Inchiku autocostruiti.

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bruno21
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Messaggio da bruno21 »

INCHIKU AUTOCOSTRUITI

Dopo il terzo inchiku che avevo lasciato sul fondo assieme ad una cinquantina di metri di multifibre cominciai a fare il conto di quanto mi stava costando quella mattinata di pesca con gli artificiali.
Rifeci il terminale ed attaccai l’ultimo inchiku, innescai gli ami con due quadratini di mantello di calamaro e lo calai sul fondo.
Lo sollevavo e lo facevo ricalare, lentamente, come mi avevano spiegato e proprio durante questo movimento, avvertii con immediatezza che un pesce era rimasto allamato, dopo una breve lotta un pagello di quasi un chilo finì a pagliolo, era il terzo oltre ad uno scorfanone ed una tanuta di un chilo e mezzo, indubbiamente una bella pescata.
Anche Lucio, mio compagno di pesca, ne aveva presi tre di cui uno sopra i due chili, ma anche lui aveva lasciato sul fondo due artificiali.
Non passò un’ora che anche il quarto inchiku restasse impigliato su fondo, nonostante tutti i tentativi non ne volle sapere di liberarsi e alla fine il terminale si strappò.
Lucio voleva darmene un altro, ma rifiutai decisamente, quella mattina, per i miei gusti, avevo già fatto troppi danni.

Non sono assolutamente venale e neppure attaccato al danaro, però odio lo sperpero esagerato e in questo caso lo sperpero c’era stato eccome.
In una mattina, tra me e Lucio, avevamo perso sei artificiali, per un costo complessivo di circa 100 euro.
Quel tipo di pesca era divertente e mirato alla cattura di pesci di buona taglia, ma il prezzo da pagare era stato troppo alto.
Certo, magari avevamo avuto la sfortuna di incappare in un fondale troppo accidentato, ma è anche vero che proprio quel fondale ci aveva dato grandi soddisfazioni, della serie: chi non risica non rosica.

Appena rientrati mi fermai al negozio di pesca e comprai altri tre inchiku, valore: cinquantacinque euro, cinquanta euro, scontati.
Belli, coloratissimi, confezionati nella loro scatola, aprii la prima confezione e lo guardai attentamente, ma cosa aveva di tanto speciale per costare quasi venti euro, quasi quarantamilalire?
Si trattava in fondo di un pezzo di metallo ben verniciato con colori metallizzati, ed un artificiale in silicone simile ad un calamaro o un piccolo polpo attaccato al pezzo di metallo per mezzo di un cordoncino doppio.
Al termine del cordoncino erano legati due ami ad altezze diverse in modo che non fosse possibile attaccarsi l’uno all’altro.
Le legature degli ami erano protette da un tubetto termorestringente, tutto qui.
Ma il costo allora da cosa era dato? 100/150 grammi di metallo, un polpetto, un cavetto e due ami.
Valutai il valore attorno a tre euro e gli altri 17? No! non c’eravamo, non mi tornava neppure un po’.
Ero in Sardegna dove tutto diventa difficile per la mancanza da parte mia di qualsiasi attrezzo, ma, mi ripromisi, non appena a casa, di provare a costruirmeli in proprio.

