E' facile dire pesci non ci sono andiamo a casa
Inviato: 06 ott 2016, 16:06
Confortati da qualche buona notizia, ieri mattina, non prestissimo, siamo partiti canne e bagagli, nonché sarde fresche e congelate, per una battuta alle palamite.
Sulla posta da me preferita, c'erano già due barche in pesca e altre tre o quattro nei dintorni, segno buono, sicuramente qualche notizia era trapelata.
Ci posizioniamo su un fondale di 36 metri non lontano dalla cigliata già occupata, altre volte avevo pescato in questo punto e i risultati erano stati soddisfacenti.
L'amico Davide, armatore della barca sulla quale eravamo ospiti io e Massimo, altro carissimo amico, senza perdere tempo, fissa il sardamatic sulla fiancata e inizia a pasturare la zona, non passa un quarto d'ora che le tre canne apposite siano in pesca con l'esca a tre diverse profondità.
Sulla mia canna, con l'esca più alta, il galleggiante m segnala, tramite piccole affondate, che c'è un certo interesse alla mia sarda, innescata intera, aspetto l'affondata con la canna in mano, pronto al divertente combattimento, ma non succede niente.
Pensando ad un rifiuto, muovo il galleggiante per invogliare il pesce, ma, tutto tace,
Ritiro la lenza per verificare quello che era successo e trovo della bella sarda fresca, solo la lisca abilmente ripulita, dico agli amici di fare altrettanto e anche loro ritirano le lenze con lo stesso risultato.
Guardo sulla scia della pastura e mi accorgo che siamo assediati dalle maledettissime e affamatissime boghe, un disastro per questa pesca.
Mentre sto pensando a cosa fare, una delle barche sul ciglio, mette in moto, rifà l'ancora e si mette in rotta per il porto, seguita a breve distanza dall'altra.
Sicuramente anche a loro è accaduto la stessa cosa, boghe, boghe, boghe.
Anche noi rifacciamo l'ancora, ma anziché tornare indietro, ci spostiamo di un quarto di miglio verso un fondale sui 28 metri, smontiamo le canne da light drifting e tiriamo fuori le canne da galleggiante, evitiamo di pasturare e ci mettiamo in pesca,
buttiamo in acqua qualche piccolo pezzetto di sarda, pochi, per non attirare le dannate e qualche occhiata comincia a farsi viva, sono stupende, tutte intorno ai 300 grammi, ma poche e rare.
Davide decide di cambiare pesca e canna e arma una quattro metri parabolica con un amo del n° 2, e qualche piombino, la cosa funziona e Massimo lo segue a ruota.
Io non ho canne adatte per questa pesca e decido di cambiare sistema armando una canna corta da palamite con un vettino morbido, un terminale dello 0,18 raddoppiato sull'amo, un'olivetta di piombo scorrevole da 20 grammi fissata in basso con un piombino salvanodo, sull'amo innesco un pezzo di sarda morbido che avvolgo con il lycra per dargli compattezza e calo sul fondo, sollevo il piombo di un paio di metri e non passa un minuto che il cimino si pieghi con violenza.
Inizia il tira tira con una tanuta sul mezzo chilo che non ne vuol sapere di finire così quella giornata, ma la canna e la frizione del mulinello ne hanno presto ragione.
Le occhiate si sono allontanate e al loro posto sono ricomparse le boghe che non ci danno tregua, ormai, però, abbiamo capito il giochetto, gli facciamo il segno dell'ombrello, mettiamo in moto e ci spostiamo di qualche centinaio di metri, ci rimettiamo in pesca e questa volta sono io il mattatore mettendo a pagliolo prima un'orata sui 600 grammi e dopo neppure mezz'ora un'altra di un chiletto, Davide e Massimo non dormono e le occhiate non mancano di certo, sempre belle e di porzione.
Alle cinque di pomeriggio, dopo un'altra bella tanuta che strappo dal suo habitat, decidiamo che basti così e rientriamo.
