ARCHEONEWS: la navigazione antica

Storie ed episodi che in qualche modo hanno fatto la storia della nautica
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Cleopatra
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ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da Cleopatra »

Vi avverto il titolo è presuntuoso... solo qualche nota su un argomento vastissimo! :help

Per tutti i popoli mediterranei la navigazione ha sempre avuto un ruolo determinante, al punto che la storia politica ed economica di alcuni popoli è ad essa strettamente legata, ma la navigazione non doveva certo essere facile, considerando i mezzi a disposizione: le navi a vela si spostavano spesso in balia di venti e tempeste.
Il Mediterraneo in particolare, come anche oggi, era dominato dal regime anticiclonico estivo che determinava il periodo favorevole alla navigazione, alternato alle lunghe depressioni invernali, durante le quali si raccomandava di “lavorare la terra”(Esiodo): era questo il periodo del cd. mare clausum; allo stesso modo il regime alternato dei venti dettava i periodi durante i quali era preferibile seguire alcune rotte piuttosto che altre.
Altro fattore determinante per la navigazione antica è stata la conformazione delle coste: quelle del Mediterraneo, molto frastagliate, hanno favorito lo sviluppo di intense rotte di cabotaggio oltre ai collegamenti su lunghe distanze in maggiore sicurezza.
Navigare nell’antichità, in assenza di carte e strumenti nautici, era dunque legato alla capacità di interpretare i fenomeni atmosferici anche se, come accennato, le coste del mediterraneo si prestavano ad una navigazione costiera, per cui accadeva raramente di perdere di vista la terraferma. Era comunque necessario, attraverso l’esperienza, conoscere le insidie dei fondali (strumento indispensabile allo scopo era lo scandaglio), nonché avere nozioni sui venti e sulla posizione delle stelle. Per questo forse può essere considerata una vera e propria arte della navigazione, in quanto un ruolo preponderante era costituita dall’esperienza e dalle capacità dell’uomo.
Navigare significa raggiungere una meta prefissata nel minor tempo possibile e coprendo la distanza più breve: per questo è indispensabile conoscere la direzione, la velocità e il tempo che nella nautica moderna vengono calcolati con la bussola, il solcometro e il cronometro consentendo di stabilire il punto nave. Nell’antichità questa strumentazione era in parte sostituita da fattori naturali come la direzione del vento di giorno e le stelle di notte; per quanto la maggior parte dei trasferimenti avveniva con navigazione di piccolo e grande cabotaggio ossia da capo a capo, pur essendo anche utilizzata la navigazione d’altura, soprattutto per le grandi navi da carico.
Teniamo presente che già in questo periodo alcuni esploratori (per lo più astronomi) aveva varcato lo stretto di Gibilterra e si erano avventurati fino nel mare del nord o lungo la costa atlantica dell’Africa riportando fedeli resoconti di ciò che avevano visto ed incontrato.
