Nylon o mutifibre?
Inviato: 06 gen 2014, 17:17
caratteristica principale del monofilo in nylon è la sua trasparenza quindi la scarsa visibilità dello stesso da parte dei pesci.
L'altra caratteristica è la sua elasticità, che chiamerei piuttosto coefficiente di allungamento, e, che può raggiungere anche il 10%.
Se la prima caratteristica è sicuramente inimitabile ed unica, migliorata ancora con l'avvento del fluorocarbon, per la seconda ci sono prego e difetti.
Fino a pochi anni fa, non c'era alternativa, ogni tipo di pesca si basava sull'utilizzo di questo monofilo, che si pescasse in pochi metri di acqua oppure a profondità abissali, variava il diametro ma non il prodotto.
Succedeva moltissime volte, pescando a bolentino, che trovassimo gli ami ripuliti dalle esche, senza che il vettino avesse dato nessun avviso di beccata.
Provammo a sostituire parzialmente il nylon con il dracon, ma questo, avendo diametri abbastanza sostenuti, imponeva l'obbligo di usare determinati mulinelli e comunque non risolveva il problema della corrente essendo sempre abbondante di diametro.
Finalmente apparve sul mercato il multifibre che qualcuno chiama dynema e altri trecciato, ma sempre del solito prodotto si tratta.
Questo ha un carico di rottura altissimo anche su piccoli diametri, ed è privo di allungamento, quello che stavamo aspettando.
Se usato con cognizione, trasmette sul vettino ogni singola beccata anche del pesce più smaliziato, taglia benissimo, dato il ridotto diametro, la corrente ed è imbobinabile su mulinelli normali.
Il difetto è quello che tende ad incorporare l'acqua, al contrario del nylon, è leggermente abrasivo per le pietre degli anelli delle canne, è impossibile fare dei nodi per poi riscioglierli.
Il connubio intelligente tra questi due fili, ci consente di sfruttare, in diversi tipi di pesca, le caratteristiche dell'uno e dell'altro, dosandoli con intelligenza e sfruttando le doti delle quali sono dotati.
L'altra caratteristica è la sua elasticità, che chiamerei piuttosto coefficiente di allungamento, e, che può raggiungere anche il 10%.
Se la prima caratteristica è sicuramente inimitabile ed unica, migliorata ancora con l'avvento del fluorocarbon, per la seconda ci sono prego e difetti.
Fino a pochi anni fa, non c'era alternativa, ogni tipo di pesca si basava sull'utilizzo di questo monofilo, che si pescasse in pochi metri di acqua oppure a profondità abissali, variava il diametro ma non il prodotto.
Succedeva moltissime volte, pescando a bolentino, che trovassimo gli ami ripuliti dalle esche, senza che il vettino avesse dato nessun avviso di beccata.
Provammo a sostituire parzialmente il nylon con il dracon, ma questo, avendo diametri abbastanza sostenuti, imponeva l'obbligo di usare determinati mulinelli e comunque non risolveva il problema della corrente essendo sempre abbondante di diametro.
Finalmente apparve sul mercato il multifibre che qualcuno chiama dynema e altri trecciato, ma sempre del solito prodotto si tratta.
Questo ha un carico di rottura altissimo anche su piccoli diametri, ed è privo di allungamento, quello che stavamo aspettando.
Se usato con cognizione, trasmette sul vettino ogni singola beccata anche del pesce più smaliziato, taglia benissimo, dato il ridotto diametro, la corrente ed è imbobinabile su mulinelli normali.
Il difetto è quello che tende ad incorporare l'acqua, al contrario del nylon, è leggermente abrasivo per le pietre degli anelli delle canne, è impossibile fare dei nodi per poi riscioglierli.
Il connubio intelligente tra questi due fili, ci consente di sfruttare, in diversi tipi di pesca, le caratteristiche dell'uno e dell'altro, dosandoli con intelligenza e sfruttando le doti delle quali sono dotati.
