Il palamito a vela.

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bruno21
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Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

Stavo infilandomi il maglione e il leggero giubbetto impermeabile per ripararmi dall’umidità della notte, quando suonarono i dodici rintocchi di un lontano campanile.
Un giorno era finito ed un altro era appena nato.
Avevo appena terminato di filare a mare il mio palamito a vela.
Quell’estate era stata veramente calda, anche per uno come me che il caldo lo sente poco, quel mese di agosto non invitava certamente a starsene in casa, anche la leggera brezza serale portava poco refrigerio e solo all’alba, con il fresco del mattino riuscivamo a riposare e spesso a prendere sonno.

Mi sedetti sulla sedia pieghevole e i miei piccoli amici ed allievi si sistemarono anch’essi a sedere su alcuni teli che avevano portato da casa.
La piccola vela del palamito era ancora visibile in lontananza, grazie ad un potente faro che si trovava alla sommità di un palone e che era rivolto verso il mare per illuminare la zona dove erano ormeggiati alcuni gommoni.

Parliamo un po’ di questo attrezzo, non molto sportivo, però molto divertente, l’ideale per trascorrere qualche ora in serenità sulla silenziosa e deserta spiaggia notturna di Rena Bianca, appena fuori del porto di S. Teresa di Gallura.
La barchetta è l’elemento principale di tutto il sistema, l’appellativo barchetta è abbastanza improprio in quanto si tratta di tre assicelle in legno inchiodate tra loro a creare un triangolo isoscele con due lati lunghi 60/65 cm e l’altra formante la base (poppa) di circa 50 cm.
Sotto i tre vertici, per farla ben galleggiare, avevo legato tre contenitori di plastica con il tappo, che avevano contenuto mezzo chilo di olio per la miscela dei fuoribordo.
Un’altra assicella attraversava la barca, circa a metà, e faceva da supporto all’albero maestro sul quale era poi fissata la vela.
La vela non era altro che una pezza ricavata da un vecchio lenzuolo di cm. 40 x 30, cucita in cima ed in fondo a formare due asole dentro le quali erano infilati dei tondini in legno da 8 mm. Di diametro, che facevano restare la vela sempre aperta.
Dei sottili cordoncini fissati tra questi tondini e lo “scafo” la facevano rimanere fissa e perpendicolare all’asse prua-poppa della barca.
Nell’assicella a poppa era avvitato un occhiolo di ottone, esattamente al centro, sul quale veniva poi agganciato il sistema pescante.

L’altro particolare importante è un rullo scanalato che io avevo ricavato da un vecchio contenitore per la saldatura a filo, e che avevo adattato facilmente sul lato di un regolo di legno di cm. 4 x 4 appuntito alla base per essere infisso sulla sabbia, una manovella laterale al rullo completava l’attrezzo: un argano manuale.

La lenza è formata da un nylon dello 0,80 lungo circa 270 metri così composto: un moschettone al termine per agganciarlo all’occhiolo di poppa, poi 30 metri di lenza libera, dopo i trenta metri una girella a tre vie da annodare da una capo all’altro della lenza madre, poi 6 metri e nuova girella, sei metri ancora e nuova girella e così via per 30 volte, dopo la trentesima girella 50 metri di lenza libera.
Una volta terminato, il finale va avvolto sul rullo.

I braccioli andranno realizzati con nylon dello 0,30 di lunghezza da 1,50 fino a 3 metri, recanti da un lato un moschettone da agganciare alla girella tripla e dall’altro un amo di acciaio inox del numero 6 a gambo lungo.
Questi braccioli andranno avvolti attorno a tappi in sughero, un po’ più grossi di quelli che vengono utilizzati per le bordolesi, e, che una volta servivano a turare i fiaschi.
Longitudinalmente i tappi andranno incisi fino a metà del diametro, per essere infilati nel nylon del trave e servire da galleggianti che permetteranno a tutto il complesso pescante di restare a galla.

