Esca viva, il calamaro: come conservarlo?

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bruno21
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Esca viva, il calamaro: come conservarlo?

Messaggio da bruno21 »

Per chi pratica questo sistema di pesca, cioè la traina con il vivo, conosce e sa perfettamente che il calamaro è l'esca principale per eccellenza.
Si può trainare con le aguglie, gli sgombri, i sugarelli ed altri pesci, ma lui, il nostro amico mollusco, da sempre fa la differenza.
A parte la gustosità e la tenerezza delle sue carni, io la scena la sotto me la sono sempre immaginata così.
Il nostro amico zamputo sta nuotando tranquillamente, trainato con maestria alla giusta andatura ed innescato con due ami abilmente appuntati per non danneggiare in alcun modo gli apparati vitali, si sta muovendo con naturalezza seguendo una direzione, ma ogni tanto spostandosi con il suo nuoto a desta o sinistra.
Ad un tratto, compare lui, il grosso predatore che acquattato tra gli scogli era in attesa di qualcosa di vivo che transitasse nelle vicinanze della sua tana, il nostro dentice è molto sospettoso, il bocconcino che sta nuotando a tiro della sua bocca è eccezionale ma lui sa resistere alle tentazioni perché la cosa non lo convince del tutto e decide di seguirlo prima dell'assalto, così inizia a nuotargli dietro tenendosi a debita distanza.
Il calamaro lì per lì non si era accorto di niente ma quando il dentice gli nuota dietro a qualche metro da lui, lo vede eccome.
Sa benissimo che ha solo due armi di difesa per scoraggiare il suo nemico e farlo desistere e non ci pensa un attimo ad usarle, usa la sua capacità mimetica cambiando colore, passando dal bianco al rosso e viceversa cercando di disorientare il suo avversario, poi accorgendosi che questo non funziona usa l'altra sua arma di difesa: l'inchiostro.
Pompa attraverso il suo sifone una grossa nube di inchiostro nascondendosi alla vista del predatore e fuggendo attraverso essa, ma proprio queste sue armi saranno la sua rovina, il dentice già eccitato dal precedente effetto mimetico alla vista dell'inchiostro non ha un attimo di esitazione, per la paura che possa sfuggirgli perde ogni ritegno e si precipita a bocca aperta sul saporitissimo boccone.

Per reperire la preziosissima esca vi sono nella giornata due appuntamenti importanti, due orari preferenziali nei quali il calamaro, anche lui con istinti predatori, abbocca con meno sospetto alle nostre esche artificiali abilmente presentate, questi due momenti magici sono la mattina all'alba e la sera al tramonto.
E' vero che si possono catturare durante tutta la notte e anche se difficilmente lungo l'arco della giornata, ma i momenti che io chiamo magici, sono questi due.

Pescandoli all'alba non esistono problemi per la loro conservazione, finiscono, una volta salpati, direttamente nella vasca del vivo dove saranno perfettamente conservati vivi e vegeti fino al momento del loro utilizzo, però...però...però...chi ci garantisce che riusciremo a catturarli?
Nessuno ci garantirà un bel niente, è puro rischio assoluto, più volte ci è accaduto di non effettuare catture di calamari, oppure di prenderne uno soltanto cercando di integrarlo con qualche aguglia o sugarello, più sicuro invece è il calasole magari protraendo la pescata alla prima ora della notte, ma, magari, procurandoci sei o sette preziosissimi molluschi per la pescata del giorno successivo, ma come disse quello: era qui che ti volevo, e poi?
Messi nella vasca del vivo e portati in porto, anche se lasciati per tutta la notte con il ricircolo acceso, molto probabilmente a causa dell'inquinamento e della temperatura superficiale dell'acqua, la mattina troveremo i nostri amici bianchi, rigidi e stecchiti.
Non fatevi illusioni o date retta a chiacchere sulla poca differenza tra un calamaro vivo ed uno morto se freschissimo come nel nostro caso, la differenza c'è eccome e anche tanta, come da chiappare a non chiappare nulla.
E allora?
Allora bisogna attrezzarsi, bisogna attrezzarsi per lasciare le nostre esche in acque giuste a giusta profondità e temperatura.
La cosa di per sé non è semplicissima, ma costruendo in proprio e con poca spesa una serie di gabbiette di apposita forma, saremo in grado di tenere i nostri calamari in perfetta forma e riprenderli al mattino successivo perfettamente vitali e pimpanti.
Per costruire queste gabbiette ho preso spunto da un filmato del mio amico Marco Volpi visto in TV modificando però questi contenitori per renderli più pratici e funzionali eliminando l'uso di nastri adesivi e rendendo più agevole l'apertura e la chiusura delle gabbiette stesse.

Continua.
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mikke
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Re: Esca viva, il calamaro: come conservarlo?

Messaggio da mikke »

Mi dispiace questo post non fa per me io i calamari li coservo al buio....... :smt044 :smt044 :smt044 :smt044
Michele
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