Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

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Jabar
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Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Nell'estate 2010 decisi di riprendere l'attività di apneista dopo qualche anno di inattività essendo appassionato sub fin dal lontano 1966 invogliato da un mare trasparente poco distante dalla mia abitazione spagnola.
Decisi così di "rivestirmi" da sub rinnovando la vecchia attrezzatura con pinne maschera e boccaglio oltre ad un corpetto a mezza coscia da 3mm.
In particolare mi convinsi a scegliere le lunghe pinne Rondine Gara 3000 convinto che quella particolare durezza della pala mi avrebbe consentito di fare più strada con minori pinneggiate.
Non l'avessi mai fatto! Esse si rivelarono subito durissime - anche in relazione al mio scarso allenamento - e dopo poco tempo ho dovuto soccombere rinunciando ad immergermi: era come avere due tavole ai piedi e soprattutto nella fase negativa lo stiramento di muscoli e tendini sul dorso dei piedi mi procurava un dolore lancinante.

Proprio quando decisi di abbandonarle in fondo al garage per acquistarne un altro paio più corte e morbide, mi venne l'idea di modificarle tentando di risolvere il principale problema che mi aveva fatto tanto soffrire: alleggerire la forte resistenza prodotta dalle pinne nella fase negativa.
Osservando attentamente quella fase della pinneggiata mi sono accorto che l'articolazione del piede disteso a fine corsa - oltre all'inclinazione della pala rispetto alla scarpetta - non erano sufficienti a posizionare la stessa pala in modo corretto rispetto all'avanzamento.
In particolare tutta la superficie di fronte alla scarpetta fino a circa metà pala si impattava con l'acqua con un'inclinazione quasi piatta mentre la seconda metà si fletteva correttamente. Questa situazione comporta una grande dispersione di energia ai fini dell'avanzamento ed uno sforzo a carico del dorso dei piedi ben superiore a quello dell'altra fase positiva ove si impegnano fasce muscolari più potenti e resistenti.
Da qui l'idea di modificare le pinne nel modo che potete vedere nelle foto.
1.jpg
2.jpg
La modifica è consistita nell'aprire completamente la prima parte della pala ed applicare una seconda pala a metà della pianta del piede per coprire completamente la suddetta apertura.
Nella fase negativa grazie all'apertura passante l'acqua si impatta con la seconda pala la quale si flette per assumere la stessa inclinazione corretta della seconda parte della pala originale rimasta intatta.
Nella fase positiva la seconda pala si accorpa a quell'altra ripristinando la pala come in originale.

Alle pagg. 4-5 del seguente PDF potete leggere in dettaglio le caratteristiche delle ACTIVA (con la lettura delle altre pagg. si approfondiscono maggiori dettagli).
activa.pdf
In questo filmato You-Tube sono io stesso a provare il prototipo in piscina


Successivamente ho usato lo stesso prototipo con grande soddisfazione grazie al loro rendimento superiore per ore e ore con un affaticamento minimo perché, grazie a quelle modifiche, lo sforzo a carico del piede e delle gambe è perfettamente equilibrato e distribuito tenendo conto dell'anatomia del corpo umano.

Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti e spiegazioni. GIACOMO
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Ultima modifica di Openboat il 24 mar 2013, 22:44, modificato 1 volta in totale.
Motivazione: Evitiamo se e' possibile di postare link esterni
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Re: R: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da coma66 »

Interessante.........

