Occhiate con il pedalò

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bruno21
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Occhiate con il pedalò

Messaggio da bruno21 »

Come annunciava il giornale, l’asta dei ritrovamenti in mare si sarebbe svolta presso la Capitaneria di Viareggio quindici giorni dopo.
Più per curiosità che altro, lessi distrattamente l’elenco degli oggetti recuperati.
Si trattava di pattini in legno, piccoli scafi in vtr con e senza motore ed in fondo all’elenco un pedalò.
Un mio dipendente, quello che mi aveva portato il giornale evidenziandomi l’elenco, era interessatissimo ad una barca ritrovata con fuoribordo, più per curiosità che altro decisi di accompagnarlo al rimessaggio dove gli oggetti erano visibili.
Il sabato mattina andammo a Viareggio per visionarli di persona.
La barca era intatta, mentre il motore era messo abbastanza male, lo scoperchiammo per verificare l’interno, provammo a farlo girare manualmente con una corda passata attorno al volano motore, e verificammo che non era inchiodato.
Mentre lui stava facendo l’elenco dei pezzi danneggiati per stimarne il costo, io mi misi a gironzolare nel cantiere.
Scambiai quattro chiacchere con il proprietario e ci sedemmo sullo scafo di un pedalò.
Mentre mi parlava dell’iter necessario per partecipare all’asta, battè la mano sullo scafo del pedalò dicendo: ecco, questo se interessasse a qualcuno farebbe un affare.
Il vetroresina è intatto, solo lo schienale di un sedile ha subito un colpo, roba da niente, mancano i piccoli pulpiti di prua, i pedali e la leva del timone, per il resto è perfettamente in ordine.
Cercai di scacciare l’idea che mi era venuta in mente, ma poi pensandoci bene non era troppo male, regalare alle mie tre figlie questo giocattolone per Natale.
Lo so che ci sarebbe poi stato il problema di portarlo in Sardegna, ma sono abituato ad affrontare le situazioni una per volta.
Arrivati a casa ne parlai con mia moglie ed anche lei si mostrò entusiasta dell’idea.

Come mi ero aspettato partecipare all’asta non fu semplicissimo, ricordo che feci due viaggi a Viareggio, poi finalmente potei compilare la mia offerta: centotremila lire.
Anche il mio amico scrisse la sua offerta per la barca: ottantatremila lire.
Per il pedalò c’erano tre offerte e mi pentii mille volte di aver offerto così poco, telefonando ad un cantiere di Cecina che li fabbrica, anche se non quel modello, mi dissero che il prezzo del nuovo era di un milione e duecentomila.
Finalmente giunse il giorno fatidico e le buste sigillate vennero aperte.
Prima quelle per la barca, ma l’altra offerta ere di cinquantamilalire, per cui il mio amico se l’aggiudicò.
Venne il turno del pedalò e la prima busta che aprirono era la mia, le altre due, a pari merito erano di centomila, per tremila lire in più mi aggiudicai l’oggetto, mentre gli altri due, proprietari di stabilimenti balneari restarono visibilmente contrariati.
Anche il pagamento fu una cosa lunghetta e diviso tra il premio al ritrovatore, il costo dello spazio al cantiere e il saldo al Ministero della Marina, insomma un’altra giornata persa.
Caricammo i due scafi e li portammo nel piazzale dell’officina.
Tramite un amico di Forlì risalii al cantiere di Rimini che l’aveva costruito e il sabato successivo andai a prendere i pezzi mancanti e danneggiati.
Fra tutti non spesi ottantamilalire.
La sera dopo il lavoro portavamo le barche all’interno dell’officina ed iniziammo i lavori di restauro.
Consigliati dal titolare di una ditta di vernici, preparammo gli scafi per la verniciatura.
Poi vernice poliuretanica data a spruzzo.
Lui verniciò la sua di un rosso vivo, mentre il pedalò, destinato alle mie figlie lo verniciai di un bel rosa chiaro, mentre gli scafi di un bleu brillante.
Nel piano del prendisole dietro i sedili dipinsi, con non poca difficoltà, una rosa dei venti bleu come gli scafi.
Per il nome che avevo scelto, invece, mi rivolsi ad una ditta di adesivi scegliendo il bleu più vicino al colore che avevo dato e chiamai il pedalò Gechigì dal nome delle mie figlie GEmma, CHIara, GIulia.
Montammo le parti accessorie e la viglia di Natale lo portai a casa sistemandolo su due bassissime caprette sotto il portico.
Misi sul pedalò tre grosse coccarde rosa con i loro nomi ed un mega biglietto in una mega busta che misi sottol’albero e che recitava: mi chiamo Gechigì e spero di essere un grande amico per l’estate.
Il successo fu enorme tanto che dovemmo vestirle bene perché vollero provarlo e riprovarlo finchè stanchissime andarono a letto.
La mattina successiva ci fu un via vai di amiche a pedalare come ossesse e salire e scendere, tanto che qualche graffietto sia sul prendisole che sugli scafi fece la sua apparizione.
Nessun problema, li avrei ritoccati con un pennellino, ma i giocattoli sono per giocarci non per essere tenuti in mostra.
Era la fine di Maggio, quando un cliente ci commissionò un lavoro a Costa Paradiso, purchè avessimo consegnato alcuni manufatti nel mese di giugno.
Non aspettavo altro, insieme alla merce spedii in Sardegna anche il pedalò e lo feci parcheggiare nel posto auto del mio appartamento.