Al peso risulta quasi 10 chili di nobile pescato di taglia, alla faccia di coloro che non sanno adattarsi e che piagnucolano ogni volta che le cose non vanno come sembra a loro.
Sulla posta da me preferita, c'erano già due barche in pesca e altre tre o quattro nei dintorni, segno buono, sicuramente qualche notizia era trapelata.
Ci posizioniamo su un fondale di 36 metri non lontano dalla cigliata già occupata, altre volte avevo pescato in questo punto e i risultati erano stati soddisfacenti.
L'amico Davide, armatore della barca sulla quale eravamo ospiti io e Massimo, altro carissimo amico, senza perdere tempo, fissa il sardamatic sulla fiancata e inizia a pasturare la zona, non passa un quarto d'ora che le tre canne apposite siano in pesca con l'esca a tre diverse profondità.
Sulla mia canna, con l'esca più alta, il galleggiante m segnala, tramite piccole affondate, che c'è un certo interesse alla mia sarda, innescata intera, aspetto l'affondata con la canna in mano, pronto al divertente combattimento, ma non succede niente.
Pensando ad un rifiuto, muovo il galleggiante per invogliare il pesce, ma, tutto tace,
Ritiro la lenza per verificare quello che era successo e trovo della bella sarda fresca, solo la lisca abilmente ripulita, dico agli amici di fare altrettanto e anche loro ritirano le lenze con lo stesso risultato.
Guardo sulla scia della pastura e mi accorgo che siamo assediati dalle maledettissime e affamatissime boghe, un disastro per questa pesca.
Mentre sto pensando a cosa fare, una delle barche sul ciglio, mette in moto, rifà l'ancora e si mette in rotta per il porto, seguita a breve distanza dall'altra.
Sicuramente anche a loro è accaduto la stessa cosa, boghe, boghe, boghe.
Anche noi rifacciamo l'ancora, ma anziché tornare indietro, ci spostiamo di un quarto di miglio verso un fondale sui 28 metri, smontiamo le canne da light drifting e tiriamo fuori le canne da galleggiante, evitiamo di pasturare e ci mettiamo in pesca,
buttiamo in acqua qualche piccolo pezzetto di sarda, pochi, per non attirare le dannate e qualche occhiata comincia a farsi viva, sono stupende, tutte intorno ai 300 grammi, ma poche e rare.
Davide decide di cambiare pesca e canna e arma una quattro metri parabolica con un amo del n° 2, e qualche piombino, la cosa funziona e Massimo lo segue a ruota.
Io non ho canne adatte per questa pesca e decido di cambiare sistema armando una canna corta da palamite con un vettino morbido, un terminale dello 0,18 raddoppiato sull'amo, un'olivetta di piombo scorrevole da 20 grammi fissata in basso con un piombino salvanodo, sull'amo innesco un pezzo di sarda morbido che avvolgo con il lycra per dargli compattezza e calo sul fondo, sollevo il piombo di un paio di metri e non passa un minuto che il cimino si pieghi con violenza.
Inizia il tira tira con una tanuta sul mezzo chilo che non ne vuol sapere di finire così quella giornata, ma la canna e la frizione del mulinello ne hanno presto ragione.
Le occhiate si sono allontanate e al loro posto sono ricomparse le boghe che non ci danno tregua, ormai, però, abbiamo capito il giochetto, gli facciamo il segno dell'ombrello, mettiamo in moto e ci spostiamo di qualche centinaio di metri, ci rimettiamo in pesca e questa volta sono io il mattatore mettendo a pagliolo prima un'orata sui 600 grammi e dopo neppure mezz'ora un'altra di un chiletto, Davide e Massimo non dormono e le occhiate non mancano di certo, sempre belle e di porzione.
Alle cinque di pomeriggio, dopo un'altra bella tanuta che strappo dal suo habitat, decidiamo che basti così e rientriamo.
Al peso risulta quasi 10 chili di nobile pescato di taglia, alla faccia di coloro che non sanno adattarsi e che piagnucolano ogni volta che le cose non vanno come sembra a loro.
Dubitare di Bruno e' come buttare benzina sul fuoco!!! 