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Nemo
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Nemo »

complimenti Giacomo, ottima pensata hai già trovato aziende interessate al brevetto?
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Nemo ha scritto:complimenti Giacomo, ottima pensata hai già trovato aziende interessate al brevetto?
Scusa Nemo, sai bene che non posso parlare nel forum di cose riferite ad interessi commerciali.
Sappi che il progetto ACTIVA è comunque protetto da brevetto.
La mia esposizione nel forum è unicamente mirata a conoscere i pareri degli altri appassionati in merito alla mia intuizione e quindi ad apprezzarla o criticarla adeguatamente.
Non posso aggiungere nulla più. Ciao. :smt023
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Openboat »

Nella fase negativa hai messo in pratica l'effetto "Venturi" (esempio noto in una barca a vela con Randa e Genoa con vento al traverso),ma nonostante l'aumento di velocita' e una diminuizione della pressione fra le 2 pale,la spinta non potra' mai eguagliare quella della fase "positiva".E' indubbio che nella fase negativa lo sforzo muscolare e' alquanto ridotto a fronte della spinta prodotta.......Sono le pinne per i sessantenni ??? :smt083

Quasi 50 anni fa' la "Scubapro" mise in commercio pinne che diminuivano l'attrito in fase negativa,aumentando la spinta nella fase positiva:
JETFIN 2-500x500.JPG
Il sistema era diverso dal tuo,ma fondamentalmente adoperava lo stesso principio: vedi sistema H.Page nei profili N.A.C.A.
Ci sono pro e contro......IMHO (a mio modesto parere)
:smt039
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Kraken »

Openboat ha scritto:Nella fase negativa hai messo in pratica l'effetto "Venturi" (esempio noto in una barca a vela con Randa e Genoa con vento al traverso),ma nonostante l'aumento di velocita' e una diminuizione della pressione fra le 2 pale,la spinta non potra' mai eguagliare quella della fase "positiva".E' indubbio che nella fase negativa lo sforzo muscolare e' alquanto ridotto a fronte della spinta prodotta.......Sono le pinne per i sessantenni ??? :smt083

Quasi 50 anni fa' la "Scubapro" mise in commercio pinne che diminuivano l'attrito in fase negativa,aumentando la spinta nella fase positiva:
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:smt039
La differenza è che queste della Scubapro sono ideate per il nuoto in immersione e con l'ausilio di autorespiratori,mentre quelle di Giacomo sono create per il nuoto pinnato in superfice.Se non ricordo male, ne sono state create anche per le immersioni in apnea.Ricordo anche di averne testata e provate dei prototipi ed anche quelle poi commercializzate ma non sono rimasto soddisfatto per nulla.@ Open,per i sessantenni ci vogliono le pinne munite di elichetta di spinta aggiuntiva :smt044 :smt044 :smt044
Augusto,il Mare è uno solo!!!!
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Polterchrist
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Polterchrist »

una domanda, nel video sei tu ?
se si, è la tua pinneggiata abituale o è solo qualche pedata data a caso per far vedere come lavora la pinna ?

te lo chiedo perchè è un po' scomposta e c'è un errore tecnico (non grave e facilmente isolvibile), probabilmente accentuato dall'assetto in acqua scorretto causa assenza di snorkel

in fase di recupero chi nuota flette le gambe, cio riduce la spinta e aumenta l'affaticamento muscolare facendo inutilmente piu pinneggiate del necessario
la gamba andrebbe tenuta il piu possibile tesa in modo da sfruttare al massimo la leva sia in spinta che in recupero

venendo all'argomento del tread in se, l'idea è carina ma mi lascia qualche dubbio
in sostanza la pinna serve a creare una spinta in acqua, in snorkeling ma maggiormente in apnea deve essere la maggiore possibile per percorrere piu acqua con il minor numero di movimenti (piu movimenti = piu sforzo = piu ossigeno consumato)
diminuendo il carico in spinta diminuisci, teoricamente, anche la spinta che la pinna riesce a generare, non è controproducente il tuo sistema ?
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Jabar
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Openboat ha scritto:Nella fase negativa hai messo in pratica l'effetto "Venturi" (esempio noto in una barca a vela con Randa e Genoa con vento al traverso),ma nonostante l'aumento di velocita' e una diminuizione della pressione fra le 2 pale,la spinta non potra' mai eguagliare quella della fase "positiva".E' indubbio che nella fase negativa lo sforzo muscolare e' alquanto ridotto a fronte della spinta prodotta.......Sono le pinne per i sessantenni ??? :smt083

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Ciao openboat,
ti voglio bene nonostante tu… mi abbia praticamente "rottamato" come sessamtenne relegandomi a svolgere attività subacquea… con prestazioni di "serie B" (lo dico con tutta la simpatia possibile naturalmente… so bene che il tuo atteggiamento nei miei confronti non ha alcun tono polemico).

