I record mondiali di paolo de vizzi
Inviato: 20 dic 2012, 21:36
Gli obiettivi della performance di Paolo mettono in risalto gli aspetti fondamentali dell’uomo, quelli del tornare alle origini. Unirci all’elemento acqua come fonte di congiunzione tra la nascita e la vita stessa.
Immersione dopo immersione, esperienza dopo esperienza, nasce in Paolo quel desiderio di andare più in profondità e scoprire le molteplici meraviglie del mondo sommerso. Un giorno, parlando con il suo istruttore Roberto Voluri, quella che era solo un’idea, si vede concretizzarsi nel diving di Andrea Costantini (Costa del Sud Diving Service).
Valuta, pensa, studia, si allena duramente ed arriva ad effettuare, il 18 giugno 2011, un’immersione fino a 62 mt e 30 cm sotto il livello del mare con la supervisione degli istruttori e dottori, diventa così un primato per persone con disabilità.
Un’immersione particolare la sua, che ha chiesto tanta preparazione ed uno staff adeguato per effettuarla in sicurezza, un’immersione impegnativa anche per tanti sub senza ricorrere a miscele speciali.
«E’ stata una soddisfazione bellissima» sono le prime parole di Paolo De Vizzi. «Avevo provato, in allenamento, a raggiungere questa profondità e ci ero riuscito. Però nel giorno del record, davanti a tante telecamere e a tanta gente, non è stato facile. C’era in me tanta emozione e, poi, ho anche avuto qualche problemino con il materiale della muta, che utilizzavo per la prima volta ed un pizzico di narcosi da azoto».
Paolo ha impiegato 4 minuti per toccare la prima quota, 60 metri, per poi scendere sino a quota 62 metri e 30 centimetri, altri 36 minuti sono serviti per risalire.
«Ho seguito le varie tappe di decompressione previste in questa risalita» racconta Paolo De Vizzi. Quando ha superato quota 59 metri, come si è visto in diretta attraverso varie emittenti televisive, tra cui Rai Uno con "Linea Blu". Paolo ha stappato una bottiglia di champagne Ferrari ed ha brindato.
«Il significato di questo record? Ho voluto dimostrare a tutti coloro che hanno vissuto esperienze simili alla mia che, nonostante la disabilità, niente ci è precluso. Non bisogna chiudersi in se stessi» è l’invito di Paolo «ma bisogna sempre mettersi alla prova per superare limiti che potrebbero sembrare invalicabili».
Dopo il primo successo, Paolo sente crescere la voglia di sfidare se stesso con una nuova prova: la permanenza sott’acqua di 10 ore. Raggiunto con molta facilità questo primo traguardo, l’idea successiva è di raddoppiare i tempi. Il pomeriggio del 30 giugno alle 16:00, Paolo si immerge e trascorre 20 ore, tra il giorno e la notte, a contatto con l’elemento che ama di più: l’acqua.
Sott’acqua Paolo porta con sè la sua carrozzina ma la guarda soltanto, perché lì non ne ha bisogno. La porta proprio per poterla lasciare e dimostrare che il mare è in grado di restituire a chi ha problemi motori la bellissima sensazione di essere autonomo.
Durante le 20 ore Paolo gioca a dama con i suoi assistenti (che si alternano ogni 90 minuti), mangia della frutta, va in giro per i fondali con lo scooter subacqueo. Le comunicazioni con chi è a terra sono assicurate da una maschera particolare, il gran facciale, dotata di microfono e dispositivo GSM.
Intanto sulla terraferma i tantissimi turisti e curiosi, seguono Paolo attraverso un maxi schermo sul quale vengono proiettate le immagini minuto per minuto. Anche per questo record sono intervenute reti televisive regionali e nazionali ad esempio Rai Uno con “Linea Blu”, Telenorba e Rai Tre.
Considerando il successo di quest’ultima prova, attestato anche dallo staff medico (nessun problema fisico, di ipotermia e stanchezza), quest’anno Paolo tenterà di battere il record mondiale di 32 ore già stabilito da un normodotato.
Questo evento unico al mondo per ogni essere umano, avverrà il prossimo 29 giugno 2013 a Santa Caterina (marina di Nardò, Lecce).
“Il motivo di questa immersione prolungata?
per una mia soddisfazione personale mi piace vivere il mare a 360°; di sicuro ci sara' inoltre uno studio medico per lo smaltimento dell'azoto e dell'ipotermia e sono felice di collaborare con i medici iperbarici.
“Questi record nel mio intento, serviranno da stimolo e per dimostrare alle persone che come me hanno delle disabilità, che tutto si può e si deve superare con l’impegno, trovando in se stessi la forza x affrontare con tenacia e orgoglio la vita quotidiana senza sentirsi diversi o peggio ancora ai margini della società. Ho portato una carrozzina sott’acqua come simbolo x dimostrare che il mare e in grado di restituire a chi a problemi motori la bellissima sensazione di essere autonomo.
Gli intenti che mi prefiggo?
Il primo è di far capire che una persona diversamente abile non è poi tanto diversa, il secondo è di guardare a noi come persone che, pur avendo avuto una sventura, si sono sapute rialzare e cominciare a vivere come facevano prima… anzi, forse con il raggiungimento di traguardi impensabili, vivere intensamente più di prima!.
Io penso che un diversamente abile debba essere un membro attivo della società, capace di promuovere lo sport come chiunque altro ma con in più la sensibilità di chi ha perso qualcosa e l’ha poi riguadagnata con sacrificio.