"Viviamo attorno ad un mare come rane intorno ad uno stagno". Queste parole del filosofo ateniese Platone (V-IV a.C.) sembrano in qualche modo definire la caratteristica peculiare del mondo mediterraneo. Il mar Mediterraneo, questo piccolo bacino tra Gibilterra e il Bosforo, è stato infatti la culla nella quale sono sorte e si sono sviluppate le principali civiltà occidentali, civiltà che hanno generato, grazie al loro incontro, e spesso per le conseguenze dei loro conflitti, la civiltà europea.
Il Mediterraneo è un insieme di civiltà accatastate le une sulle altre, di cui spesso troviamo vestigia in luoghi apparentemente loro estranei: la grecità classica nell'Italia meridionale, la romanità imperiale in Libano e Libia, il mondo islamico in Spagna e sulla Costa Azzurra, Genova e Venezia nell'Oriente bizantino ed islamico...
La conoscenza dei mezzi e degli strumenti della navigazion
scandaglio2.JPG
e antica ci sono giunti soprattutto attraverso le fonti iconografiche (bassorilievi, mosaici, dipinti, graffiti, monete). Le numerose rappresentazioni di navi offrono spunti per lo studio dei tipi di imbarcazioni di tutte le epoche, del loro equipaggiamento e delle attrezzature di bordo. Conferme o smentite di quanto si può dedurre dalle immagini viene dallo studio dei relitti e del loro carico, nonostante che i ritrovamenti siano spesso in cattivo stato di conservazione.
L’arte del navigare sicuramente era basata sull’esperienza pratica e non ci sono pervenuti testi dedicati alla navigazione, però forse qualche testo di riferimento per chi si avvicinava a questo mestiere doveva esistere e ne troviamo qualche indizio ad esempio in Plutarco che dice “ i testi sulla navigazione non fanno un buon comandante di nave se non è stato più volte diretto spettatore della lotta contro le onde le tempeste e il vento”. Vegezio conosceva i Libri Navales di Publio Terenzio Varrone Atacino in cui vi erano descritti i segni premonitori per i cambiamenti meteorologi. La registrazione di dati e descrizioni dovette incominciare già con i fenici e i greci in età arcaica per il riconoscimento di punte e promontori e quindi per una definizione della rotta seguita. Il primo documento noto risale infatti alla fine del VI secolo a.C. ed è Il periplo di Scilace (descrizione di una spedizione giunta fino all’Indo). Erodoto (inizio V) riporta che al largo della foce del Nilo a un giorno di navigazione se uno butta giù lo scandaglio trova fango e una profondità di 11 orgie (orgia unità greca pari a cm 177), dando quindi due indicazioni la distanza dalla costa e la posizione rispetto alla foce. Le opere relative alla navigazione vengono di definite peripli, sono caratterizzate dalla descrizione delle coste secondo il progredire del viaggio e le distanze vengono date in giornate di viaggio. Mancano invece tutte le informazioni pratiche (approdi, scogli, acqua ecc).
Lo stadiasmo o periplo del Mare Grande riporta invece misure in stadi e non più in giornate ed una descrizione di alcuni tratti delle coste nord africane e orientali Cipro Creta e le rotte per alcune isole. È forse il primo ed unico portolano dando indicazioni sui punti notevoli ma anche sui venti sugli ormeggi e sui bassi fondali.
TORLONIA.jpg
154a.jpg
nave.jpg
:smt055
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Kraken
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da Kraken »