Ben conosco quelle pinne Scubapro che hanno accompagnato per decenni le immersioni di tantissimi autorespiratoristi sportivi e professionisti.
Le aperture davanti alla scarpetta denotano come il problema dell'appesantimento dello sforzo nella fase negativa fosse già conosciuto e sofferto fin dai tempi remoti.
Quelle aperture hanno lo scopo di limitare la resistenza opposta dalla pala nella fase discendente scaricandola dalla parte opposta. Si nota ancora che la pala riprende la sua funzione di spinta piena subito dopo le aperture con un bel piano inclinato oltre l'inclinazione dell'asse delle pinne stesse.
A mio modesto parere queste pinne restano ottime e persino competitive con quelle prodotte oggi a distanza di 50 anni. Sono solo fuori moda… ed hanno fatto il loro tempo.

A ben guardare nel progetto Activa le superfici davanti alla scarpetta sono molto più ampie e soprattutto esse sono mobili e si regolano automaticamente a seconda della resistenza che incontrano con l'impatto nell'acqua nel corso delle due fasi.

Ora invito tutti voi a bloccare il mio filmato nella prima sequenza quando le pinne iniziano la loro corsa verso il basso (fase negativa).
La resistenza prodotta dalla discesa delle pinne è divisa in due parti: nella prima metà l'apertura passante determina la flessione della pala sottostante fissata sotto la pianta del piede mentre la seconda metà si flette a sua volta mantenendo il punto di flessione allineato in orizzontale a quello dell'altra pala.
Il risultato finale è che l'intera lunghezza della pala è semplicemente spezzato in due parti e soprattutto le loro superfici sono correttamente inclinate per generare la spinta di avanzamento.
Se concentrate la vostra attenzione sulle coste di irrigidimento laterali noterete che la prima parte - quella davanti alla scarpetta - sono pressoché parallele alla superficie.
Dunque quelle porzioni di superfice - con pinne non modificate - non solo risultano poco attive nella spinta di propulsione ma sottraggono preziose energie al nuotatore impegnando fasce muscolari che sono per costituzione deboli e poco resistenti (vedi pag. 3 nel mio file PDF).
Spero così di aver chiarito almeno parte dei tuoi dubbi. Ciao. :smt023
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Openboat »

@Jabar
Naturalmente scherzo! Fra un'anno e 1/2 saro' anch'io un sessantenne...ma gia' sin da adesso sono stanco...... :cry:

Tornando all pinne:
Jabar ha scritto:Dunque quelle porzioni di superfice - con pinne non modificate - non solo risultano poco attive nella spinta di propulsione ma sottraggono preziose energie al nuotatore impegnando fasce muscolari che sono per costituzione deboli e poco resistenti
Ti riferisci alle pinne che ho postato(Scubapro) ??
Jabar ha scritto:Il risultato finale è che l'intera lunghezza della pala è semplicemente spezzato in due parti e soprattutto le loro superfici sono correttamente inclinate per generare la spinta di avanzamento.
Se concentrate la vostra attenzione sulle coste di irrigidimento laterali noterete che la prima parte - quella davanti alla scarpetta - sono pressoché parallele alla superficie
Ma questo credo che tutti l'abbiano capito,la fatica muscolare viene alleviata di parecchio a favore di un aumento delle fasi positive(ci si stanca meno e si pinneggia di piu')
Quello che ancora non mi e' chiaro(o forse non ho capito bene io) e' che con il tuo sistema la spinta che dai nella fase negativa e' pari se non superiore a quella "positiva"....li, non mi trovi molto daccordo. :smt018