Il luogo ideale per praticare questa rilassante tecnica è una spiaggia sabbiosa coronata da scogliere, e scogli al largo, il vento deve assolutamente essere di terra e spirare verso il mare.
Si pianta il paletto con il rullo sulla spiaggia a pochi metri dal bagnasciuga, si prende il nylon con il moschettone e lo si aggancia sulla poppa della barchetta.
Si pone la barchetta in mare entrando qualche metro in acqua, il vento provvederà a portarla verso il largo, si fa scorrere la lenza fino alla prima girella a tre vie, si aggancia il bracciolo col moschettone, si innesca l’amo e si mette il turacciolo, tramite l’incisione, a cavallo del filo della trave, si fa scorrere fino alla girella successiva e così via fino alla fine dei braccioli.
Si danno gli ultimi cinquanta metri, ci si siede e si aspetta.
Per le esche personalmente preferisco i cannolicchi alternati a strisce di calamaro battuto e a vermi di mare.
Per la lunghezza dei braccioli li metto in acqua con misure alternate.

Le prede più comuni sono le occhiate, i sugarelli, i saraghi, qualche spigola e mormora e le orate.

I giovani amici che mi avevano circondato, intanto, cominciavano a farmi domande su quanto avremmo lasciato il palamito in pesca, quale fosse stato il pesce più grosso che avevo preso con quell’attrezzo, quanti pesci pensavo rimanessero allamati, cosa avremmo fatto dei pesci che catturavamo, insomma tutte quelle curiosità, che, beati loro, fanno parte di coloro che si avvicinano per la prima volta alla pesca, ma che già dentro di loro, il tarlo della passione ha iniziato a scavare nella loro mente.
Dopo averli accontentati chiesi:- vorreste sentire come si dibattono i pesci quando sono allamati?
-si Bruno dai, come facciamo?
-prendete in mano il filo che esce dal rullo e recuperatene una bracciata, se c’è qualche pesce attaccato lo sentirete sicuramente.
Dagli urletti di sorpresa e felicità, capii che i primi clienti erano arrivati.

Continua
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sandro006
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da sandro006 »

bella tecnica :smt038
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bruno21
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

Riuscii a stento a calmarli perché loro avrebbero voluto salparlo immediatamente, con quei tre o quattro pesci allamati, mi ci volle tutta la mia pazienza per fargli capire che aspettando, altri pesci, i più interessanti, sarebbero sicuramente arrivati.
Dovevamo lasciarlo pescare per almeno tre ore, dopodichè avremmo potuto salparlo e riordinarlo per la prossima volta.
Verso le 1,30 i genitori dei miei tre piccoli amici: Marco, Stefano, Matteo, arrivarono sulla spiaggia per sincerarsi se tutto andasse bene, ma, soprattutto per portarci i viveri di sopravvivenza: gelati, bibite, bicchieri e per i più grandicelli una bella bottiglia di mirto ghiacciato.
Gli allievi, tutti eccitati, fecero gli onori di casa, ma soprattutto fecero sentire ai genitori, attraverso il nylon, il dibattersi dei pesci allamati.
Insieme all’allegra combriccola era arrivata anche mia moglie, mentre le bambine, stanche per la lunga permanenza in spiaggia, ma, soprattutto per i numerosi bagni, erano rimaste a casa assieme alla nonna ed a quest’ora sicuramente stavano già dormendo.
Quando la bottiglia di mirto vide la fine erano le due del mattino, sarebbe passata un’altra ora prima di salpare il palamito a vela, i genitori dei ragazzi si erano anch’essi accomodati sulla spiaggia e capii bene dai loro discorsi che mossi dalla curiosità avrebbero assistito a tutta l’operazione fino in fondo.
Spiegai loro il perché non rifacessi ancora l’attrezzo accontentandomi di quello che c’era già, gli raccontai delle mie precedenti esperienze e mi resi conto che avevo smosso il loro interesse, le signore invece avrebbero voluto rincasare per coricarsi, vista l’ora.
Dopo convulse trattative, alfine, arrivarono ad un compromesso, dettero alle mogli le chiavi di un’auto affinché tornassero alle loro case, mentre loro, si sarebbero sacrficati, unicamente per amore filiale, restando fine in fondo.
Come d’incanto, non appena le donne non furono più in vista, apparve una bottiglia di filu e ferro da mezzo litro che ci fece compagnia fino alla fatidica ora scelta per terminare le ostilità.