A volte faccio dei calcoli mentali di quante navi sono naufragate nel corso dei millenni precedenti la nostra era tecnologica,arrivo a numeri esorbitanti :smt102 :smt102 :smt102 Certo molto è andato distrutto o consumato dal mare e quel che si ritrova ci da un idea,forse vaga, di come navigavano i nostri antenati e le difficoltà che incontravano,nonostante ciò hanno continuato ad accumulare esperienze che ci hanno tralasciato.Un plauso ai navigatori del passato ed anche agli studiosi come te che sanno interpretare i reperti ritrovati. :smt038 :smt038 :smt038 :smt038 :smt038
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gio72
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da gio72 »

:inchino :inchino ......grazie Cleo per questa bella pagina
di storia. ....io mi chiedo se in quell’epoca la navigazione
veniva praticata solo nei periodi climatici più favorevoli..!?
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sandro006
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da sandro006 »

gps cartografico ; radar ; eco ; pilota automatico ; motori ultra leggeri e potenti :smt102
forse bisognerebbe tornare un pò indietro nel tempo :smt102
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Cleopatra
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da Cleopatra »

gio72 ha scritto::inchino :inchino ......grazie Cleo per questa bella pagina
di storia. ....io mi chiedo se in quell’epoca la navigazione
veniva praticata solo nei periodi climatici più favorevoli..!?
si il mare veniva considerato "chiuso" nei mesi invernali e navigavano un po' in balia del vento.
Luca (Atti degli Apostoli XXVII) ci racconta che San Paolo per andare da Cesarea (Israele) a Roma incontra non pochi inconvenienti dapprima costeggia le coste dell'asia minore e arriva in Turchia, da lì naviga verso da Creta dove si sarebbero dovuti fermare per passare l'inverno ma venti da NW li deviano verso il golfo della Sirte dove per paura di finire sugli scogli buttano a mare il carico e ammainano le vele. per molti giorni non vedono nè il sole nè le stelle e quindi perdono qualsiasi riferimento geografico; dopo 14 giorni lo scandaglio indica un basso fondale e si arenano su una spiaggia di malta. da qui si imbarcano su un'altra nave arrivano in Sicilia e poi a Roma....
viaggiare non doveva essere così semplice. Eppure in condizioni normali effettuavano il tragitto Pozzuoli Alessandria in 15- 20 giorni con un record (secondo Plinio) di 9 giorni.
orientativamente in condizioni favorevoli facevano un centinaio di miglia al giorno
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gio72
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da gio72 »

@Cleo. ..

Sei un pozzo senza fondo....prendo spunto dai
Tuoi scritti per animare i racconti per i miei bimbi
la sera ....ti dirò che la cosa. ...piace. .....ciao.
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gio72
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da gio72 »

@...Cleo. ..
Approfitto del tuo sapere per farti una domanda
forse anche banale.. ..dov’é più facile rinvenire
reperti storici in mare o in altri corsi d’acqua.. .
tipo laghi, lagune ecc...e ancora dove é più facile
il recupero....infine se in base al luogo dove sono
stati rinvenuti (sabbia. ..fango. ..ecc) questo sia
un elemento che possa influire sullo stato del
reperto e s ul suo recupero. ....Scusa se ho fatto
più di una domanda ....ciao.
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da Kraken »

gio72 ha scritto:@...Cleo. ..
Approfitto del tuo sapere per farti una domanda
forse anche banale.. ..dov’é più facile rinvenire
reperti storici in mare o in altri corsi d’acqua.. .
tipo laghi, lagune ecc...e ancora dove é più facile
il recupero....infine se in base al luogo dove sono
stati rinvenuti (sabbia. ..fango. ..ecc) questo sia
un elemento che possa influire sullo stato del
reperto e s ul suo recupero. ....Scusa se ho fatto
più di una domanda ....ciao.
Spero che risponda al più presto,interessa anche me una risposta alle tue domande. :smt039 :smt039 :smt039
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da Cleopatra »

gio72 ha scritto:@...Cleo. ..
Approfitto del tuo sapere per farti una domanda
forse anche banale.. ..dov’é più facile rinvenire
reperti storici in mare o in altri corsi d’acqua.. .
tipo laghi, lagune ecc...e ancora dove é più facile
il recupero....infine se in base al luogo dove sono
stati rinvenuti (sabbia. ..fango. ..ecc) questo sia
un elemento che possa influire sullo stato del
reperto e s ul suo recupero. ....Scusa se ho fatto
più di una domanda ....ciao.
scusami se non ho risposto .. ma sono in giro per cantieri... e riapro PN solo ora
le domande richiedono una risposta articolata, appena torno a casa provo a farti un quadretto delle problematiche
grazie per l'interesse
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da Openboat »

Cleopatra ha scritto:Plutarco che dice “ i testi sulla navigazione non fanno un buon comandante di nave se non è stato più volte diretto spettatore della lotta contro le onde le tempeste e il vento”.
Musica per le mie orecchie!Plutarco e' ancora attualissimo :smt038 :smt038 :smt038
Cleo,questo tuo insert mi affascina particolarmente,se sei a conoscenza di altri rudimentali strumenti di navigazione,facceli conoscere. :smt055
:smt039
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Re: ARCHEONEWS: la navigazione antica

Messaggio da gio72 »

Grazie Cleo.. .. :smt038 :smt023
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