:smt039
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Kraken ha scritto:
Openboat ha scritto:Nella fase negativa hai messo in pratica l'effetto "Venturi" (esempio noto in una barca a vela con Randa e Genoa con vento al traverso),ma nonostante l'aumento di velocita' e una diminuizione della pressione fra le 2 pale,la spinta non potra' mai eguagliare quella della fase "positiva".E' indubbio che nella fase negativa lo sforzo muscolare e' alquanto ridotto a fronte della spinta prodotta.......Sono le pinne per i sessantenni ??? :smt083

Quasi 50 anni fa' la "Scubapro" mise in commercio pinne che diminuivano l'attrito in fase negativa,aumentando la spinta nella fase positiva:
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La differenza è che queste della Scubapro sono ideate per il nuoto in immersione e con l'ausilio di autorespiratori,mentre quelle di Giacomo sono create per il nuoto pinnato in superfice.Se non ricordo male, ne sono state create anche per le immersioni in apnea.Ricordo anche di averne testata e provate dei prototipi ed anche quelle poi commercializzate ma non sono rimasto soddisfatto per nulla.@ Open,per i sessantenni ci vogliono le pinne munite di elichetta di spinta aggiuntiva :smt044 :smt044 :smt044
Caro kraken,
le pinne in dotazione ai subacquei apneisti e quelle usate dagli autorespiratoristi si distinguono perché ognuna di esse assolve a funzioni diverse.
Nell'apneista le pinne sono lunghe, raffinate nei loro particolari costruttivi con l'impiego di materiali in grado di generare una grande restituzione elastica (carbonio, poliprene ecc.) per contenere al massimo la dispersione delle risorse muscolari a vantaggio del prolungamento dell'apnea.
Le pinne degli autorespiratoristi sono più corte per consentire loro una superiore mobilità e sono altresì molto robuste sia per poter camminare da indossate sul ponte delle barche che per il loro sovente sfregamento contro le rocce in immersione.

Ma il loro scopo principale resta sempre quello di generare la maggiore spinta di avanzamento possibile a fronte del minor sforzo a carico del nuotatore.

A mio modesto parere il progetto Activa è applicabile a qualsiasi pinna destinata ad ogni uso destinato alle attività acquatiche perché essa si concentra per migliorare il loro rendimento in armonia con l'anatomia del corpo umano (vedi pag. 3 nel mio file PDF) qualsiasi sia il loro impiego.
In particolare nel nuoto di superfice la minore resistenza che incontrano le pinne nella fase negativa consente loro di aumentare la loro corsa verso il fondo rendendo più produttiva anche la successiva fase positiva verso la superfice.

In questi mesi tantissimi sono i subacquei che vanno in piscina per affrontare da allenati l'imminente stagione estiva.
Ebbene dopo tanti mesi di inattività si avverte immediatamente la maggiore tensione e sofferenza sul dorso dei piedi nella fase negativa.
Questo dimostra che è proprio quella fase a richiedere uno sforzo maggiore e accade di vedere molti sub che si riposano a bordo vasca per recuperare energie prima di riprendere l'allenamento.
Ciao. :smt023
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Polterchrist »

non so, sarò duro di comprendonio io però continua a non convincermi

una pinna da autorespiratore puo essere anche "depotenziata" scaricando parte della spinta in una delle due fasi visto che il risparmio energetico è importante ma non primario, per cui si possono avere pinne piu corte (fino ad un certo punto, le mie son lunghe poco meno di quelle da apnea) e con sistemi che scarichino parte della pressione (vedi fori o il sistema in oggetto), e con strutture piu rigide per renderle piu resistenti

sulla pinna da apnea continuo, magari erroneamente, a vedere controproducente un sistema atto a diminuire la pressione, perchè cio porta ad un calo di spinta, e se il problema è la flessibilità della pala non sarebbe piu logico, rapido (e probabilmente economico visto che non si deve andare su tecnologie costruttive particolari) prendere un modello piu morbido o comunque con una costruzione multimateriale ?
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Openboat ha scritto:@Jabar
Naturalmente scherzo! Fra un'anno e 1/2 saro' anch'io un sessantenne...ma gia' sin da adesso sono stanco...... :cry:

