Emozionante Light Drifting.

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bebo
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Re: Emozionante Light Drifting.

Messaggio da bebo »

sono andato appuntoi ieri a prenderne 5 litri da un'amico contadino ;)
Umberto
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bruno21
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Re: Emozionante Light Drifting.

Messaggio da bruno21 »

LA MINUTERIA
Occorrono alcuni moschettoni con girella, robusti ma piccoli che troverete facilmente in tutti i negozi di pesca, piombi ad oliva da 15/20/30 grammi, alcuni tubetti in silicone salvanodi, perline con foro poco più grosso di uno 0,40, filo di cotone per nodino di stopper, ago Stonfo per sarde, pinze per slamare.

PREPARIAMO LA LENZA
Siamo finalmente arrivati sulla nostra posta scelta per questa pesca, abbiamo buttato l’ancora e siamo fermi, è il momento di preparare la canna.
Innestiamo il mulinello e passiamo il nylon attraverso gli anelli, ricontrollaiamo due volte di non averne saltato nessuno.
Tenendo il nylon in mano che fuoriesce dall’apicale, allunghiamo la canna avendo cura che i pezzi siano ben bloccati dalla loro conicità, specialmente il cimino.
Infiliamo la perlina ferma stopper, poi il galleggiante ed infine un piombo di 10 grammi inferiore alla portata del galleggiante.
Mettiamo ora un pezzetto di tubetto in silicone salvando ed infine leghiamo sotto a tutto questo il moschettone.

Perché un moschettone e non una girella? Perché il terminale dovrà essere rimosso dal moschettone per l’nnesco dell’esca: una sarda.
A monte di tutto questo, con il filo forte in cotone facciamo il nodo di stopper, eccoci pronti, si ma a quale profondità peschiamo?
La nostra azione è rivolta ai pelagici che normalmente preferiscono muoversi non in prossimità del fondo e comunque non sono legati a questo come i dentici ed i prai.
Io mi comporto così sul fondo che prediligo che è circa 30 metri.
Inizio dando 10 metri di fondo, l’altro amico 15 metri e se siamo in tre l’ultimo sui 20, poi ci regoliamo secondo le mangiate.
Se pescate da soli dovrete trovare da voi la profondità più gradita.

Prima di parlare dell’azione di pesca, ma più che altro della pastura base essenziale per il light, posto tre foto due delle quali si riferiscono all’innesco.

Continua.

La trappola.JPG
Come innescare la sarda.JPG
Sarda innescata..JPG
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bruno21
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Re: Emozionante Light Drifting.

Messaggio da bruno21 »

LA PASTURAZIONE
Quando siamo sicuri di essere ben ancorati, prima di mettere mano alla preparazione della canna, dobbiamo dedicarci alla pasturazione.
Non mi stancherò mai di ripeterlo, potete essere bravissimi, simpaticissimi, preparatissimi, ma con queste doti non farete avvicinare alla vostra barca un pesce che sia uno.
Durante il trasferimento, se avete amici a bordo, si saranno incaricati di preparare la pastura a base di sarde.
Avranno scongelato una porzione di sarde che avranno prelevato dalla cassa, mediante un coltello a sega di quelli utilizzati per il pane, poi con le forbici tagliate a tocchetti abbastanza piccoli e messi in un secchio, dove vengono cosparsi anche da spruzzate di pane grattato.
Appena ancorati ci preoccupiamo anzitutto si gettarne a mare qualche pezzo, verificando l’intensità della corrente che ci permetterà di scegliere il giusto galleggiante e peso e comincerà a lavorare facendo avvicinare i pesci anche da grande distanza.
Da un secchiello acquistato in negozio, tiriamo fuori la rete contenente le sarde macinate, leghiamo la rete ad una cimetta, mentre sotto il sacco, tramite un moschettone, agganciamo un piombo da almeno mezzo chilo affinché questo rimanga stabilmente alla profondità che abbiamo scelto per questo tipo di pastura.
Personalmente uso per scegliere di calare la rete circa alla metà della profondità.
Questo aroma, molto sciolto, si propaga in acqua molto più velocemente dei pezzi di sarda e giunge anche più lontano perché i pezzi di sarda, bene o male, arriveranno sul fondo e si fermeranno mente l’odore delle sarde macinate si propagherà lontano, diluendosi, ma arriverà.

