.
Dopo la pizza, tutti a nanna.
QUINTO GIORNO – Alle sette precise, Vallero, Duilio e Bruno si occupano di sistemare e dividere il pescato, mentre gli altri caricano i furgoni per il viaggio di ritorno.
Per caricare il grosso contenitore termico e quello più piccolo intervengono i più forzuti.
Alle 8,30 sistemato tutto alla perfezione partiamo alla volta di Montecatini.
Diamo addio alla Spagna sotto l’ennesima bufera di acqua e vento e l’avventura finisce qui.
Tra i furgoni si scambiano battute di spirito, ma piano piano la malinconia del ritorno e la rassegnazione per l’inclemenza del tempo sta prendendo tutti.
Arriviamo finalmente alla meta e davanti la casa di Bruno scarichiamo i furgoni.
Le mogli sono già in attesa per riprenderci in custodia e nessuno si ferma per un aperitivo che Franca, la moglie di Bruno ha preparato per tutta la compagnia.
Ognuno riprende la strada di casa, con ancora nel cuore la spensieratezza dei giorni trascorsi insieme, ricordi che nessuno potrà mai cancellare.
Intanto, lentamente, ricomincia a piovere……