Tornando all pinne:
Jabar ha scritto:Dunque quelle porzioni di superfice - con pinne non modificate - non solo risultano poco attive nella spinta di propulsione ma sottraggono preziose energie al nuotatore impegnando fasce muscolari che sono per costituzione deboli e poco resistenti
Ti riferisci alle pinne che ho postato(Scubapro) ??
Jabar ha scritto:Il risultato finale è che l'intera lunghezza della pala è semplicemente spezzato in due parti e soprattutto le loro superfici sono correttamente inclinate per generare la spinta di avanzamento.
Se concentrate la vostra attenzione sulle coste di irrigidimento laterali noterete che la prima parte - quella davanti alla scarpetta - sono pressoché parallele alla superficie
Ma questo credo che tutti l'abbiano capito,la fatica muscolare viene alleviata di parecchio a favore di un aumento delle fasi positive(ci si stanca meno e si pinneggia di piu')
Quello che ancora non mi e' chiaro(o forse non ho capito bene io) e' che con il tuo sistema la spinta che dai nella fase negativa e' pari se non superiore a quella "positiva"....li, non mi trovi molto daccordo. :smt018

:smt039
Caro openboat,
ora provo a riassumere e spiegare le differenze tra una pinna tradizionale ed una modificata col progetto Activa.
Per meglio comprendere tali spiegazioni è opportuno tenere conto dell'anatomia del corpo umano così come le ho riassunte a pag. 3 del mio PDF, premessa 2.
In buona sostanza si evince che le articolazioni di gambe e piedi, ai quali vengono applicate le pinne, non possono riprodurre la stessa perfetta simmetria di movimento alternato e di potenza equilibrata dei quali dispongono invece la maggior parte dei pesci.
In particolare con gambe e piedi distesi questi ultimi non riescono ad allinearsi all'asse delle gambe inducendo i costruttori delle pinne ad adottare l'inclinazione di pala rispetto alla scarpetta.
Il corpo umano è fatto per camminare su di un piano e dispone di articolazioni contrapposte di ginocchia e piedi.
Per ciò stesso sono ben più potenti e resistenti le fasce muscolari deputate a sostenere l'intero peso del corpo nel corso della deambulazione a partire dalla pianta dei piedi (corrispondenti alla fase positiva durante il pinneggiamento) rispetto a quelle piuttosto deboli e poco resistenti del suo dorso poco impegnate durante il camminamento (corrispondenti alla fase negativa durante il pinneggiamento).

Quali sono dunque le differenze tra le pinne tradizionali e le pinne Activa? Vediamole in dettaglio
Nella fase positiva (dal basso verso l'alto)
Con le pinne tradizionali
Possiamo notare che le superfici congiunte di piedi e pinne nella loro corsa verso l'alto assumono una inclinazione ideale per generare la massima spinta in direzione dell'avanzamento (mediamente entro i 45°).
In questa fase vengono utilizzate le stesse fasce muscolari che utilizziamo per la deambulazione a terra. Esse sono particolarmente potenti e resistenti.

Con le pinne Activa
Nulla cambia nella sostanza rispetto alle pinne tradizionali in quanto le due pali si accorpano formando un'unica pala esattamente come nelle equivalenti pinne tradizionali.