Per far divertire e partecipare tutti spartii i compiti dando la precedenza ai giovani ai quali affidai l’incombenza di salpaggio e slamatura dei pesci, la successiva sciacquatura, per liberarli dalla sabbia, ed infine riporli nel capace contenitore termico ben rifornito di condensatori di ghiaccio.
Agli adulti invece detti il compito faticoso di riavvolgere il nylon, sganciare i turaccioli di sughero e riavvolgere i braccioli perfettamente ripuliti dai residui di esca.
Per me lasciai il compito di sovrintendere alle operazioni, facendo da jolli andando in soccorso di chi si fosse trovato in difficoltà.

Iniziammo così a riavvolgere il nylon nel rullo e dopo circa 50 metri venne a riva il primo bracciolo.
Fermai in tempo il recupero perché mi resi conto dallo sbattere sull’acqua che si trattava di una preda di tutto rispetto, presi in mano il bracciolo, era uno di quelli lunghi tre metri, e lentamente portai il pesce sul bagnasciuga, poi, ancora lentamente lo feci strusciare sulla sabbia umida fino a portarlo in secco.
Non ebbi bisogno di chiedere di allontanarlo dall’acqua, Marco lo aveva già sollevato e messo al sicuro.
Fermammo il recupero per ammirare la bellissima preda, che fosse un’orata lo avevo visto, ma non ne avevo mai catturate di così grandi con il palamito, era di almeno un chilo e mezzo, molto vicina a due chili.
Una preda enorme ed inconsueta che meritò prima di proseguire un brindisi da parte dei grandi mentre i piccoli saltellavano e gridavano la loro gioia.
Il sonno che fino a poco prima stava per sopraffarci era ora un lontano ricordo.
Continuammo le operazioni, e recuperammo due o tre braccioli vuoti ma privi di esca, poi un bel sarago maggiore do oltre mezzo chilo al quale seguirono sei o sette braccioli con allamate altrettante occhiate, dai duecento ai quattrocento grammi l’una.
La pescata stava andando bene, eravamo ad un terzo dei braccioli e già nel frigo c’erano diverse prede.
Ancora quattro o cinque braccioli vuoti, questi però sempre innescati, pensai che la pacchia fosse finita perché i pesci erano solo vicino a riva ma mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso, il bracciolo successivo ci regalò una spigola, non grossa, una spigola di 600 grammi, ma al bracciolo successivo c’era invece la mamma, anche per questa ripetei l’operazione fatta in precedenza e Marco s’incaricò di allontanarla dall’acqua, era una bellissima spigola di oltre due chili.
Nuova sosta e nuovo brindisi.
Ai braccioli successivi trovammo qualche occhiata e qualche sarago, poi prendendo in mano il trave del palamito, sentii chiaramente alcune testate, segno che c’erano clienti ancora in arrivo, infatti negli ultimi dieci braccioli trovammo ancora quattro orate di mezzo chilo e un’altra spigola del medesimo peso.

Arrivammo a casa all’alba, il papà di Matteo s’incaricò di riporre il pescato nel suo capiente frigo, avremmo portato i pesci al ristorante del villaggio e la sera stessa, invitando altri amici, li avremmo mangiati freschissimi.

La sera a cena, nonostante fossimo in ventidue a tavola, non riuscimmo a finirli tutti.
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bebo
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bebo »

Andaste via giusto perchè era finito sia il mirto che il filu e ferru :sneaky Bella pescata, sempre complimenti Bruno!! :smt038 :smt038 :smt039
Umberto
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da duchessa »

Bruno sei insuperabile !!!! :clap :clap :clap :clap
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da Kraken »

Gran bella esperienza per quei bambini,ed anche per gli adulti presenti,sono certo che rimarrà come un ricordo indelebile nelle loro menti,ed ora anche nella mia non tanto per i pesci pescati ma per il modo in cui lo hai raccontato.Bruno mi stupisci sempre più,il tuo modo di esporre i fatti è d'autore altro che pescatore o altro che sei nella vita reale!!!!! :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

Sono andato alla ricerca di questo attrezzo che usai diverse volte nelle notti d'estate, purtroppo non l'ho ritrovato, con tutta probabilità devo averlo regalato a qualcuno diversi anni fa e non mi ricordo più a chi.
Sapete, ho una leggera arterosclerosi che a volte mi fa csordare le cose, deve essere per questo, ma parlo di oltre venti anni fa.
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bebo »