Quando arrivammo in agosto, con il carrello di un amico lo depositammo sulla spiaggia di Rena Majore un po’lontano dagli ombrelloni dove non avrebbe dato fastidio a nessuno.

Continua.
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Marenostrum66 »

:smt044 :smt044 :smt044 :smt044 :smt044 :smt044

Solo tu Bruno puoi superare.... Bruno..... fantastico!... racconta il seguito :smt044 :smt044
....VENTO IN POPPA!!!!
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Occhiate con il pedalò

Messaggio da marcoevo »

Aspetto con ansia ....:)


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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Invictus »

e poi :smt026
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da duchessa »

...... allora ................. non farci morire ............ :smt026 :smt026 :smt026 :pop :pop :pop
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Openboat »

:pop :pop :pop
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Skacco »

wowwowowowowowow :inchino :inchino :inchino :inchino
è un racconto bellissimo!!! ma continua
dov'è ora il pedalò?? che fine ha fatto? vogliamo vederlo hai delle foto??? :inchino :inchino :inchino :inchino
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da bruno21 »

E' nel retro del cortile dell'officina ormai da anni,
E' molto sporco, comunque lo fotografo ugualmente, nonostante tutto ha sempre un grande fascino.
La scritta con il nome non c'è più da tempo.
Non ho neppure mai pensato a venderlo, lo tengo lì, perchè con i tempi che corrono non si sa mai, visto che oggi si vende più biciclette che auto, vuoi vedere..... :smt102
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da antonio60 »

Centotremilalire, sicuramente risale a una quindicina di anni Bruno, ma visto il titolo immaggino l'uso che ne hai fatto. Era la mia sveglia mattutina da solo o la passeggiata insieme la mia famiglia al tramonto, piccola traina sottocosta a occhiate, spigole,sauri qualche pescata con i bimb a pesci di scoglio, ho fatto qualche immersione tutte per una decina d'anni quando qualche buontempone a fine stagione, io ero già ripartito,lo avevo lasciato in acqua per i miei nipoti ha avuto la bella idea di portarselo. Comunque è stato un gran divertimento con decine e decine di chili di pesce catturato a pedali, non ti nego che a volte lo preferivo alla barca. Qualche anno fà avevo pensato di acquistarne un'altro ma ormai i costi sono diventati esagerati, e per usarlo qualche mese quando sono a casa al mare non ne vale più la pena, fra l'altro dove vado in vacanza ho già un open con 40 cavalli un finn a vela e una lancetta con il 6 cavalli. Mia moglie mi dice sempre che la debbo smettere con le barche. Senza contare le altre dove vivo.:smt023 :smt039 Antonio
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da bruno21 »