Nella fase negativa (dall'alto verso il basso)
Con le pinne tradizionali
I piedi si trovano distesi a fine corsa rispetto alle loro articolazioni impedendo alla prima parte della superfice delle pale (quelle davanti alla scarpetta) di procedere con la giusta inclinazione rispetto alla linea di avanzamento. Dunque nel corso della sua discesa quella parte si impatta con l'acqua mantenendo una inclinazione pressoché piatta rispetto alla superfice nel nuoto orizzontale. Solo la seconda parte finale della pala invece si inclina correttamente.
Questa dispersione di energie risulta altresì a carico delle fasce muscolari del dorso del piede che, come spiegato, sono particolarmente deboli e poco resistenti.
Non a caso quella fase è denominata come "negativa" proprio perché la sua esecuzione è difficoltosa e dispendiosa di energie a fronte di un rendimento ridotto.

Con le pinne Activa
Non appena inizia la fase discendente l'impatto dell'acqua, grazie all'apertura passante, determina la flessione della pala fissata sulla pianta del piede in contemporanea con l'altra pala al di là di quell'apertura. Entrambe hanno la loro base di flessione sulla stessa linea dell'avanzamento e dunque è sufficiente una corsa minima per renderle entrambe attive nell'azione di spinta.

È chiaro a questo punto comprendere che il progetto Activa persegue contemporaneamente il doppio risultato di alleggerire di molto lo sforzo occorrente nella fase discendente e contemporaneamente lo rende produttivo ai fini della spinta di avanzamento (cosa non possibile con le pinne tradizionali perché quelle porzioni di superficie si impattano con l'acqua in modo pressoché piatto a 0° rispetto all'avanzamento).
In definitiva il progetto mira a recuperare il cattivo funzionamento di quella porzione di superfice e razionalizzare meglio gli sforzi del nuotatore in perfetta armonia con le sue caratteristiche anatomiche.

Concludo invitandovi ad ammirare la prima sequenza del mio filmato e bloccare l'immagine nel corso della corsa verso il fondo delle pinne. Tutte le mie spiegazioni verranno così confermate (ma andrebbe letto anche il mio file PDF).

Vi invito infine ad ammirare un qualsiasi filmato di subacquei che procedono paralleli alla superfice (siano essi apneisti o autorespiratoristi).
Se osservate il loro pinneggiamento potete notare che nella fase negativa la pala punta sull'acqua (a causa della errata inclinazione quasi piatta rispetto all'avanzamento) determinando l'innalzamento dell'altra pinna verso la superficie.
La pinneggiata risulta così essere sbilanciata proprio perché la resistenza che incontrano nell'elemento liquido è sensibilmente superiore nella fase negativa che non in quella positiva.
Spero così di averti chiarito i propositi del progetto. Se leggi il mio file PDF avrai qualche indicazione in più. Ciao. :smt023
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Polterchrist ha scritto:una domanda, nel video sei tu ?
se si, è la tua pinneggiata abituale o è solo qualche pedata data a caso per far vedere come lavora la pinna ?

te lo chiedo perchè è un po' scomposta e c'è un errore tecnico (non grave e facilmente isolvibile), probabilmente accentuato dall'assetto in acqua scorretto causa assenza di snorkel

in fase di recupero chi nuota flette le gambe, cio riduce la spinta e aumenta l'affaticamento muscolare facendo inutilmente piu pinneggiate del necessario
la gamba andrebbe tenuta il piu possibile tesa in modo da sfruttare al massimo la leva sia in spinta che in recupero

venendo all'argomento del tread in se, l'idea è carina ma mi lascia qualche dubbio
in sostanza la pinna serve a creare una spinta in acqua, in snorkeling ma maggiormente in apnea deve essere la maggiore possibile per percorrere piu acqua con il minor numero di movimenti (piu movimenti = piu sforzo = piu ossigeno consumato)
diminuendo il carico in spinta diminuisci, teoricamente, anche la spinta che la pinna riesce a generare, non è controproducente il tuo sistema ?
Ciao Polterchrist,
ahimé devo darti ragione sulla mia pinneggiata un po' sgangherata… temo di aver perso le basi tecniche del nuoto acquisite negli anni verdi.
In quel filmato mi faccio riprendere da un bravo sub spagnolo nella piscina comunitaria ove sono residente in Spagna.
I dubbi da te espressi sono abbondantemente chiariti nella precedente risposta che ho dato a openboat.
Puoi anche approfondire l'argomento leggendo il mio file PDF se vuoi.