Mi misi dunque alla ricerca delle componenti iniziando dai piombi.
Nonostante la grande varietà presente nei negozi, non riuscii a trovarli del modello che desideravo, per cui acquistai quelli che più si avvicinavano alla forma che avevo in mente, avrei pensato poi io a modificarli.
Anche per gli octopus in silicone, dovevo accontentarmi di un colore o due presenti sullo scaffale e di quella dimensione, oltretutto mi sembravano anche un po’ cari: la confezione da sei costava dieci euro, decisi di lasciarli dove li avevo trovati.
Chiesi allora al negoziante se avessero del cordoncino in Klevar da un millimetro, quello per legare gli ami e fare da trait-d’union (ma perché cavolo scrivo in francese?) insomma, quel cordoncino che serve da collegamento tra la zavorra ed il finto polpetto.
No, non l’avevano, ma potevano procurarmelo, lo trovammo sul catalogo di una famosa azienda della quale mi fido pochissimo sia per la scarsa qualità dei prodotti, tutti cinesi, sia per la poca serietà nel rispettare le proprie garanzie sui prodotti stessi.
Più per curiosità che altro, volli conoscere il prezzo di questo cordoncino, pensando di non aver compreso bene me lo feci ripetere due volte: sette euro al metro, l’oro a peso costa sicuramente meno.
Sull’espositore invece trovai gli ami giusti, ad occhiello, del numero 2 gambo corto e di filo grosso, erano in confezione da dieci ne acquistai 10 bustine, comprai anche il tubetto termo restringente e un paio di confezioni di anellini spaccati adatti a fissare stabilmente il cordoncino al piombo.
Presi anche qualche confezione di perline fosforescenti di tipo allungato del tipo morbido che hanno il foro piccolo.

Finiti gli acquisti nel negozio di pesca, andai di filato nei magazzini Maurys dove avevo visto a prezzi “scannati” le altre cose delle quali avevo bisogno.
Nessuna donna che io conosco acquisterebbe mai quegli smalti da unghie in vendita a 99 cent. dai colori più impensabili e molti con particelle di brillantini in sospensione, per carità, un orrore, e, poi vai a sapere con cosa saranno fatti!!!!
Le signore preferiscono andare nella loro profumeria di fiducia dove la stessa boccetta del medesimo colore, con o senza brillantini, costa almeno una decina di euro, però almeno sanno con cosa è fatto quello smalto: pigmento e acetone, come quello di Maurys a 99 cent. Valle a capire le donne, l’unico è Stefanino, chiedete a lui.
Scelsi una dozzina di colori che andavano dal rosa al blu passando per il verde, il giallo, l’arancio per lo più con i famosi brillantini.
Sempre sullo scaffale a 0,99 trovai una serie di piccoli pennelli per dipingere gli artificiali.
Nell’espositore di vernici spray trovai del bianco puro opaco RAL 9010 e ne presi una bomboletta, con neppure venti euro mi procurai tutto l’occorrente per fare un’infinità di inchiku.
Rimanevano ancora il cordoncino e gli octopus.

Nella merceria vicino a casa che è specializzata in prodotti per tendaggi, trovai il cordoncino che cercavo, totalmente in acrilico e quindi imputrescibile, nei colori rosso e nero, ben intrecciato e resistentissimo, ne presi dieci metri, costo due euro.

Per gli octopus invece mi affidai ad un negozio on line (accidenti a queste parole strangers) dove con cinquanta euro, costo di spedizione compresa, mi inviarono una serie infinita di questi artificiali siliconici, di tutti i colori, le forme e dimensioni, aggiungendo di loro iniziativa, altre confezioni omaggio, chissà se riuscirò mai a finirli.

Una volta in possesso di tutto l’occorrente mi misi all’opera.
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da sandro006 »

:help :help
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da sweetman »

Ottimo :smt038 :smt038 :smt038 , ma fotine del materiale e dell'opera terminata? :inchino :inchino :inchino :inchino
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bruno21
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

sweetman ha scritto:Ottimo :smt038 :smt038 :smt038 , ma fotine del materiale e dell'opera terminata? :inchino :inchino :inchino :inchino
Era solo l'inizio stai tranquillo tutto è ampiamente documentato,
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da sweetman »

:smt083 :smt083 :smt083 non avevo dubbi, grazie- :smt039 :smt039 :smt039 :smt039
bruno21 ha scritto:
sweetman ha scritto:Ottimo :smt038 :smt038 :smt038 , ma fotine del materiale e dell'opera terminata? :inchino :inchino :inchino :inchino
Era solo l'inizio stai tranquillo tutto è ampiamente documentato,
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bruno21
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

