La trappola.
Inviato: 17 set 2012, 19:25
Come dice la parola stessa, la trappola è qualcosa che c'è ma che non si vede o perlomeno non è così evidente ed è quella che trae in inganno.
Nella pesca le trappole sono numerose e varie, se ci pensate bene vi accorgerete che tutto quello che facciamo per trarre in inganno un pesce si potrebbe tranquillamente chiamare trappola.
La mia trappola però, così l'ho chiamata, è rivolta alla cattura delle palamite e di tutti i pesci muniti di una dentatura capace di spezzare nylon anche di grosso diametro, durante il combattimento.
Succede spesso che nell'azione di salpaggio, le fughe e le testate che questi pesci danno durante il combattimento, mettano in crisi la nostra lenza e la possibilità di rottura del terminale sono elevatissime.
Per sopperire a questo il fluorocarbon aiuta e non poco per la sua intrinseca resistenza all'abrasione, però, anche in questo caso è meglio abbondare nel diametro di questi monofili con la consapevolezza però, di rendere più visibile la nostra lenza e di renderla comunque più rigida, meno fluttuante e meno invitante.
La presentazione dell'esca usando un filo di diametro 0,20 e un'altro di diametro 0,30 è totalmente diversa, e, a mio avviso, questa rigidità dell'insieme mette in allarme il pesce non facendolo abboccare.
Il sistema per ovviare a tutto ciò c'è ed è molto semplice sia da fabbricarlo che da metterlo in pratica.
Si tratta semplicemente di legare l'amo col quale vogliamo pescare su uno spezzone di dacron o di multifibre e poi dall'altro lato fare un cappio per legare la lenza.
Lo spezzone basta che sia lungo 7/8 centimetri.
Su questo legheremo poi il fluorocarbon, io faccio terminali di due metri adoperando uno 0,20 e anche su questo eseguo un cappio a nodo doppio per collegarlo al moschettone dell'armatura.
L'innesco della sarda va fatta servendosi dell'apposito ago della Stonfo, tramite il cappio del fluorocarbon faccio scorrere all'interno la sarda che incorporerà dentro di se lo spezzone di dacron.
L'unica cosa che sarà visibile è la punta dell'amo che farò sporgere da un lato della bocca.
Sulla coda eseguo un falso nodo affinchè la sarda non tenda ad incurvarsi rimanendo ben stesa sulla lenza.
Una volta in acqua, grazie al sottile filo, fluttuerà libera senza destare sospetti, portando al suo interno questa micidiale trappola.
Nella pesca le trappole sono numerose e varie, se ci pensate bene vi accorgerete che tutto quello che facciamo per trarre in inganno un pesce si potrebbe tranquillamente chiamare trappola.
La mia trappola però, così l'ho chiamata, è rivolta alla cattura delle palamite e di tutti i pesci muniti di una dentatura capace di spezzare nylon anche di grosso diametro, durante il combattimento.
Succede spesso che nell'azione di salpaggio, le fughe e le testate che questi pesci danno durante il combattimento, mettano in crisi la nostra lenza e la possibilità di rottura del terminale sono elevatissime.
Per sopperire a questo il fluorocarbon aiuta e non poco per la sua intrinseca resistenza all'abrasione, però, anche in questo caso è meglio abbondare nel diametro di questi monofili con la consapevolezza però, di rendere più visibile la nostra lenza e di renderla comunque più rigida, meno fluttuante e meno invitante.
La presentazione dell'esca usando un filo di diametro 0,20 e un'altro di diametro 0,30 è totalmente diversa, e, a mio avviso, questa rigidità dell'insieme mette in allarme il pesce non facendolo abboccare.
Il sistema per ovviare a tutto ciò c'è ed è molto semplice sia da fabbricarlo che da metterlo in pratica.
Si tratta semplicemente di legare l'amo col quale vogliamo pescare su uno spezzone di dacron o di multifibre e poi dall'altro lato fare un cappio per legare la lenza.
Lo spezzone basta che sia lungo 7/8 centimetri.
Su questo legheremo poi il fluorocarbon, io faccio terminali di due metri adoperando uno 0,20 e anche su questo eseguo un cappio a nodo doppio per collegarlo al moschettone dell'armatura.
L'innesco della sarda va fatta servendosi dell'apposito ago della Stonfo, tramite il cappio del fluorocarbon faccio scorrere all'interno la sarda che incorporerà dentro di se lo spezzone di dacron.
L'unica cosa che sarà visibile è la punta dell'amo che farò sporgere da un lato della bocca.
Sulla coda eseguo un falso nodo affinchè la sarda non tenda ad incurvarsi rimanendo ben stesa sulla lenza.
Una volta in acqua, grazie al sottile filo, fluttuerà libera senza destare sospetti, portando al suo interno questa micidiale trappola.