antonio60 ha scritto:Centotremilalire, sicuramente risale a una quindicina di anni Bruno, ma visto il titolo immaggino l'uso che ne hai fatto. Era la mia sveglia mattutina da solo o la passeggiata insieme la mia famiglia al tramonto, piccola traina sottocosta a occhiate, spigole,sauri qualche pescata con i bimb a pesci di scoglio, ho fatto qualche immersione tutte per una decina d'anni quando qualche buontempone a fine stagione, io ero già ripartito,lo avevo lasciato in acqua per i miei nipoti ha avuto la bella idea di portarselo. Comunque è stato un gran divertimento con decine e decine di chili di pesce catturato a pedali, non ti nego che a volte lo preferivo alla barca. Qualche anno fà avevo pensato di acquistarne un'altro ma ormai i costi sono diventati esagerati, e per usarlo qualche mese quando sono a casa al mare non ne vale più la pena, fra l'altro dove vado in vacanza ho già un open con 40 cavalli un finn a vela e una lancetta con il 6 cavalli. Mia moglie mi dice sempre che la debbo smettere con le barche. Senza contare le altre dove vivo.:smt023 :smt039 Antonio
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Vedo non sono stato il solo ad avere un pedalò. :inchino
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da bruno21 »

Il giorno successivo aiutato da alcuni amici lo mettemmo in acqua e facemmo salire le mie figlie insieme a qualche loro amica, demmo una spinta…e via… andavano avanti ed indietro, parallele alla spiaggia, ogni tanto si tuffavano e risalivano, ero al settimo cielo, avevo indovinato anche questa volta spendendo la metà di quello che avrei speso per altre cianfrusaglie che a quest’ora sarebbero nell’immondizia o nel dimenticatoio.
La spiaggia era sorvegliata da una specie di bagnini che affittavano ombrelloni e sdraio, nonché quattro pedalò che normalmente erano sempre lì sulla spiaggia inutilizzati.
Stranamente quel giorno non li vidi in secca, tutti e quattro pieni di ragazzotti, erano in acqua e attorniavano il Gechigì, gli schiamazzi e le battute che volavano si sentivano anche da riva.
Quando passai accanto ai bagnini, il più anziano mi chiamò lo conoscevo da anni: signor Bruno, non si preoccupi del suo pedalò, quando tornerà a riva penseremo noi a tirarlo in secco e metterlo vicino ai nostri, ma, aggiunse, mi raccomando, dica alle bimbe di andarci tutti i giorni, ha visto che roba?

Quell’anno andavo a pescare con alcuni amici che tenevano la barca in spiaggia, allora era consentito, il proprietario però, contrariamente al figlio, non era molto appassionato di pesca, per cui alcuni giorni preferiva andare a gironzolare per il mare con sua moglie e sua figlia e fermarsi sulle spiaggette vicine, mentre io ed il figlio restavamo sulla spiaggia a rosicarci.
Proprio in una di queste giornate ebbi un’idea.
-Perché non prendiamo il pedalò ed andiamo a pescare con il galleggiante sulla secca qua davanti, un po’ di moto ci farebbe bene, ci sarà più o meno un miglio e la profondità è sui 5 metri, adatta per pescare qualche sarago e qualche occhiata.
Senza porre tempo in mezzo salimmo in macchina ed andammo nella vicina S. Teresa, al negozio di pesca sul porto, ad acquistare pastura ed esche.
Neppure un’ora dopo eravamo già sul pedalò con canne e attrezzature.
Alla compagnia si era aggiunto un nuovo amico, cicloamatore, e, lasciai ai due giovani il posto sui sedili ed ai pedali, mentre io sul prendisole mi davo daffare montando le canne.
Pedalando velocemente in neppure venti minuti arrivammo sulla secca.
Gettammo a mare un’ancora improvvisata composta da una stagna di plastica da 5 litri riempita di sabbia e ci fermammo, legai la cimetta ad un grillo predisposto a prua in modo che il pedalò si disponesse a vento permettendoci di pescare correttamente.
Il pomeriggio inoltrato, prossimo al tramonto, sapevo che avrebbe movimentato un po’ i pesci, e, infatti dopo neppure una mezz’ora iniziarono le mangiate.
Le nostre prede furono essenzialmente saraghi, anche di dimensioni generose, qualche tanutona, e anche un’orata arricchì il nostro cestino, ma di occhiate, a parte qualcuna piccola come una moneta, non si vide pinna.
La cosa mi apparve strana perché le vedevo chiaramente saltare sulla scia della pastura a una cinquantina di metri di distanza, ma di avvicinarsi non ne volevano sapere.
Montai sulla canna un galleggiante all’inglese da 30 grammi e lo lanciai proprio in mezzo al branco ma sembrava che al posto di un appetitoso verme di mare avessi messo del veleno.
Le provai e le tentai di tutte a cominciare dal diametro dei terminali, ma niente a parte qualche sugarello non ottenni nessun risultato.
Ritornammo a terra quando le prime ombre della notte stavano calando lentamente.