Se avete intenzione di provare a costruirveli in proprio, vi illustrerò, con testo ed immagini, tutte le fasi della semplicissima costruzione che oltretutto è anche divertente.
Volevo anche dirvi, ma sicuramente lo avrete già capito, che prima di pubblicare questo argomento, ho provato e fatto provare questi inchiku, ma non solo questo.
Per fare un test serio è necessario ricorrere ai confronti.
Bene, posso dirvi che pescando con gli autocostruiti e con quelli acquistati in negozio, dalla stessa barca, le differenze nelle catture sono state minime, come succede sempre in tutte le uscite di pesca, chi ne prende un po' di più, chi un po' di meno, anzi, se vogliamo con gli inchiku fai da te è stato preso qualche pesce in più, ma a mio avviso è stato del tutto casuale.
Inizio con le foto dell'occorrente.
Octopus a gogò.JPG
Octopus a gogò.JPG
ami adatti a questi artificiali.JPG
anellini e pinzetta per anellini.JPG
perline di misura adatta.JPG
tubetti termorestringenti.JPG
smalto spray RAL 9010 (bianco puro).JPG
Smalti per inchiku.JPG
smalti non più usati trovati in casa.JPG
pennellini per proseguire la verniciatura dei piombi.JPG
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

Prima cosa dovremo plasmare i piombi in modo da formare due parti piane, capirete facilmente il perché.
Per ottenete questo bisogna usare un martello abbastanza pesante e un’incudine da 22 chili…. Sto scherzando, va bene anche da 20 chili… via non prendetevela oggi sono particolarmente allegro.
Non fate molto caso alla foto dell’incudine, sono all’interno della mia officina dove l’incudine c’è.
Però una piastra di ferro di qualche millimetro di spessore bisognerà averla, non fate l’operazione di battitura del piombo sul pavimento di casa, fatelo sul marciapiede o in giardino ma non in casa.
Comunque sotto la piastra in ferro mettete un pezzo di tavola in legno, e vedrete la differenza.
Va altrettanto bene, se avete una morsa sul banco da lavoro, battere il piombo nella parte piana della morsa stessa, che serve proprio a questo scopo.
Se poi mentre smartellate i piombi i vicini fan schiamazzi, chiama Olindo e Rosa Bazzi….
Quando avrete ottenuto la forma come si vede nella foto, smettetela di punirli e lasciateli in pace.
Una cosa che non vi avevo detto, se credete a questi artificiali non fatene due o tre soltanto, fatene perlomeno una decina, personalmente ne faccio 20 per volta.
La prossima operazione è di fare a questi piombi un bel buco passante direttamente nella pancia e poi svasare i fori per non creare spigoli taglienti, infatti in questo foro dovrà poi passarci il cordino sul quale saranno legati gli ami.
Ed ecco una delle ragioni per la quale il piombo deve essere appiattito.
Una volta forati e svasati, dovremmo dare la mano di sottofondo bianco, ma prima di questa operazione affinché la vernice faccia tenacemente presa, va tolta ogni traccia di oli o grassi di fonderia, per cui munitevi di diluente antisiliconico e con questo leverete ogni traccia residua di lavorazione e la vernice attaccherà che è una bellezza.
Fatelo pure appoggiandoli dove credete, ma se vi munite di un vecchio pannello di legno, una volta verniciati li potrete spostare comodamente, magari mettendoli al sole per ottenere una più rapida essiccazione.
A appiattire i piombi tenendoli con le pinze.JPG
B piombi appiattiti correttamente.JPG
C un bel foro in pancia è quello che ci vuole..JPG
D eccoli verniciati con sottofondo acrilico bianco.JPG
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da gio72 »

..........Grande Bruno........ciao
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

Una volta essiccato il sottofondo, il piombo dovrà essere vestito a festa, con gli abiti più stravaganti e colorati che la vostra fantasia vi possa suggerire.
Non ci sono colori che non vadano bene, più visibile sarà il vostro vestito, più attirerà la curiosità del pesce.
Importante invece per renderlo maggiormente attraente di non lesinate sui colori brillantinati, durante il movimento a saliscendi i brillantini rifletteranno la luce incuriosendo ancor più le nostre prede.
Quindi sotto con gli smalti, dipingente quindi i piombi di un unico colore o un colore per lato e la costola di colore a brillantini, lasciateli poi asciugare e completate l’opera fantasiosa alla quale avevo prima accennato.
Tenete presenti che il piombo che abbiamo appiattito per ottenere una superficie più ampia per essere verniciata, è necessario per attrarre, perché la nostra esca sarà invece l’artificiale al silicone che metteremo sotto il piombo.
inchiku in allestimento 1.JPG
inchiku in allestimento 2.JPG
lato B 1.JPG
lato B 2.JPG
lato B 3.JPG
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