Ciao. GIACOMO
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Manuela »

Ciao Jabar!
Io pratico da quasi 20 subacquea con le bombole e ho sempre utilizzato le Cressi HP 2000, pinne da apnea, rigide e lunghe. Mai avuto problemi, anche se non ho certamente una corporatura robusta.
Da qualche mese ho terminato un corso di apnea e mi sto regolarmente allenando in piscina 3 volte a settimana. Con le mie HP faccio molta fatica in dinamica e sono costretta a piegare il ginocchio durante la pinneggiata. Se non mi prendo la monopinna, che mi sta entusiasmando molto (in fibra di vetro o in carbonio), di certo opterò per delle pinne in carbonio, che danno un'ottima spinta con un basso consumo di energie. Nello specifico di questa disciplina, di un basso consumo di ossigeno.
Ho visto il video. Dunque.. Quelle pinne mi danno l'impressione si di far sforzare poco, ma di dare una spinta troppo poco potente! Ovviamente e' solo una mia modesta opinione, ma frequentando l'ambiente dell'apnea non ho mai sentito nominare Activia e non mi pare che gli apneisti, sia gli atleti sia i pescatori, siano orientati verso un oggetto del genere.
Non ti nascondo, comunque, che non mi dispiacerebbe provarle, anche se so già per certo che le mie future pinne saranno in carbonio!
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Re: Progetto pinne ACTIVA "potenza pura"

Messaggio da Jabar »

Manuela ha scritto:Ciao Jabar!
Io pratico da quasi 20 subacquea con le bombole e ho sempre utilizzato le Cressi HP 2000, pinne da apnea, rigide e lunghe. Mai avuto problemi, anche se non ho certamente una corporatura robusta.
Da qualche mese ho terminato un corso di apnea e mi sto regolarmente allenando in piscina 3 volte a settimana. Con le mie HP faccio molta fatica in dinamica e sono costretta a piegare il ginocchio durante la pinneggiata. Se non mi prendo la monopinna, che mi sta entusiasmando molto (in fibra di vetro o in carbonio), di certo opterò per delle pinne in carbonio, che danno un'ottima spinta con un basso consumo di energie. Nello specifico di questa disciplina, di un basso consumo di ossigeno.
Ho visto il video. Dunque.. Quelle pinne mi danno l'impressione si di far sforzare poco, ma di dare una spinta troppo poco potente! Ovviamente e' solo una mia modesta opinione, ma frequentando l'ambiente dell'apnea non ho mai sentito nominare Activia e non mi pare che gli apneisti, sia gli atleti sia i pescatori, siano orientati verso un oggetto del genere.
Non ti nascondo, comunque, che non mi dispiacerebbe provarle, anche se so già per certo che le mie future pinne saranno in carbonio!
Gentile Manuela,
il progetto Activa da me messo a punto realizza un principio di funzionamento diverso da quello che oggi conosciamo delle pinne tradizionali.
Tale funzionamento è operativo indipendentemente dal materiale col quale sono costruite (sia esso plastico, polimerico, carbonio ecc.).
Altresì esso è applicabile a qualsiasi tipo di pinna: pinne lunghe per l'apnea dinamica, per l'immersione profonda, nuoto pinnato di superfice, pinne corte per immersione con autorespiratore, ecc.
L'unica variante (comune anche a tutte le altre pinne tradizionali) è rappresentata dalla maggiore o minore durezza della flessione delle pale la quale, oltre alle preferenze personali, è legata alla potenza fisica del nuotatore e al suo grado di allenamento.