Bruno, ma era un'affare del genere? :smt017
Questo della foto lo si potrebbe utilizzare per lo stesso scopo?
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

@ bebo.
Codesto è un barchino divergente per la pesca dalla spiaggia assolutamente non adatto al palamito a vela.
Non ho più l'oggetto ma se interessa a te e qualcun altro sono in grado di disegnarlo per la realizzazione.
Con i barchini divergenti, però dalla barca, ho pescato diversi anni, sono divertenti e rendono molto in fatto di catture, ne parlereremo vedrai.
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da Zorro »

bruno21 ha scritto:@ bebo.
Codesto è un barchino divergente per la pesca dalla spiaggia assolutamente non adatto al palamito a vela.
Non ho più l'oggetto ma se interessa a te e qualcun altro sono in grado di disegnarlo per la realizzazione.
Con i barchini divergenti, però dalla barca, ho pescato diversi anni, sono divertenti e rendono molto in fatto di catture, ne parlereremo vedrai.
Quando ero giovane e di barche in mare c'é ne erano poche facevo la pesca con due divergenti attaccati a poppa con una sfilza di ondulati attaccati sui travi e prendevo, trainando il marchingegno largo parecchi metri e con una ventina di artificiali filati sul trave che univa i due divergenti, occhiate e sgombri in quantità. :smt039 :smt039 :smt039 :smt039
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bebo »

bruno21 ha scritto:@ bebo.
Codesto è un barchino divergente per la pesca dalla spiaggia assolutamente non adatto al palamito a vela.
Non ho più l'oggetto ma se interessa a te e qualcun altro sono in grado di disegnarlo per la realizzazione.
Con i barchini divergenti, però dalla barca, ho pescato diversi anni, sono divertenti e rendono molto in fatto di catture, ne parlereremo vedrai.
Bruno e che non ho mai capito come si pesca con questo attrezzo :smt102
Poi lo sai, che a noi interessa tutto quello che scrivi e disegni, quindi quando hai voglia e tempo siamo qui :smt023 :smt039
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

Stasera mi divertirò un po' a disegnare il palamito a vela, ti ringrazio dell'invito Bebo.
Bravo Zorro, così anche te pescavi con i divergenti, bene mi dari una mano quando scriveremo su questi.
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da Kraken »

bruno21 ha scritto:Stasera mi divertirò un po' a disegnare il palamito a vela, ti ringrazio dell'invito Bebo.
Bravo Zorro, così anche te pescavi con i divergenti, bene mi dari una mano quando scriveremo su questi.
Allora Bruno,sono pronti i tuoi disegni????Ho visto in altri lidi il tuo sistema copiato e spiegato male,o forse spiegano altri sistemi a me sconosciuti ma mi piacerebbe imparare da te come si pratica la pesca del palamito a vela e poi sono molto interessato anche ai divergenti usati dalla spiaggia,tipo quello postato da Bebo. :inchino :inchino :inchino :inchino :inchino :smt039 :smt039 :smt039
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

Dovete perdonarmi per il ritardo, ho completato oggi pomeriggio le sette tavole di disegni, purtroppo un virus ha colpito il mio computer, spero domani di ripararlo.
Attualmente ho solo il piccolo computer di mia figlia che non so usare, non riesco a scaricare le foto, abbiate pazienza e scusatemi.
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Re: Il palamito a vela.

Messaggio da bruno21 »

Finalmente, mio genero ha eliminato il virus e rirpistinato tutte le funzioni, per forza è ing. delle telecomunicazioni, se non ci riusciva lui...

Anche se di domenica sera, provo a postare le tavole che ho disegnate e spero che siano chiare.
Non penso che i disegni abbiano bisogno di ulteriori spiegazioni, comunque sono sempre a disposizione.
Per quanto riguarda il picchetto col rullo abbinato io mi ero servito di un vecchio rullo che aveva contenuto il filo di una saldatrice, a filo, appunto.
L'operazione più complessa è quella di inserire un torsolo di legno duro o plastica o teflon nel grosso foro del rullo e poi forato da 10 mm. per il bullone di supporto, presonalmente lo feci fare da un tornitore spendendo pochi spiccioli.
La manovella la trovai in una ferramenta, ne avevano di varie misure e scelsi quella che andava bene a me.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
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