Per capire la validità di questi sistemi abbinati, pensiamo per un momento di essere un pelagico in caccia alla ricerca delle tanto sospirate sarde, il loro cibo preferito.
Vagando per il mare, arriva ai loro molteplici captatori sensoriali un vago odore conosciuto che li mette subito in agitazione, è arrivato l’aperitivo.
Nuotando in una determinata direzione l’odore si fa sempre più intenso e non possono fare a meno di seguirlo: dove c’è fumo c’è arrosto.
Poi, ecco, un pezzetto di sarda, viene preso al volo, mentre con la coda dell’occhio ne appare un altro e più che nuotano in quella direzione più ne trovano.
Anche altri pesci si sono accorti di questo e c’è una gara a chi prima arriva sul boccone, la famosa competizione alimentare ha inizio.
Ma cos’è quella là, caspita è una sarda intera bisogna che mi precipiti prima che se ne accorchino le altre colleghe, una rapita mossa e la sarda è gia ingoiata.

Non c’è una regola precisa nel gettare i pezzi di sarda, considerate però che questa catena non deve interrompersi per tutta la durata della pescata, gettiamole aritmicamente tre o quattro pezzi per volta spargendoli come se seminassimo.

L’AZIONE DI PESCA
Di come regolarsi per la profondità ne abbiamo già parlato, mettiamo la nostra montatura sorretta dal galleggiante in acqua e facciamolo derivare sotto corrente, quando giunge a una ventina, venticinque metri, si blocca la lenza, in attesa dell’abboccata, se niente succede ci si allontana ancora, poi si recupera e si ricomincia.
Io dopo tre o quattro passate a vuoto fermo il galleggiante ad una ventina di metri e metto la canna nel portacanne, in attesa dell’abboccata, questo sistema funziona benissimo.
Quando il galleggiante affonda, non c’è fretta, lasciamo che il pesce mangi per bene.
Alziamo la canna e ferriamo.
Il mulinello deve essere tarato perfettamente perché immediatamente dopo inizierà la fuga che dovremo assecondare senza forzare troppo.
La palamita quando arriverà vicino alla barca cercherà di dirigersi verso la cima dell’ancora, ecco questo è il momento di forzarla per distoglierla da questa idea che se riuscisse significherebbe la perdita sicura del pesce.
Il guadino porrà fine alla lotta.

ALCUNE RISPOSTE
In questa pesca non viene usato il multifibre, non ce n’è bisogno e sarebbe inopportuno perché : nodino di stopper e multifibre non vanno d’accordo, e, poi avremo come alleato l’elasticità del nylon.

Mentre per la pastura vanno benissimo le sarde congelate per l’innesco avremo bisogno di sarde freschissime.

Questo sistema si può tranquillamente usare anche per i dentici ed i prai, pesci legati al fondo, occorre però in questo caso utilizzare il pasturatore a sgancio e farlo aprire a cinque o sei metri dal fondo, le sarde macinate nella rete, in questo caso non occorrono.

Si può anche pescare senza l’ausilio del galleggiante, ma in questo caso la piombatura deve essere frazionata, usando piombini spaccati da mezzo grammo e mettendone un numero giusto affinché la lenza scenda lentamente mentre si allontana, normalmente la passata finisce quando si pesca che l’esca abbia toccato il fondo.
Personalmente preferisco usare il galleggiante, ma a volte questo sistema è più redditizio.

Questa pesca è veramente semplice e riserva tante tante tante emozioni e se ve lo dice Bruno potete crederci
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