Dunque un altro grande obbiettivo è quello di trasmettere, a chi viene a fare immersioni con me, una grande energia positiva che diventerà senz’altro la grande passione per il mare.”
Immersione dopo immersione, esperienza dopo esperienza, nasce in Paolo quel desiderio di andare più in profondità e scoprire le molteplici meraviglie del mondo sommerso. Un giorno, parlando con il suo istruttore Roberto Voluri, quella che era solo un’idea, si vede concretizzarsi nel diving di Andrea Costantini (Costa del Sud Diving Service).
Valuta, pensa, studia, si allena duramente ed arriva ad effettuare, il 18 giugno 2011, un’immersione fino a 62 mt e 30 cm sotto il livello del mare con la supervisione degli istruttori e dottori, diventa così un primato per persone con disabilità.
Un’immersione particolare la sua, che ha chiesto tanta preparazione ed uno staff adeguato per effettuarla in sicurezza, un’immersione impegnativa anche per tanti sub senza ricorrere a miscele speciali.
«E’ stata una soddisfazione bellissima» sono le prime parole di Paolo De Vizzi. «Avevo provato, in allenamento, a raggiungere questa profondità e ci ero riuscito. Però nel giorno del record, davanti a tante telecamere e a tanta gente, non è stato facile. C’era in me tanta emozione e, poi, ho anche avuto qualche problemino con il materiale della muta, che utilizzavo per la prima volta ed un pizzico di narcosi da azoto».
Paolo ha impiegato 4 minuti per toccare la prima quota, 60 metri, per poi scendere sino a quota 62 metri e 30 centimetri, altri 36 minuti sono serviti per risalire.
«Ho seguito le varie tappe di decompressione previste in questa risalita» racconta Paolo De Vizzi. Quando ha superato quota 59 metri, come si è visto in diretta attraverso varie emittenti televisive, tra cui Rai Uno con "Linea Blu". Paolo ha stappato una bottiglia di champagne Ferrari ed ha brindato.
«Il significato di questo record? Ho voluto dimostrare a tutti coloro che hanno vissuto esperienze simili alla mia che, nonostante la disabilità, niente ci è precluso. Non bisogna chiudersi in se stessi» è l’invito di Paolo «ma bisogna sempre mettersi alla prova per superare limiti che potrebbero sembrare invalicabili».
Dopo il primo successo, Paolo sente crescere la voglia di sfidare se stesso con una nuova prova: la permanenza sott’acqua di 10 ore. Raggiunto con molta facilità questo primo traguardo, l’idea successiva è di raddoppiare i tempi. Il pomeriggio del 30 giugno alle 16:00, Paolo si immerge e trascorre 20 ore, tra il giorno e la notte, a contatto con l’elemento che ama di più: l’acqua.
Sott’acqua Paolo porta con sè la sua carrozzina ma la guarda soltanto, perché lì non ne ha bisogno. La porta proprio per poterla lasciare e dimostrare che il mare è in grado di restituire a chi ha problemi motori la bellissima sensazione di essere autonomo.
Durante le 20 ore Paolo gioca a dama con i suoi assistenti (che si alternano ogni 90 minuti), mangia della frutta, va in giro per i fondali con lo scooter subacqueo. Le comunicazioni con chi è a terra sono assicurate da una maschera particolare, il gran facciale, dotata di microfono e dispositivo GSM.
Intanto sulla terraferma i tantissimi turisti e curiosi, seguono Paolo attraverso un maxi schermo sul quale vengono proiettate le immagini minuto per minuto. Anche per questo record sono intervenute reti televisive regionali e nazionali ad esempio Rai Uno con “Linea Blu”, Telenorba e Rai Tre.
Considerando il successo di quest’ultima prova, attestato anche dallo staff medico (nessun problema fisico, di ipotermia e stanchezza), quest’anno Paolo tenterà di battere il record mondiale di 32 ore già stabilito da un normodotato.
Questo evento unico al mondo per ogni essere umano, avverrà il prossimo 29 giugno 2013 a Santa Caterina (marina di Nardò, Lecce).
“Il motivo di questa immersione prolungata?
per una mia soddisfazione personale mi piace vivere il mare a 360°; di sicuro ci sara' inoltre uno studio medico per lo smaltimento dell'azoto e dell'ipotermia e sono felice di collaborare con i medici iperbarici.
“Questi record nel mio intento, serviranno da stimolo e per dimostrare alle persone che come me hanno delle disabilità, che tutto si può e si deve superare con l’impegno, trovando in se stessi la forza x affrontare con tenacia e orgoglio la vita quotidiana senza sentirsi diversi o peggio ancora ai margini della società. Ho portato una carrozzina sott’acqua come simbolo x dimostrare che il mare e in grado di restituire a chi a problemi motori la bellissima sensazione di essere autonomo.
Gli intenti che mi prefiggo?
Il primo è di far capire che una persona diversamente abile non è poi tanto diversa, il secondo è di guardare a noi come persone che, pur avendo avuto una sventura, si sono sapute rialzare e cominciare a vivere come facevano prima… anzi, forse con il raggiungimento di traguardi impensabili, vivere intensamente più di prima!.
Io penso che un diversamente abile debba essere un membro attivo della società, capace di promuovere lo sport come chiunque altro ma con in più la sensibilità di chi ha perso qualcosa e l’ha poi riguadagnata con sacrificio.
Dunque un altro grande obbiettivo è quello di trasmettere, a chi viene a fare immersioni con me, una grande energia positiva che diventerà senz’altro la grande passione per il mare.”