CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

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bruno21
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CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da bruno21 »

Di notte era sempre stato un problema pescare con il galleggiante, dovevamo metterci vicino ad un lampione del porto e approfittare della sua luce per poter vedere il nostro segnalatore, ma, di pescare sulla scogliera neppure a parlarne.
Le avevamo provate di tutte, avevamo realizzato un galleggiante con un pisellino luminoso di quelli usati per l'albero di natale, ma il problema era la batteria, anche per contenere la più piccola della Superpila, il galleggiante era enorme.
Avevamo trovato il sistema di isolare tutto quanto dall'acqua, ma dato il suo volume gli unici pesci che riuscivamo a prendere erano quelli usciti da poco dalla sala parto, di prede decenti neppure l'ombra.
Avevamo provato a tingere l'astina con una vernice fosforescente e caricarla avvicinandola agli abbaglianti dell'auto, ma una discreta visibilità di verificava solo in determinati notti di luna e per un periodo di tempo limitatissimo.
Apparve ad un tratto sul mercato automobilistico, una specie di tubo in plastica trasparente, lungo una ventina di centimetri e con un diametro di un centimetro e mezzo, riempito di un liquido verdastro, all'interno di questo liquido era affogata una fialetta in vetro sottile, piegando energicamente il tubo, riuscivi a rompere la fialetta, attivando un processo chimico che accendeva il liquido verde che da quel momento e per un'ora emetteva una luce propria molto intensa, il tempo necessario per poter sostituire una gomma forata nel buio più assoluto.
Cominciammo a lavorare su questo tubo trasformandolo in un galleggiante, ma la piombatura che serviva per poterlo tarare era sull'ordine dei cento grammi, impossibile pescare con un oggetto simile.
Ci provammo ugualmente con i risultati che ci eravamo aspettati, alla fine ci arrendemmo all'evidenza, avremmo pescato dalle scogliere solo di giorno.
Continua.
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bruno21
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Re: CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da bruno21 »

capitolo secondo

Il tornietto da tavolo, giaceva dimenticato da lunghissimo tempo in un angolo del garage.
Era servito anni prima per fare gli stampi per il saponificio dei nonni, poi, con l'avvento delle grosse industrie, la piccola saponeria dovette chiudere e le macchine furono rottamate, a salvarsi fu solo questo piccolo gioiello fabbricato da Panerai di Firenze.
Arnaldo che oltre ad essere un amico di pesca era l'elettricista della famiglia, un giorno fu chiamato per la riparazione della serranda elettrica del garage e lo vide, chiese se poteva provarlo portandolo al suo laboratorio.
Mio padre gli dette il permesso e gli disse anche che poteva tenerlo finchè non gli fosse stato richiesto.
Era abbastanza arrugginito ma il motore e le traslazioni funzionavano perfettamente, Arnaldo lo ripulì e lo rimise a nuovo e nessuno ebbe più il coraggio di richiederlo.
Con lui avevamo fatto tutte le prove per pescare la notte con il galleggiante dividendo tutti gli insuccessi e quello era il nostro argomento preferito, avevamo anche capito che quello della luce chimica era il sentiero giusto da seguire, dovevamo ridurre il volume e creare un contenitore più piccolo, un contenitore che si potesse tarare con qualche grammo di piombo.
Facile a dirsi.
Tornando a casa per il pranzo, vidi l'auto di Arnaldo parcheggiata davanti a casa, pensai ad un guasto elettrico, invece lo trovai spaparanzato sul divano con un aperitivo in mano e stava conversando con mia madre, mi accomodai sulla poltrona di fronte e mi versai un aperol.
Sicuramente il mio amico era venuto per parlare con me, non capivo l'urgenza dato che ci saremmo visti in serata e quindi doveva essere qualcosa di importante.
Arnaldo sorrideva sotto i baffi con quel sorrisetto furbo come di un gatto che ha appena catturato il topo al quale dava la caccia da tempo, lasciai che si crogiolasse nel suo brodo e dopo un po' visto che non si decideva a sbottonarsi, presi l'iniziativa e chiesi: e allora?

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Re: CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da bebo »

.........e allora? :smt026 :smt026 :smt026
Umberto
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Re: CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da bruno21 »

Capitolo terzo

Allora, mi rispose, ti ricordi di quello spezzone di tondino in plexiglass che ti chiesi la settimana scorsa e che mi portasti in laboratorio?
Si dissi, me lo ricordo benissimo, figurati che per trovarlo dovetti andare a Firenze, il diametro di sei millimetri, non l'aveva nessuno in zona, ebbene?
Ti ricordi, continuò Arnaldo, dei maschi per filettatura e delle filiere che mi prestasti successivamente?
Si, me li ricordo benissimo e ricordo anche che ti dissi che potevi tenerli perché non mi servivano più.
Ti ricordi, ma non riuscì a continuare la litania, e scoppiò in una risata.
Via, aggiunse, non voglio tenerti ancora sulle spine, anche se mi ero preparato un discorsetto più lungo per vedere quanto sei forte di cuore, detto questo tirò fuori dalla tasca della giacca una scatolina di cartone e prima di porgermela mi chiese di chiudere gli scuretti delle finestre mettendo la stanza al buio, poi accesi la luce.
Presi la scatolina e mentre sollevavo il coperchio, Arnaldo spense la luce.
Meraviglia delle meraviglie, all'interno della scatola c'era un galleggiante che al posto dell'antenna aveva un tubicino di plexiglass che emetteva una luce verdognola molto intensa, una luce che sarebbe stata visibile anche se lontanissima, non lo sapevamo, ma Arnaldo aveva inventato il primo starlite.