Ecco siamo arrivati al punto più delicato, la preparazione degli “assist hook” lo sapete quanto sia contrario ad usare terminologie di origine straniera, però così li chiamano tutti.
Si tratta del cordoncino sul quale vengono annodati gli ami, e che passando attraverso l’interno del corpo del finto polipetto/calamaro si fisserà al piombo attraverso quel foro, poi svasato, che gli avevamo fatto nella pancia.
La spiegazione è un po’ lunghetta quindi munitevi di pazienza e cercherò di illustrare al meglio i vari passaggi, e per chi ha Furia? Complimenti, ha proprio un bel cavallo nero.

Nella foto 1 si vede l’artificiale che potrà essere di 8/10 centimetri ed il pezzetto di cordoncino che avevo preparato per la prova unicamente per rendermi conto se la lunghezza era giusta.
Attenzione questo artificiale è di quelli internamente assolutamente vuoti con un foro piccolissimo sopra la testa, se alcuni artificiali non avessero foro e dovrete farlo voi, fatelo di dimensioni minuscole, dove il cordoncino dovrà passare forzandolo, se lo farete grande comprometterete tutto, anche se ci sarà il modo di rimediare, ma lo vedremo da ultimo.

Nella foto 2 si vede la lunghezza del cordoncino di campione, senza ami, quello che era servito per la prova e che era andato bene, di lunghezza da cm. 23.
Questa lunghezza cm. 23 deve essere tenuta con gli ami legati, va da se quindi che il cordoncino deve essere tagliato più lungo perché si dovranno legare anche i due ami.
Scusatemi se lo ripeto, da amo ad amo legato lunghezza centimetri 23.
Come si vede nella foto le legature sono già protette dal tubetto termo restringente.
Per ottenere questo si tagliano dal tubetto degli spezzoncini di 2,5 centimetri e si infilano nel cordoncino prima di legare il secondo amo.
Va da se che legato il secondo amo si faranno scendere sulla legatura e con un accendino, facendo la massima attenzione si scaldano per ottenere quello che si vede in foto.
Una volta sistemati gli ami si raddoppia il cordoncino e si fa un nodo semplice per ottenere un doppio scopo.
Creare l’asola di collegamento, della dimensione come si vede in foto, facendo attenzione che la lunghezza dei braccioli abbia dimensioni diverse per non fare impigliare tra loro gli ami.
Il secondo scopo è quello che il nodo abbastanza grosso, così creato, faccia da stopper della parte interna dell’artificiale, ecco il perché delle dimensioni piccole del foro.
Spero di essere stato abbastanza chiaro mi sembra di aver fatto un casino….

Le foto 3/4/5 illustrano chiaramente il tipo di “nodo” più idoneo per gli ami.
Ho messo la parola nodo tra parentesi, perché si capisce bene che più che di nodo si tratta di una legatura, una legatura semplicissima e con pochi accavallamenti: l’ideale per questi autocostruiti.

La foto 6 è in più.

Le foto 7 fanno vedere come far passare il cordoncino dal piccolo foro (erridai) dell’artificiale aiutandosi con uno spezzone di nylon dello 0,30.

La foto 8 fa capire come, con lo stesso nylon che era servito a scavalcare il foro, adesso serva per aiutarci a assucare (ho comprato l’enciclopedia e ho trovato questa parola alla lettera A) la perlina ad ovetto morbido fluoro nella parte esterna dell’artificiale, nella parte interna c’era il nodo del cordoncino, si lo so che sono un bel rompi e che l’avevate capito, ma sapete ho una leggera arterosclerosi che a volte mi fa dimenticare quello che avevo detto poco prima.