Feci appena in tempo a cenare che i miei due amici di pesca erano già fuori sul terrazzo, in attesa di riparlare della giornata, mia moglie li aveva fatti accomodare servendo loro del mirto ghiacciato e lasciando la bottiglia appena aperta nel secchiello termico.
Uscii di casa e mi sedetti tra i due ragazzi, erano entusiasti come si può essere solo a quella età, stavano ripercorrendo ad una ad una tutte le fasi della pescata, aumentando un po’ ogni volta la taglia dei pesci, come si usa fare quando ci si accalora nelle discussioni.
Anche la bottiglia del mirto che calava di livello velocemente, contribuiva a rendere l’atmosfera ancora più allegra e ridanciana, qualora ce ne fosse stato bisogno.
La visita tanto inaspettata quanto gradita aveva principalmente un solo scopo: volevano andare a pescare l’indomani mattina.
Finsi di essere stanco, mi feci pregare un po’, avrebbero pensato loro a tutto, ad andare a Santa Teresa per riprendere pastura ed esche, preparare le montature, venirmi a prendere per andare al pedalò, insomma avrebbero pensato a tutto, bastava dicessi di si.
Per farli morire un po’ nell’attesa della mia suprema decisione, mi mostrai titubante, senza dare a vedere in alcun modo che in cuore mio ero felicissimo della proposta.
A rovinare tutta l’incertezza che si era creata, intervenne quell’inopportuna di mia moglie che non sa mai pensare ai fattacci suoi e vuole mettere il suo lungo naso dappertutto.
-Ragazzi, disse, da quando è rincasato non fa altro che chiedermi se fosse stato il caso di telefonarvi per fissare per domattina e ora che glielo chiedete fa tanto lo schizzinoso, ve lo dico io che lo conosco, aggiunse, sta solo prendendovi un po’ in giro, ma non gli pare il vero di venire.
I ragazzi mi guardarono e cominciarono a ridere ed io e mia moglie ci unimmo.
Per sancire l’accordo ci versammo ancora una generosa dose di mirto ghiacciato e quando posai la bottiglia vidi che ce n’era rimasto per un altro brindisi scarso.

Non era ancora giorno pieno, quando mettemmo il pedalò in acqua, il mare era una tavola, quasi senza risacca sulla riva.
I due ragazzoni ripresero posto ai pedali e io dietro sul prendisole iniziai a preparare la pastura, avevo portato anche una cannetta da traina e mentre ci dirigevamo verso la secca, innescai un artificiale piccolissimo composto da un tubetto fluorescente armato di un piccolo amo e la misi in pesca.

Continua
A) pedalò.JPG
B) pedalò.JPG[/attac[attachment=0]C) pedalò.JPG
hment]
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Openboat »

@Bruno
Con il tuo "pedalo' " hai portato un profumo di Riviera Adriatica nel forum...... :smt038

@Antonio60
antonio60 ha scritto:Mia moglie mi dice sempre che la debbo smettere con le barche
Ciao Antonio,ben risentito. Perbacco,hai una moglie saggia...molto saggia..... :smt083

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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Marenostrum66 »

:smt055 :smt055 :smt055 che bello leggerti!!!!!

a quando il prossimo capitolo :smt026 :smt026 :smt026 :smt026
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Re: Occhiate con il pedalò

Messaggio da bruno21 »

Non è un lungo racconto domani ultimo capitolo.
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Re: R: Occhiate con il pedalò

Messaggio da Skacco »

È un racconto bellissimo ed anche il tuo modo di raccontarlo è speciale e ci fa credere di esser lì assieme a te.
Grazie bruno!

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