L'IMPORTANZA DEL TERMINALE NELLA PESCA

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bruno21
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L'IMPORTANZA DEL TERMINALE NELLA PESCA

Messaggio da bruno21 »

Quando mancava meno di un miglio ad arrivare sulla posta di pesca, che a Livorno chiamano “lo sperone” mi resi conto che una barca era ancorata esattamente nel punto dove volevo ancorarmi.
Eppure quel determinato punto che forma una minuscola ricaduta tra due sommi è una posta che ho trovato io tempo addietro, mi sembrava strano che ci fosse una barca proprio lì, con molta probabilità, pensai fosse stata una casualità o un ancoraggio sbagliato.
La posta vera, quella conosciuta era quasi a un quarto di miglio da lì.
Il mistero venne alla luce, quando avvicinandomi mi sentii chiamare con il mio nik name: Bruno 21.
Mi ricordai allora di avere dato le coordinate ad un amico di un forum che mi aveva richiesto una buona posta per le tanute.
L’amico mi chiese di avvicinarmi ed io mi portai sottovento a pochi metri dalla barca ancorata, dopo i saluti di rito, molto correttamente l’amico mi disse che si sarebbe spostato per farmi ancorare sulla mia posta.
Non volli assolutamente che lo facesse, era una giornata con un po’ di brezza da scirocco, sapevo bene dove avrei dovuto calare l’ancora per pescare lì vicino senza darci noia.
Feci un giro ampio e calai sopravvento a lui, lasciai che l’ancora prendesse per bene e che la barca si posizionasse prua al vento, poi iniziammo a cedere cima lentamente fino a bittarla ad una decina di metri dalla prua dell'altra.
Ero leggermente fuori posta, ma avremmo pescato bene tutti e due, l’unica cosa era che impedivo all’altra barca di manovrare per il disancoraggio, ma mi affrettai a spiegare (eravamo a tiro di voce) che qualora avessero voluto muoversi, bastava mi avvertissero e mi sarei disancorato io per primo.
Mi dissero che era quasi un’ora che stavano pescando, ma, a parte qualche piccola tanuta non avevano preso altro.
Chiesi se avessero pasturato e per tutta risposta mi fecero vedere il pasturatore a sgancio, si, lo avevano fatto.
Mentre preparavamo le canne e distribuivo i terminali, calammo il pasturatore caricato con le sarde già spezzettate che portiamo da casa e lo scaricammo, vista la poca corrente, ad una decina di metri dal fondo.
Innescammo le striscie di calamaro e calammo le nostre lenze.
Appena sul fondo vidi Vallero che ferrava con decisione e dalla piegatura della canna giudicai che fosse un pesce sul mezzo chilo.
La prima tanuta venne al guadino, era come avevo immaginato, una femmina, sul mezzo chilo.
Anche la mia vetta dette due colpetti e ferrai con decisione portando a pagliolo la gemella di quella precedente.
Marco, da parte sua ci volle umiliare, una coppola di una bel maschione sul chilo e un'altra femmina come le altre.
Continuammo per un po' con queste meravigliose catture, poi improvvisamente le tocche cessarono.
Ne approfittammo per pasturare nuovamente, sganciando come avevamo fatto in precedenza.
Le catture non passarono inosservate dall'equipaggio dell’altra barca che nel frattempo si erano accontentati di due o tre tanute di una taglia che noi liberiamo in mare.
Chiesero cosa innescassimo: erano i soliti calamari di Voliani (una pescheria di congelati di Livorno) coi quali stavano pescando anche loro.
Gli dissi di pasturare e sganciare ad una decina di metri dal fondo, ma loro facevano già così.
Avevo esaurito i consigli e continuammo a pescare, passarono pochi minuti e le tanute rifecero la loro comparsa, le vedevo anche dallo strumento, un bel branco stazionava sotto di noi.
A parte alcune che liberavamo, la taglia media andava dai 500 grammi al chilo, ne avevamo già prese una ventina e non era ancora mezzogiorno, c'erano ancora tre ore buone di pesca.
Essendo come ho detto, a tiro di voce, chiesi agli amici dell'altra barca come stesse andando: erano quasi disperati, qualche altra tanuta piccola e stop, mi chiesero se potevo spostarmi perché avrebbero voluto cambiare posto.
Non era possibile, sicuramente sbagliavano qualcosa.
Non mi piace salire in cattedra, non fa parte del mio carattere, ma fu più forte di me.
Chiesi all'amico di forum che venisse a provare sulla mia barca prima di manovrare, mi sarei avvicinato dando cima e l'operazione sarebbe stata semplicissima, ero convintissimo che stessero pescando male, non so come, ma pescavano sbagliando.
L'amico però mi chiese un'altra cosa, se avessi potuto io salire sulla sua barca, con lui c'era il figlio e altri due amici che volevano conoscermi.
Li accontentai, sapendo benissimo che avrei lasciato la barca in mano di Marco che sa manovrare come e meglio di me.
Presi la canna e la cassetta dell'attrezzatura e dopo pochi minuti ero a bordo.
Una volta trasferito Marco e Vallero riportarono la mia barca nella posizione precedente.
Dopo le presentazioni di rito, esaminai la loro attrezzatura, controllai la sensibilità dei cimini, e come erano stati caricati i mulinelli, tutto era in ordine, tranne la cosa più importante, i terminali, quelli no, non andavano affatto bene.
Ne prelevai quattro dalla mia cassetta insieme a otto braccioli e otto ami adeguati, nonché quattro piombi e dissi loro di sostituirli.
Intanto che provvedevano, calai sul fondo e dopo un attimo ero già col pesce in canna, un bel maschione sul chilo.
L'operazione di sostituzione dei terminali fu conclusa da tutti in un attimo.
Le lenze riaffondarono velocemente..e zac. appena in pesca tutti videro la beccata, chi riuscì ad allamare la preda e chi no, ma questo fa parte del bagaglio di ogni pescatore ed io non ci potevo fare niente.
Furono portate a pagliolo in poco tempo una decina di tanutone, quella era la posta giusta, lo sapevo bene, se noi avevamo dieci pesci sotto la barca, loro ne avevano cento, lì era tutta un'altra musica.
Li feci sfogare per un po' e poi chiesi loro se fossero soddisfatti, sarei tornato volentieri sulla mia barca.
Gli abbracci, le pacche sulle spalle ed i ringraziamenti si sprecarono ed io feci ritorno sul Vegliatura.
Restammo fin quasi al calasole, poi rifacemmo l'ancora e tornammo verso il porto seguiti dal DC9 dell'amico di forum.