La foto 9 fa vedere una serie di artificiali correttamente preparati per il passo successivo, per ora fermiamoci qui, per non farvi la testa grossa come un co’omero di Prato.
foto 1 determnare la lunghezza assist hook.JPG
foto 2 uguale lunghezza con ami legati.JPG
foto 3 nodo da utilizzare per legare gli ami.JPG
foto 4 dettaglio del nodo.JPG
foto 5 dettaglio per come assucare il nodo.JPG
foto 6 particolare tubetto termorestringente.JPG
foto 7 come introdurre l'assist nell'artificiale.JPG
foto7.JPG
foto 8 come passare la perlina attraverso l'asola.JPG
foto 9 ecco quattro artificiali pronti.JPG
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da sweetman »

fantastico,sei un artista :inchino :inchino :inchino
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

Finora abbiamo parlato degli artificiali completamente cavi internamente, assomiglianti, nonostante i colori di fantasia, a piccoli polpi ( e non polipi come ogni tanto sentiamo dire, i polipi sono intestinali non di mare).
Esistono però validissimi artificiali assomiglianti a piccoli calamari, anche questi multicolori, che però si differenziano dai precedenti artificiali per la conformazione del loro corpo.
Mentre per i finti polpi l’interno era completamente cavo, per i calamari ci troveremo ad avere un corpo bello pieno di silicone, con un foro centrale.
Normalmente la parte piena è lunga 6/7 centimetri, per cui l’assist hook deve essere di una dimensione completamente diversa atta ad attraversare lo spessore di silicone.
Le foto illustreranno meglio di ogni spiegazione sia la dimensione dell’assist, sia la lunghezza necessaria dell’asola e di conseguenza il nodo di stopper.
Per pescare, attraverso il foro nel corpo del calamaro, l’assist, e, attraversare tutta la parte piena, questa volta occorre servirsi di un sottile filo di ferro (che non è il filo e ferru di Sarda memoria) debitamente piegato e con questo andare a pescare (come mi piace questa parola, l’ho usata due volte non casualmente) l’asola e fargli attraversare lo strato gelatinoso per poi riportarlo alla luce dalla parte opposta.
Solito spezzoncino di nylon del 30 per infilare a forza la perlina e anche il nostro artificiale è pronto per essere collegato al piombo.
foto B lunghezza necessaria cm. 32.JPG
foto A braccioli e asola 9 centimetri.JPG
foto C per questi artificiali occorre un fil di ferro sottile.JPG
foto F perlina passata, al suo posto.JPG


Non faccio foto per l’ultima operazione, quella di collegare l’artificiale al piombo.
La spiego soltanto per la completezza ma l’avrete sicuramente già capita.
Passo il cappio eccedente l’artificiale attraverso il foro del piombo e lo fisso dall’altra parte con l’anellino spaccato servendomi dell’apposita pinzetta, già fotografati assieme al necessaire (si scrive così ma si legge nesesser, non so esattamente cosa voglia dire ma a sentire le mi’ figliole fa tanto figo ricercato) (spero non dalla Polizia).
foto G ecco i magnifici 4.JPG
foto H il lavoro terminato.JPG
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da gio72 »

......Sei mitico Bruno.........ciao.
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Re: Inchiku autocostruiti.

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ciao bruno come al solito sei molto preciso e competente nelle tue spiegazioni ma vorrei chiederti :
questi sistemi vanno bene anche per la traina sul fondo?
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Re: Inchiku autocostruiti.

Messaggio da bruno21 »

sandro006 ha scritto:ciao bruno come al solito sei molto preciso e competente nelle tue spiegazioni ma vorrei chiederti :
questi sistemi vanno bene anche per la traina sul fondo?
Assolutamente no Sandro, gli artificiali sono addatti solo per la pesca specifica tecnica Inchiku, che si effettua con la barca in deriva, sul web troverai numerosi filmati tra i quali uno in particolare del mio amico Fanelli molto esplicativo.
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