Cominciamo stasera a parlare di questo pesce e sopratutto di questa pesca.

L'occhiata è tra i pesci più diffusi delle acque costiere dell'intero Mediterraneo e anche il più insidiato, preferisce le coste rocciose e le scogliere artificiali dei porti, ma, non disdegna neppure le secche rocciose al largo purchè la profondità di queste sia al massimo sui quaranta- cinquanta metri.
Appartiene alla grande famiglia degli sparidi (chi la accomuna al pesce azzurro è in errore) con corpo ovale schiacciato, di colore argento brillante e due caratteristiche peculiari: Occhi grandi e macchia nera sul peduncolo caudale.
Proprio da questa simpatica striscia nera e da questi occhioni furbi, deve il suo nome scientifico: oblada melanura (occhiata codanera), così sappiamo anche il perchè di questo nome.
Ma haimè, l'occhiata ha anche altre due caratteristiche che sono la dannazione di noi pescatori.
La bocca è dotata di un'acuminata dentatura che sembra fatta apposta a recidere le nostre lenze e lasciarci con un palmo di naso.
L'altra sono le pinne dorsali, ventrali ed anali molto acuminate e robuste per cui la fase di slamatura va fatta con estrema cautela, pena ritrovarsi con le mani bucate e sanguinanti.
Un mio amico di pesca paragona la slamatura dell'occhiata al cogliere una rosa con le sole mani.
Può raggiungere una lunghezza massima di circa 25-30 cm ed un peso di 700 grammi.
La taglia media comunque si aggira sui 300 grammi.
Vive in branchi anche numerosi di individui che hanno la medesima taglia ed essendo onnivora si ciba di quello che trova.
Si riroduce in primavera e durante la vita cambia sesso più volte; alcuni esemplari sono addirittura eramfroditi.

Si può insidiare sia da riva che dalla barca in mille modi e maniere, lo scopo di questo 3d è quello di far raccontare a chi lo desidera in quale modo le pesca.

Scusa Bruno, ma da mangiare sono buone? Nella mia insesperienza, non le conosco.

La Croazia e' piena di "Occhiate"...... ........ ....... .......

@Matteo24077
Sono buone come un Sarago "pizzuto"

Grazieee ora ho capito....che figura che ho fatto...ne ho visto moltissime facendo immersioni....

bruno21 ha scritto:Si può insidiare sia da riva che dalla barca in mille modi e maniere, lo scopo di questo 3d è quello di far raccontare a chi lo desidera in quale modo le pesca.

Ecco...! Comincia a descrivere per bene la tua tecnica!!

@ Matteo, leggi qui sotto se sono buone


Chi mangia le tu' occhiate se ne vanta,
Bruno.
Falle cucinà alla moglie der Baccelli,
Ne voglio mangià finchè un si stianta,
Voglio andà attraverso alli sgabelli.

Se poi per caso un po'ro disgraziato,
e si provasse a dì: e sanno di poino,
si manderebbe via tutto stroncato,
Dai falle cucinà, falle Brunino,
o che t'importa se c'è quarche boghetta,
meglio che mangià fagioli e semolino.

Bruno,sei UNICO! !!!!!!!

Io le pesco rigorosamente a traina,
poi,
le più belle le invito a cena,se gli azzecchi la cottura ....
le più piccole le slamo rigorosamente,
con quelle medie cerco di barattare col mare......ne offro un paio la volta.....
in cambio poco frequentemente ottengo un dentice
più spesso un bel barracuda

Accontento Giuseppe e comincio a parlarne un po' per vedre se oltre al grande amico Filippo qualcuno ci racconta come le pesca.
Pregherei anche Filippo di spiegare bene la sua tecnica e descrivere la sua attrezzatura, cerchiamo di non essere troppo telegrafici perchè non tutti quelli che ci leggono sono in grado di capire e magari hanno una voglia matta di provare a pescarle.
Quindi, specifichiamo bene con quali canne, quali mulinelli e come sono caricati, quali terminali, se ci sono girelle e se ci sono a quale distanza, piombatura? Terminali, ami, a quale distanza dalla barca trainiamo e a quale velocità procediamo. Dove dobbiamo trainare preferibilmente, vicino alla riva? Al largo?
Ecco in questo modo potremo veramente dare una mano a chi comincia, oltre alla soddisfazione di scrivere un po' di questa nostra passionaccia.

Se andate a pescare le occhiate da terra, dovrete provare o da una costa rocciosa oppure dalla scogliera di un porto, sono questi i luoghi preferiti dalle nostre occhiute amiche.
Difficilmente riuscirete a prenderle in giornate di mare calmo, acqua trasparente, assenza di correnti.
In queste condizioni preferiranno allontanarsi per cercare cibo più distante da riva.
La condizione ideale è l'inizio o la fine, ancora meglio, di una mareggiata, con schiuma ai piedi della scogliera, e corrente che muova verso il largo.
In questo caso il nostro richiamo (pastura) si allontanerà sul filo della corrente, richiamando sotto costa, oltre alle occhiate già in caccia, anche quelle più distanti.
Se le condizioni non fossero favorevoli, potete provare a pescarle di notte, anche con mare calmo la notte si riavvicinano a riva.
Continua.