In buona sostanza il progetto Activa mira a "correggere" un malfunzionamento delle pinne tradizionali che disperdono una certa parte delle energie profuse nel nuoto recuperandole e indirizzandole ai fini di una maggiore spinta di propulsione.
Prova a bloccare il mio filmato nella prima sequenza quando una delle due pinne si stacca dalla superficie ed inizia la sua corsa verso il fondo (fase negativa).
Per il momento ignora la seconda pala applicata e fai caso alle costole laterali della prima metà della pala (quella davanti alla scarpetta): noterai che essa resta per l'intera corsa pressoché orizzontale rispetto alla superfice perché il piede, già disteso a fine corsa della sua articolazione, non può inclinarsi ulteriormente. Solo la seconda parte finale delle pinne si flette e inclina correttamente generando la spinta di avanzamento.
Dunque quella prima porzione di superfice che scende verso il fondo in modo pressoché "piatto" oltre a non generare alcuna spinta di avanzamento sottrae preziose energie al nuotatore limitandone le prestazioni di durata.

Ora puoi notare la seconda pala applicata sotto il piede… cos'è successo? L'apertura passante della pinna consente all'acqua di agire sulla superfice della pala sottostante flettendola contemporaneamente all'altra pala della parte finale della pinna.
In definitiva quella seconda pala è in grado di convertire la superfice della pala originale (che abbiamo visto improduttiva ai fini dell'avanzamento e dispendiosa di energie) in una superfice attiva per la propulsione senza disperdere alcuna energia.

Concludo affermando che il progetto Activa lascia intatte le funzioni dell'intera pala nella fase positiva oltre alla seconda metà della pala nella fase negativa. La variazione/correzione cioè riguarda esclusivamente la prima metà della pala nella fase negativa.

A tutti questi ragionamenti - logici e razionali nell'analizzare il gesto ginnico della pinneggiata - si aggiunge un altro importante fattore di risorse fisiche del corpo umano (meglio spiegati a pag. 3, premessa 2 del file PDF che ho inserito) e cioè che le masse muscolari impegnate nella fase positiva (corrispondenti a quelle attivate nel corso della deambulazione a terra) sono ben più potenti e resistenti di quelle impegnate nella fase negativa (che nel corso della deambulazione a terra non assolvono praticamente ad alcuna funzione).
Ebbene le Activa si armonizzano perfettamente con l'anatomia del corpo umano distribuendo gli sforzi in modo adeguato per protrarre in un tempo assai più prolungato l'attività natatoria prima di addivenire ad un progressivo uniforme esaurimento delle risorse complessive dell'atleta.
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Un'ulteriore riprova dei concetti espressi puoi averla osservando i filmati di un subacqueo - sia esso apneista che autorespiratorista - che in perfetto equilibrio idrostatico procede pinneggiando in orizzontale parallelo alla superfice.
Rispetto all'asse del corpo gli apici delle corse delle pinneggiate si sviluppano per circa i 2/3 sopra tale asse e per 1/3 al disotto. Dunque quelle pinneggiate sono sostanzialmente sbilanciate con ripercussioni negative sull'efficacia stessa dell'avanzamento.
Perché avviene questo scompenso? Semplice e logica la risposta: la maggiore resistenza prodotta dalle pinne nella loro fase discendente (fase negativa) è superiore a quella della fase positiva. Avviene cioè che la pinna discendente "punta" sull'acqua inducendo l'altra a sollevarsi.
Con le Activa ciò non avviene (per le ragioni spiegate sopra) ed entrambe le pinneggiate restano perfettamente equilibrate e centrate rispetto alla linea di avanzamento.
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Sulla diffusione di questo progetto dal punto di vista commerciale non posso dilungarmi troppo nel forum per ovvie ragioni.
A questo proposito, se lo desideri, potrei darti maggiori spiegazioni con un MP.

Nella speranza di averti chiarito meglio il funzionamento dell Activa resto a tua disposizione per ulteriori domande che intendessi pormi.
Ti ringrazio per l'attenzione che mi hai dedicato mentre ti auguro ogni soddisfazione nello sviluppare questo meraviglioso sport. GIACOMO :smt039 :smt023
A bordo del JABAR sono felice.
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