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Kraken
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Re: CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da Kraken »

Azz,me lo ero sempre domandato,che li avesse inventati :smt038 :smt038 :smt038 :smt039 :smt039
Augusto,il Mare è uno solo!!!!
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bruno21
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Re: CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da bruno21 »

capitolo quarto

Geniale, semplicemente geniale, ne avevamo parlato facendo mille congetture ma Arnaldo aveva progettato e realizzato questo gioiellino in maniera completamente diversa da come l'avevamo pensata.
Volli sapere tutto quanto e a lui non parve il vero di raccontarmi come ne fosse venuto a capo.
Dallo spezzone in plexiglass ne aveva prelevato 7 centimetri e lo aveva inserito nel mandrino del tornio, poi con una punta da 4 millimetri l'aveva forato senza far uscire la punta dalla parte opposta, ottenendo così un minuscolo contenitore.
Con la filiera da 5 millimetri aveva fatto una filettatura di circa 1 centimetro di altezza al piede del cilndretto, dal lato del foro in modo che potesse essere avvitato su un dado da 5 millimetri.
Proprio un dado di altezza maggiorata, in ottone, naturalmente da 5 millimetri, Arnaldo lo aveva incollato sul sommo della parte superiore del galleggiante, usando una colla a due componenti, che, oltre ad incollare sigillava completamente il dado perimetralmente.
Una volta asciutta la colla aveva riempito di acqua il cilindretto in plexiglass e lo aveva avvitato verificando che non vi fossero perdite.
Per portarmelo acceso, aveva utilizzato un cilindro di cyalume innescando il processo chimico, poi servendosi di un imbutino da profumi aveva riempito l'interno del cilindretto e l'aveva avvitato sul galleggiante.
Naturalmente lo interrompevo continuamente durante il racconto per avere altri ragguagli, per esempio come aveva fatto a lucidare e rendere trasparente la parte interna del cilindro che una volta forato si era sicuramente opacizzato e così via.
Intanto era trascorsa una mezz'ora e il galleggiante stava lentamente spengendosi, chiesi all'amico a che ora avesse acceso il cyalume: era passata circa un'ora.
Considerammo che da li a poco il liquido si sarebbe spento e il cilindro avrebbe dovuto essere ricaricato.
Quel sistema di carica non poteva andare per più ragioni, il cyalume non lo regalavano davvero, costava oltre mille lire, come 5 litri di benzina e non potevamo ogni ora sacrificarne uno, in secondo luogo riempire il cilindro con l'imbutino, la notte sulla scogliera sarebbe stato sicuramente arduo e poi, come si sarebbe svuotato il cilindretto, scuotendolo?
No, non andava bene.
La soluzione mi balzò in mente come un lampo, il cyalume aveva liquido sufficiente per almeno una dozzina di ricariche, avremmo salvaguardato la parte economica e semplificato il processo di ricarica.
Ci versammo un altro aperitivo e spiegai ad Arnaldo come avremmo fatto.

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Re: CHI HA INVENTATO LO STARLITE?

Messaggio da bruno21 »

capitolo quinto. Fine.

Finalmente potevo mettere anche qualcosa di mio a questa incredibile invenzione che ci avrebbe permesso finalmente di pescare dalla scogliera di notte.
La notte non avremmo avuto "concorrenza" ma non solo, la notte i pesci importanti sono molto più attivi, meno sospettosi e più propensi ad abboccare alle nostre esche.
Si stava realizzando un sogno.
Per utilizzare al meglio il cyalume e per facilitare le operazioni di ricarica, bisognava munirsi di tre siringhe per ciascuno di noi, qualsiasi siringa poteva andare, purchè munita del proprio ago.
Andava tagliato il cilindro del cyalume e aspirato tutto il liquido verde riempendo una siringa per ciascuno, bisognava poi togliere la fialetta del liquido attivatore che doveva sicuramente essere di vetro sottile, dato che si rompeva con facilità all'occorrenza.
Occorreva rompere questa fialetta nel fondo di un bicchiere ed aspirarne metà per ciascuno utilizzando la seconda siringa.
Il cilindretto in plexiglass, andava riempito per tre quarti con il liquido verde utilizzando la prima siringa, e, accenderlo poi con il reagente della seconda, una volta esaurita la luce dello starlite, per ricaricarla, andava usata la terza siringa per aspirarlo e poi ripetere l'operazione.
Quella sera stessa provammo il procedimento sacrificando un cyalume e tutto funzionò alla meraviglia, la ricarica era semplicissima e per tenere convenientemente le siringhe senza il pericolo di bucarsi utilizzammo delle scatole metalliche che avevano contenuto sigari e incollammo gommapiuma sia sotto il coperchio che sul fondo.
Aiutai Arnaldo a costruirne una mezza dozzina, incaricandomi di modificare i galleggianti mentre lui si dava daffare con il plexiglass.
Eravamo pronti, prontissimi, la prova pratica era fissata per il sabato successivo, saremmo partiti nel pomeriggio presto per essere sugli scogli di Calafuria al calasole, poi, a buio, avremmo sfoderato la nostra micidiale invenzione e chissà come sarebbe andata.
Già, chissà!
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