Il sabato successivo il tempo si guastò ma io insieme a Vallero tornammo nuovamente a Livorno approfittando della stagione per rassettare la barca e ricomprare un po' di esche.
Salii in barca e sotto la seduta di poppa vidi un secchio di colore rosso con il coperchio, un secchio che non era mio.
Mi chiesi come potesse essere finito lì, lo sollevai e mi resi conto che non era vuoto, lo aprii e apparve in tutto il suo splendore, se così si può dire, una meravigliosa boccia di Dom Perignon con un biglietto che diceva:- a Bruno 21 grande pescatore e grande signore.
Il biglietto lo conservo ancora, il Dom Perignon no!
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mikke
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Re: R: L'IMPORTANZA DEL TERMINALE NELLA PESCA

Messaggio da mikke »

Non ho parole. :D:D:D
Michele
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Re: L'IMPORTANZA DEL TERMINALE NELLA PESCA

Messaggio da gio72 »

Grande Bruno.. ...Ehhhhh. ..il secchio rosso che fine ha fatto.. ...hihhhi. .ciao.
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rupertone
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Re: L'IMPORTANZA DEL TERMINALE NELLA PESCA

Messaggio da rupertone »

Sei unico!!!!!! Come pescatore ma soprattutto come uomo!!!!! :smt038 :smt038 :inchino
Roberto
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Re: L'IMPORTANZA DEL TERMINALE NELLA PESCA

Messaggio da sandro006 »

L'IMPORTANZA DI BRUNO IN PASSIONE NAUTICA .
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