Siccome non posso, per la seconda volta, non accettare l'invito di Bruno
(il primo riguardava la tecnica della pesca col vivo)
cercherò di non defilarmi,
quindi, come meglio posso ,
ed in funzione del fatto che anche nella pesca le regole sono poche,
darò volentieri il mio contributo,
L'intuito e le improvvisazioni fanno la differenza,scrivo questo perché è bene considerare che:
nella pesca un giorno non è come l’altro,
quello che va oggi ,domani…..chissà……
Personalmente dopo qualche ora trascorsa in mare sono giunto a,
per questa pesca e su profondità 6/15 mt,
usare:
-canne in carbonio da spinning da 2.40 per divergere più possibile sui laterali,
al centro canna telescopica non aperta per tenere il filo basso in acqua.
-muli 5000 o 6000,bobinati con 0.40 e terminale 0.15/.020,
-artificiali raglou 5.5 sui laterali, pescetto con paletta spinning al centro.
Quindi tre canne in pesca;
se l’equipaggio lo consente aggiungo due stim con i “cucchiaini”
(artificiali metallici con ancoretta posteriore montati su affondatori chiamati stim).
L’assetto mira a catturare soprattutto sui laterali e le altre esche per sondare .
Gli artificiali laterali li filo molto lontano, la distanza aumenta all’aumentare del “mare a olio”,
Le frizioni mooolto al limite dello slittamento,
appena poggiano le labbra il cicalino avverte,
da non sottovalutare che se accidentalmente le nostre esche incocciano un’alga alla deriva,
il sistema pescante ne segnala la presenza sempre con lo slittamento della frizione,
se cosi non fosse si rischierebbe di portare a spasso un ciuffo di alghe in attesa delle improbabili abboccate.................quante volte……. .
Che dire di più ci sarebbe tanto da scrivere…..ma se si scende troppo nei meandri si farebbe tanta confusione , magari proviamo ad andare per gradi.
Anticipo alcuni elementi da non sottovalutare ,l’altezza del sole,presenza di mangianze/predatori,colori degli artificiali,nodi .............

Devo averlo già scritto ma mi ripeto volentieri. Io pesco poche occhiate.Non uso mai canne ma una lenza max 0,16. Normalmente sosto nei pressi di una miticoltura. Appensantisco il terminale con un piombino schiacciato sul filo solo per farlo calare insieme altre altre schifezze che getto in acqua. Calo in acqua accompagnando con cozze pestate e a volte pane raffermo sbriciolato. Questo per intorpidire un pò lacqua attorno all'amo...........Arrivano in squadriglia dal fondo e ne prendo qualcuna. sempre col sole già alto comunque..........

izd69 sono pienamente daccordo con te un giorno in mare no e mai come unaltro e oltretutto neanche una porzione di mare sono sicuro che se io andrei dove pesca il grande bruno non piglierei un pesce (logicamente allinizio ) poi capirei le differenze e poi i momenti e poi le sensazioni a rigor di logica in croazia in agosto tutti i croarti si mettono a pescare le occhiate quando il mare e calmo e allimbrunire con la tecnica da me spiegata non avrei mai creduto che aboccassero a traina mi piacerebbe sapere che esca usate per provare in croazia anche se e un pesce che non insidio ma qualche volte una mangiata di misto ci sta molto bene

Due o tre volte l'anno, agli inizi della primavera, mi dedico alla pesca di questo simpatico, generoso e sospettoso pesce.
Mentre per pescare da riva occorre il mare che sbatacchi nella scogliera, dalla barca è tutto più semplice, molto di più.
La condizione del mare ha poca importanza, se possiamo uscire, possiamo pescare alle occhiate, basta che dove ci fermiamo ci sia un po' di corrente.
Se in quel punto corrente non c'è, bisognerà spostarsi, senza perdere tempo e trovare dove corrente ci sia.
Parrà strano, ma mi è successo diverse volte di dovermi spostare e magari ad un miglio di distanza trovarla.
Il fondale più adatto va dagli otto ai dieci metri, scoglioso, meglio se con poca posidonia.
Si getta l'ancora a mare e si da cima a sufficienza per essere sicuri di restare fermi.
Intanto in un capace secchio si prepara la pastura così composta: per metà usiamo la pastura bianca al formaggio che si trova nei negozi di pesca e per metà pane grattato comprato in un supermercato.
Si mescola per bene a secco i due componenti, poi si aggiunge acqua di mare contunuando a girare finchè si ottiene un impasto omogeneo non troppo molle.
La pastura è giusta quando stringendola con una mano si compatterà.
Considerate che per una giornata di pesca occorreranno dai sei agli otto chili di pastura che prepareremo in due volte.
Armiamo una canna di cinque metri telescopica con mulinello di taglia 2000/3000 caricato con nylon 0,20 galleggiante scorrevole da 4 a 8 grammi secondo la corrente, terminale f.carbon 0,12/0,14 di due metri, amo n° 12 a gambo corto,

Scusate lo faccio in due post perchè ho problemi col computer.

Con una sonda si misura il fondo e tramite il galleggiante scorrevole si posiziona l'esca ad un metro dal fondo.
L'azione di pesca è semplicissima, si cala vicino alla barca, penserà la corrente ad allontanare il galleggiante.
L'abboccata il più delle volte sarà violenta, vedremo sparire il galleggiante velocemente e a quel punto, con calma, ferriamo.
La frizione deve essere ben regolata perchè specialmente in primavera le occhiate sono grosse e faranno slittare la frizione, recuperiamo con calma, tenendo presente che quando l'occhiata sarà nei pressi della barca ripartirà di nuovo.
Come esca noi usiamo il bigattino, ne mettiamo uno infilzato e due a penzoloni.
Va molto bene anche il pezzetto di coreano e ancora meglio se a questo mettiamo penzoloni una camola del miele.
La pasturazione va fatta con continuità, gettando piccoli pugni di pastura, un po' per volta per tutta la durata della pescata.
Non facciamone stragi, la quantità è di cinque chili a testa, vediamo di non superarli.

ciao bruno sono curioso di provare quando andro in croazia mi dispiace solo aspettare agosto voglio vedere se funziona cosa dice il mio vecchietto